mercoledì 29 febbraio 2012

Scuola: tempo di decisioni

Ieri mi è capitato di leggere due post, uno di Panzallaria, l’altro su Genitori channel, riguardanti la scelta della scuola elementare (primaria), che proprio in questi giorni vede protagoniste molti genitori di prole cinquenne (ma anche duenne, per chi deve affrontare la scelta dell’asilo – scuola dell’infanzia – ed undicenne, per la scuola primaria di secondo grado – le medie!!). Anche noi per quest’anno (ma non ricordo più l’ultima volta che NON ci è successo), abbiamo due figli da iscrivere al nuovo ciclo scolastico: La Streghetta – inizia l’asilo! – e La Sartina – mammamia ho una figlia che quasi va alle medie, ma se ieri ci andavo io???
Devo dire che la scelta non ci è costata molto impegno: abbiamo riconfermato in ogni caso la scuola che i figli già frequentano, che per grazia ci accompagna dall’asilo (anche nido, per chi ne ha bisogno – noi siamo una “famiglia nido!!”), fino alle scuole medie.
Ho già avuto modo di esprimere il mio apprezzamento per la nostra scuola, ma leggendo l’articolo di Genitori Channel, che individua quattro aspetti chiave perché una scuola possa essere definita “a misura di bambino”, mi sono trovata a riflettere su quale fosse l’aspetto più significativo, che ogni giorno di nuovo mi convince della nostra scelta.
A posteriori, devo dire che l’entusiasmo con cui tutte le mattine escono di casa, compresa La Popetta, che non mi ha ancora chiesto una volta di poter restare a casa dall’asilo, e piuttosto più di una volta si è lamentata perché l’ho tenuta a casa qualche venerdì (io sono per la settimana corta…), è già una risposta significativa. L’Ingegnere è arrivato ad accusarmi di averlo tenuto a casa (il giorno in cui è nevicato), proprio quando la maestra avrebbe raccontato la storia di Scilla e Cariddi. Ho chiesto umilmente perdono, ma in automobile sono un pericolo in condizioni normali, io con la neve non parto nemmeno.
Questo indubbiamente rassicura me, della scelta fatta, ma non può essere un criterio per chi nel dubbio si trova ora.
La nostra scuola non è una scuola Montessori, nè una scuola Steineriana. L’impostazione è di tipo “tradizionale”, anche se il metodo quotidianamente va oltre la “lezione frontale”. Eppure io la riconosco perfettamente descritta in questa osservazione di Maria Montessori:
bisogna saper chiamare entro l’anima del fanciullo l’uomo che vi sia sopito*.
In poche parole è detto moltissimo: anzitutto si parte da una fiducia nel bambino, nell’uomo che si sta costruendo. Nell’io, nel cuore di ogni fanciullo c’è già tutto. L’educazione non consiste nel plasmare, modellare, riempire: al contrario l’educazione è un “tirare fuori”, anzi, un permettere che emerga quel che già c’è. Questo punto di partenza detta il metodo: l’esperienza. Il bambino non impara perché sente ripetere concetti un numero indefinito di volte, un bambino impara perché sperimenta, prova, tocca (e annusa, assaggia, ascolta, vede…), e riconosce, poi, la “legge”, che governa il reale che ha incontrato.
Ma per far questo (e per insegnare così, educare così) non basta conoscere un buon metodo e applicarlo. Perché la caratteristica vincente della nostra scuola, dal rettore alla direttrice, dalle insegnanti alle bidelle, dalle segretarie alle cuoche e anche per chi sta in portineria, è la speranza.
La speranza nel successo possibile per tutti, nel fatto che in un bambino “difficile” c’è un tesoro da scoprire, e non un problema da risolvere. Nel fatto che la vita è una avventura che maestre e alunni (e famiglie) condividono, nelle difficoltà, e nella gioia della scoperta. Nell’imparare insieme, e insieme farsi correggere (reciprocamente e dal reale!).
Questa speranza nasce da una comune certezza: la realtà è positiva. L’uomo sopito nell’anima di ogni fanciullo è chiamato ad un comune e personale destino di bene, che accade, ogni giorno.
Così, anche se nella nostra scuola non c’è proprio un giardino (insomma, è proprio in centro alla città), in qualche modo, ogni giorno (anche sotto la neve…), fiorisce!


*M.Montessori, “La scoperta del bambino”, Garzanti, Milano 1999, pag.28.

8 commenti:

  1. Anche io sono alle prese con l'iscrizione alle scuole...uno inizia la materna...uno la primaria...le altre due per fortuna sono già sistemate...purtroppo la scelta è legata alla necessità di aver una scuola vicino a casa...tutto sommato noto che con il passare degli anni le maestre han perso motivazione...i bambini alla materna si annoiano...alle elementari a giudicare dalle lezioni che devono ripetere...sono argomenti affrontati in modo noioso...alle medie non parliamone...funziona ancora il sistema di caricarli di compiti come castigo....e ovviamente i compiti finiscono con il farli giusto quelli che si comportano bene....sono sempre stata entuasiasta in tutta la mia giovinezza della scuola....sono sempre andata volentieri....devo dire che rimpiango le mie maestre e i miei prof...oggi vedo solo tanta stanchezza negli occhi degli insegnanti...tanta insoddisfazione...l'insoddisfazione è la malattia del secolo...inutile poi lamentarsi se questi bambini sono a loro volta scontenti e insoddisfatti...è l'esempio che si trovano davanti...per fortuna esistono ancora scuole (e famiglie) come la tua!

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    1. La mia scuola non è proprio vicina a casa... Ogni mattina mio marito allunga il suo viaggio per recarsi al lavoro, per accompagnarli, e ogni pomeriggio io mi metto in macchina con la piccolina e li vado a recuperare. Potendo, ne vale la pena.
      Il tuo entusiasmo, anche se nell'immediato non trova risposta, diffondilo. E' contagioso!!

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  2. Ciao, sbaglio o riconosco nelle tue parole una eco del Gius? Anche nella scuola di cui parli é quella la linea guida. O no? Ti leggo con piacere. Peccato che la nostra scuola non sia altrettanto bella tanto da farmi affacciare l'idea dell'homeschooling. A proposito del portare: conosci e hai mai provato il mai tei? Ti leggo con piacere. Grazie e ciao. Tiziana (della banda dei 4).

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    1. Ciao Tiziana, benvenuta. Devo dire che nonostante la bellezza della nostra scuola, l'esperienza dell'Homeschooling affascina molto anche me.
      Quanto al mei-tai, sì, l'ho usato, e ne parlerò presto!

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  3. ciao ti ho conosciuto per caso girovagando nella rete. complimenti per la gestione della tua numerosa famiglia.. io ho due gemelli di 5 anni e spesso boccheggio ma penso che nel mio caso come nel tuo sia una questione di organizzazione e adattamento...soprattutto nel tuo caso sicuramente...complimenti per il blog e per la tua simpatica famiglia...belli gli appellattivi della prole...ti seguirò con piacere...ah commento al post mi manca: io ci penserò il prossimo anno - non li ho anticipati anche se potevo (nati a gennaio ) la mia scuola materna non ha classi elementari e allora dovrò pensare ad una altra struttura...sto cercando pareri su mamme che già frequentano per avere info sulle maestre...sto cercando di scegliere in base alle opportunità: attività extrascolastiche, inglese, informatica...ludoteca pre e post scuola (purtroppo lavoro tutto il giorno e ho problemi di orario entrata e uscita)...vabè che qualcuno da lassu' ci assista nella nostra scelta..ora stop il mio post è un pò troppo lungo...temo :O

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    1. Benvenuta! Anche io non ho anticipato la scuola dell'infanzia per La Polpetta (è nata il 13 gennaio, ma ha iniziato solo lo scorso settembre). Sono convinta che avesse bisogno di crescere ancora un po'. Sono sicura che troverai la scuola giusta per i tuoi gemelli! (ho sempre pensato che le mamme dei gemelli siano eroiche, non riesco ad immaginarmi come sia possibile gestire due neonati in tandem)

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  4. Grazie della citazione e del fatto di seguirci Cristina ;-), bs di Genitori Channel

    ps: una delle mamme fondatrici di Genitori Channel ha scelto per la scuola familiare.... si inizia dal prox anno... sapremo dirvi

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  5. Anche per noi è giunto il momento della doppia iscrizione (primaria per il grande e infanzia per la piccolina). Per la piccola sono abbastanza tranquilla, visto che frequenterà la scuola già frequentata da BUH... e speriamo che accolgano la nostra richiesta di inserirla nella classe che lui sta per lasciare...
    Per BUH la scelta è stata più sofferta. Io avrei voluto scegliere una scuola un po' più lontana, ma in una struttura più nuova e con due sole sezioni, ma alla fine ho dovuto cedere alla scelta della scuola più vicina (con cinque sezioni), dato che a prenderlo andranno quasi sempre i nonni e devo tener conto anche delle loro esigenze...

    In realtà la scuola e i maestri mi hanno fatto un'ottima impressione, ma mi spaventa l'idea di farlo passare da una scuola da 80 bambini a una da oltre 500...

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