lunedì 5 marzo 2012

I Santi Bambini: san Tarcisio

San TarcisioIeri sera nella nostra cena in silenzio abbiamo rispolverato una lettura che avevamo già affrontato insieme ai bambini, anche se qualche anno fa (infatti è stata una riscoperta per tutti): la bella storia di San Tarcisio.
Per me è un ricordo molto caro dell’infanzia: avevo un bellissimo libro di storie di santi bambini, che ho letto moltissime volte. L’idea che la santità non fosse qualcosa solo per “i grandi”, che sapevano e potevano fare tante cose “importanti” mi ha sempre dato molta consolazione.
Io certo non ho mai pensato che avrei avuto il coraggio di affrontare il martirio, come leggevo in quelle testimonianze, ma riuscivo ad immedesimarmi nell’amore di quei bambini per quella fede che sosteneva la loro vita. Si trattava di storie semplici, in cui era facile immedesimarsi, e che mi ha insegnato a desiderare di essere capace di un amore così.
I miei figli, ieri, hanno avuto la stessa prima reazione che avevo avuto io, bambina: “ma io non so se sarei capace di morire per Gesù”. La cosa bella, però, è cominciare a capire, e soprattutto a credere, che non ci è chiesto quello che non possiamo, ma, come ha argutamente osservato il Cavaliere: “se Gesù ti chiede una cosa, è perché tu la puoi fare”.
Così la fatica dello studio, l’impegno di andare a scuola, di sopportare i fratelli (e a volte anche la mamma e il papà), non ha più l’aspetto di un peso da sopportare, ma la risposta ad una chiamata. Proprio come per San Tarcisio, patrono, tra l’altro, dei chierichetti.

Edit: La Sartina rivendica la paterinità dell'arguta affermazione, da me erroneamente attribuita al Cavaliere. L'Ingengere testimonia a favore. Chiedo venia.

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