venerdì 29 giugno 2012

Facciamo la schiuma!!!

009

Da qualche giorno Il Cavaliere, che solitamente è un ragazzino pieno di salute, mostrava preoccupati macchie rosse, in viso all’inizio, sulle braccia poi. Avendo trascorso la domenica in piscina, e il mattino successivo al Grest, ho pensato che fosse una reazione all’esposizione al sole. Perciò l’ho tenuto il martedì a casa, all’ombra e al fresco, e mercoledì l’ho “rispedito” al Grest, dopo averlo cosparso di crema solare con protezione 50 (tipo scudo spaziale, per capirci). Verso le 11:40 sento suonare il campanello: un preoccupato Ingegnere mi dice di aver deciso di rincasare in anticipo (di solito per il pranzo rientrano alle 12:30) dopo aver visto il corpo del Cavaliere cosparso nuovamente di macchie rosse. Grande stima per il mio ometto!

La teoria dell’esposizione al sole sembrava cedere, dal momento che anche tutto il busto del Cavaliere era invaso da macchie, d’altra parte i miei ragazzi mi hanno spiegato subito che l’attività di quella mattina era stata un torneo di calcetto, e le squadre venivano suddivise in “con maglietta” e “a torso nudo”. Ovviamente i miei baldi giovanotti sono finiti nella squadra “a torso nudo”. Ovvio.

Dopo aver imprecato (in cuor mio) nei confronti della simpatica trovata degli educatori, ho lavato il mio cucciolo con amido di mais, l’ho  cosparso di olio di mandorle e me lo sono tenuto in soggiorno per tutto il resto della giornata. Peccato che ieri al risveglio le macchie rosse avessero raggiunto anche tutte le gambe. Fallimento della teoria “eritema solare” e visita dal pediatra.

Prendo appuntamento (mai più senza!), e in gita di famiglia accompagniamo tutti allegramente Il Cavaliere, il quale non fa nemmeno in tempo a salire sul lettino (e io non inizio nemmeno a raccontare gli eventi), la sentenza è immediata: quinta malattia.

Che non è mica nulla di grave. Praticamente le macchie rosse sono tutto quello che accade. E le macchie ovviamente peggiorano al sole: come dire, tutta la famiglia starà al fresco e all’ombra, per un po’. Chiusa in soggiorno.

E con la speranza (flebile) che nessun’altro sia stato contagiato.

015Di necessità virtù: oggi pomeriggio ci siamo inventati più o meno di tutto (il tesoro dei pirati, i pirati stessi – con magliette e pantaloni stracciati – i dobloni d’oro – ecco perché La Polpetta ha dei fantastici colpi di sole dorati tra i capelli). Eppure le ore sembrano non passare mai.

Dopo la merenda una illuminazione: la lana cardata. Dopo i primi esperimenti, avevo comprato qualche colore in più, ma non avevamo realizzato nulla tutti insieme. Oggi mi sono ricordata dei tutorial de LaPappaDolce, pubblicato tempo fa su Genitori Channel. L’ideale per questo pomeriggio.

Invece di usare l’ago, per infeltrire la lana, stavolta abbiamo utilizzato l’acqua saponata. Ci siamo divertiti moltissimo!!

Non ho foto del processo produttivo, perché è stato già piuttosto impegnativo star dietro a tutti, visto e considerato che non avevo nemmeno “fatto le prove” da sola (spesso lo faccio), per cui all’inizio ho avuto qualche difficoltà anche io.

Devo dire che le bambine si sono divertite tantissimo, soprattutto con l’acqua. E proprio come ho letto nel tutorial, non è possibile che il lavoro “non venga”, i risultati sono sempre piacevoli.

008Certo, abbiamo sparso acqua un po’ dappertutto (colpa mia, perché nella fretta della realizzazione ho dimenticato di disporre un bel telo da mare sul tavolo, come consigliato, che avrebbe “parato” gli schizzi e le fuoriuscite occasionali). Ora i fiori fanno la loro bella figura in centro alla tavola.

Su un piattino abbiamo disposto anche i geodi di feltro, altra attività che ha coinvolto particolarmente Il Cavaliere.

Quel che mi piace della lana cardata è proprio la semplicità della realizzazione, e la sofficità del materiale. Perché con la lana si manipola e crea un po’ come con la pasta per modellare, anche se l’esperienza dal punto di vista tattile è tutta diversa.

I colori poi sono splendidi…

Peccato per La Sartina, insomma, che dopo essere rientrata dalla sua vacanza con la scuola mercoledì sera, è ripartita nel primo pomeriggio per un week-end in collina a casa di una amica… Sono certa che si sarebbe divertita un sacco anche lei (tutto sommato, però, meglio così, sicuramente sarebbe stata più brava di me, con la manualità che si ritrova!).

L’unico rimpianto, in tutto ciò, è che lunedì saremmo dovuti partire (io e i bambini) per una settimana in collina, dalla mia amica Barbara, che ci avrebbe ospitati nella sua splendida azienda agricola (l’invito e la disponibilità ad accoglierci tutti dice già molto su di lei…).

La quinta malattia ci costringe a rimandare la visita, con enorme rammarico da parte di tutti noi.

Nel week-end penso che farò fare gli straordinari a quel sant’uomo: devo predisporre le attività di una intera settimana, con inizio dei compiti della vacanze, tentativo di realizzazione di un mobile, sempre con la lana cardata, per il nascituro, e magari, al rientro della Sartina, anche la ripresa della macchina da cucire.

L’importante, in tutto ciò, è… non accendere il forno! Con il caldo La Tina sta scioperando: non mi lievita più niente (o, forse, sbaglio grandiosamente i tempi e la lievitazione passa…). Insomma, per ora la usiamo per le piadine (giusto per non farle perdere l’allenamento). Non mangeremmo altro!!

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