lunedì 4 giugno 2012

L’eroico quotidiano

010Quando, verso l’inizio di quest’anno, sono arrivati i primi avvisi circa l’incontro mondiale del Papa con le famiglie, ovviamente abbiamo aderito con entusiasmo, dichiarando la nostra ferma convinzione ad essere presenti sia alla Festa delle Testimonianze del sabato, che alla Santa Messa della domenica mattina.
Insomma, si parla del Papa, vicario di Cristo in terra, ci sembrava ovvio e scontato affrontare qualsiasi disagio pur di andare da lui!
Dopo di che, quel giorno di febbraio, quella seconda lineeta sul test di gravidanza ha iniziato a rimescolare un po’ le carte in tavola, cominciando a farci pensare: “forse è meglio che la mamma stia a casa…”. Io in realtà ero fiduciosa, credevo che sarei stata abbastanza bene per poter affrontare quella che ancora mi sembrava solo una gita.
Poi gli avvisi si sono fatti più specifici, circa un mese fa abbiamo saputo dell’impossibilità (a meno di decidere di dormire all’aperto) di partecipare ad entrambe i gesti, visto che il rientro previsto per il sabato sera era intorno alle due di notte, e la partenza per la domenica mattina fissata per le quattro.
Le quattro?? Ma Bresso non è in Svizzera!! Ovviamente, nella nostra innocenza non ci eravamo interrogati sulla difficile gestione logistica degli spostamenti, non abbiamo pensato alle ore di anticipo cui sarebbe stato necessario arrivare, e nemmeno allo spazio da percorrere a piedi (minimo tre chilometri), dall’ultimo parcheggio utile all’ingresso dell’area dell’aeroporto. D’altra parte, dovendo scegliere, eravamo certissimi di voler partecipare proprio alla celebrazione dell’Eucarestia.
Alcune certezze, però, incominciavano a vacillare e, d’altra parte, iniziava ad essere necessario prendere una decisione definitiva, confermare il numero (e i nominativi) dei pass e prenotare i posti in pullman.
Dopo una riunione di famiglia, piuttosto sofferta e con qualche pianto, si è deciso che quel sant’uomo di mio marito (un po’ in apprensione – per usare un eufemismo - di fronte alle previsioni di pioggia!) avrebbe capeggiato la spedizione degli eroi, alla volta di Bresso, cui avrebbero partecipato solo La Sartina e L’Ingegnere. Memori di altre situazioni vissute in passato (sia da fidanzati che da giovane coppia di sposi), soprattutto durante il Giubileo del 2000 (anno del nostro matrimonio), quel che più ci impensieriva era la folla, gli accalcamenti per entrare e, soprattutto, per uscire dall’area, il timore di perdere qualcuno per strada. Così abbiamo valutato che il numero di figli giusti per un genitore solo, dotato di sole due mani, era, appunto, due.
Così sabato notte, alle 3:30, la sveglia è suonata per i nostri intrepidi eroi, che sono riusciti ad alzarsi, trascinarsi fino al pullman e partire. Io, Il Cavaliere e le piccoline ce la siamo dormita allegramente fino alle 8:30. Poi abbiamo tentato di partecipare, tramite al pc, all’evento cui era presente anche un pezzo della nostra famiglia. Per buona parte ci siamo riusciti, poi la connessione ha iniziato a fare i capricci, perciò ci siamo preparati velocemente e siamo andati anche noi alla Messa (durante il viaggio in automobile La Polpetta fingeva di telefonare al Papa: “pronto? sei il Papa? aspettami che sto venendo alla messa!”. Non si convinceva che saremmo andati nella nostra solita chiesa, lei voleva andare dal Papa, insieme al suo papà. E lì una piccola punta di rimorso ha iniziato ad assalirmi…
Nei diversi contatti telefonici con la nostra spedizione, ho sempre sentito il padre dei miei figli molto sereno. Le nostre paure erano infondate: l’area predisposta era davvero enorme, i cancelli di ingresso molti e ben distribuiti. L’unico disagio, se così si può dire, sono stati i sei chilometri da percorrere dal parcheggio all’area (niente per i miei eroi, che la domenica precedente di chilometri a piedi ne avevano fatti una ventina, in un pellegrinaggio a Caravaggio – dove io e i soliti piccoli siamo arrivati comodamente in automobile). Insomma, alla fine mi sono pentita di non essere andata anche io, con tutti quanti.
Alle tre del pomeriggio la famiglia era già riunita: i pellegrini sfatti (soprattutto per la levataccia) si sono riposati per tutto il pomeriggio, qualcuno è riuscito perfino a farsi una bella dormita. Li abbiamo coccolati con una fantastica cenetta a base di hamburger con pane fatto in casa (ho trovato una ricetta perfetta) e carne acquistata a km0, che sapeva davvero di carne, e misteriosamente non ha subito i restringimenti degli hamburger confezionati, o della carne trita acquistata al supermercato.
Sono rimasta colpita dalla serietà dei miei ragazzi: di fronte al nostro vacillare, La Sartina ci aveva comunicato che si sarebbe trovata qualcuno cui accodarsi, se alla fine avessimo deciso di andare. L’Ingegnere, uomo di poche parole, non si è mai scomposto, non ha mai battuto ciglio e ha sempre dato per scontato che si sarebbe andati.
Quel sant’uomo di mio marito dice che si sono comportati in modo ineccepibile tutto il tempo, senza un lamento. E penso che questo accada non tanto perché sono dei “bravi bambini” (anche perché cominciano ad essere dei ragazzini…), ma perché avevano ben colto la serietà della cosa. Anche mio marito, nel momento in cui il Papa è passato vicino al loro settore, mi ha raccontato di essersi davvero emozionato, commosso. Perché un conto  dirlo a parole, altro è vedersi passare di fianco quello che veramente è il vicario di Cristo in terra.
Non voglio entrare in tutte le polemiche di questi giorni (che per altro mi hanno profondamente addolorata), e sarei grata davvero se non si usasse questo spazio a questo fine. Ciascuno è libero (perché il Buon Dio ha concesso la libertà a tutti) di credere o non credere, di aderire o non aderire.
Per noi, per la nostra famiglia, in cui la fede è davvero fondamento dell’esistenza, certi gesti, vissuti, riempiono di significato la quotidianità.
Ci fanno sorridere, ora, tutti i nostri discorsi dei giorni passati, le tante volte in cui ci siamo chiesti “ne vale la pena?”. Mi restano nel cuore le parole di mio marito: “mi sei mancata”, perché davvero, in certi momenti, esserci, o non esserci, non è la stessa cosa.
Infine, e qui è l’orgoglio di mamma che parla, stamattina sono entrata nella stanza dei “grandi”, per aprire le ante, e rifare i letti. E mi sono trovata una stanza perfettamente in ordine, e con i letti rifatti (nei venti minuti scarsi in cui si sono preparati per la scuola stamattina). Non è scontato: io a loro domando di fare i letti, ma non lo impongo e non mi arrabbio se non succede. Erano sicuramente stanchi, si era accennato anche di lasciarli a casa oggi, per riposare.
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E di nuovo, loro, ci hanno dimostrato che non siamo al mondo per puntare al minimo sindacale, e che quando si fa qualcosa di vero, anche se faticoso, tutto il resto ne acquista in verità e bellezza.
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Anche il letto rifatto bene.

14 commenti:

  1. C'eravamo anche noi, con una delegazione scelta di figli: quelli di 11, 10 e 8 anni. La piccola è rimasta con i nonni, perché abbiamo valutato che la giornata fosse troppo faticosa (noi partiamo da Torino) e la grande ormai vive solo per studiare per la maturità.
    Anche i nostri figli sono stati piuttosto consapevoli dell'occasione, durante la Messa veramente composti (ed essere composti in un grande prato con un milione di persone è diverso rispetto all'esserlo in un luogo chiuso), all'andata il più piccolo era molto interessato ai problemi di sicurezza (vedeva i vari corpi di polizia disposti lungo il percorso e soprattutto avevamo parlato da poco dell'attentato a Giovanni Paolo II), al ritorno più concentrato su fame e stanchezza. Abbiamo trovato famiglie sorridenti, volontari gentilissimi che davano il benvenuto come se stessero aspettando personalmente ciascuno di noi. Non abbiamo avuto in nessun momento la sensazione di pericolo: abbiamo visto arrivare tutti molto ordinatamente e defluire allo stesso modo, volti sorridenti, passeggini, cappellini, canti, bandiere... Nessun muso lungo, nessun brontolamento. Abbiamo assistito a una Messa davvero toccante. Ed eravamo con Pietro, il vicario di Cristo. Alla fine i bambini ci hanno ringraziati di averli portati. Facendo un bilancio: una giornata faticosa e intensa, che però ci ha dato molte più energie di quelle che ha richiesto.

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    1. Ho visto le foto dei tuoi figli, è una delle cose che mi ha fatto venire la nostalgia, per non esserci andata...

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  2. Ciao Cri, anche a me come a te è proprio dispiaciuto non esserci stata, ma farò tesoro di questo per la prossima occasione e farò di tutto per esserci e portare le bimbe!Se solo avessi pensato che il 19 agosto 1987 ero schiacciata contro le transenne in Sala Nervi all'udienza del Santo Giovanni Paolo II con Laura di pochi mesi in braccio e Lui passando si è fermato da noi e l'ha presa in braccio!!!

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  3. Ma che bella questa frase, merita di essere incorniciata:

    E di nuovo, loro, ci hanno dimostrato che non siamo al mondo per puntare al minimo sindacale, e che quando si fa qualcosa di vero, anche se faticoso, tutto il resto ne acquista in verità e bellezza.

    Buona giornata
    Grazia

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  4. Ciao Cri, anche noi avremmo dovuto esserci, avevamo pronti i pass ma direi che qualcosa non ha funzionato nella comunicazione/organizzazione; anzi direi che è stato fatto tanto per farci desistere. I miei fratelli con le loro famiglie hanno preso i mezzi pubblici, le varie navette e hanno camminato per 10 minuti scarsi prima di arrivare al loro posto sul prato. Anche il rientro hanno detto molto tranquillo. Meno male che almeno sabato siamo riusciti ad andare a San Siro all'incontro dei cresimandi con il Papa.
    Non so, ma a me sembra che le famiglie che hanno da due figli in su siano spesso penalizzate; spero che tu con i tuoi 5 e mezzo mi possa smentire.
    Un abbraccio e buon pomeriggio.

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    1. Cara Monica, anche io spesso ho la sensazione che per noi le cose siano più difficili: ogni figlio comporta un costo, una preoccupazione, anche semplicemente uno spazio fisico occupato (penso all'automobile!!). Però proprio questa esperienza mi ha fatto pensare a quante volte mi lascio vincere dalla paura, o dalla pigrizia, quante volte desisto davanti a certe occasioni, pensando che non vale la pena di fare troppa fatica e che comunque, restare a casa non costa nulla.
      E' vero che c'è la fatica, ma quanto spesso vale la pena di farla!!!

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  5. @monica: attorno a certi momenti spesso si costruisce un alone di difficoltà invalicabili che generano inutili apprensioni e fobie. Sono di Bresso e sembrava dovesse implodere tutto, invece tanta serenità... molti miei vicini di casa sen ne sono foggiti in montagna... per poi tornare - paradossalmente - sabato notte a Bresso stimolati dai figli che volevano vedere il Papa!
    @Cri secondo me lo straordinario ha senso se non è autocelebrazione di sè, ma spinta a rendere la propria normalità più carica di senso e sempre meno banale.

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  6. ciao Cri, scopro il tuo blog solo ora e lo trovo molto bello ed interessante.Sono molto d'accordo su tutto ciò che hai scritto riguardo l'incontro delle fam. con il Santo Padre, capisco bene anche il tuo rammarico per altro giustificato per non esserci stata insieme ad una parte della tua famiglia. Anch'io non sono andata..... insieme a mio marito ci siamo iscritti per tempo con tanto entusiasmo e voglia di condividere insieme a tanti la gioia di un incontro così importante e soprattutto la carica emotiva e la forza interiore che ti trasmette. Poi dopo aver saputo della levataccia da fare, i chilomentri a piedi ecc, insomma la fatica, il sacrificio, ci siamo lasciati travolgere da ns. limite dalla paura di non farcela dalla pigrizia e abbiamo rinuciato. Mi è dispiaciuto tantissimo soprattutto perchè penso che se la fatica, il sacrificio non lo fai per qualcosa di più Grande, a che serve? Credi è una fatica che mi è mancata tanto, ma forse il Signore ha voluto così, perchè niente viene per caso e questa mia sofferenza per la rinuncia mi aiuta a capire e superare il mio limite. Bellissimo anche il pellegrinaggio di Crema-Caravaggio fatto alcuni anni fa, lo consiglio sempre a tutti. Ho un desiderio poter fare Macerata_LOreto, straordinario pellegrinaggio a detta di tanti amici che regolarmente vanno tutti gli anni,chissà se il Signore vorrà forse il prossimo anno. Scusa se mi sono dilungata un pò ma è una gioia grande poter condividere tutto questo.
    Auguri per te e per la tua bellissima famiglia.
    Daniela

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    1. Ciao Daniela! Ti capisco, io negli ultimi anni ho fatto soprattutto la fatica di vedere gli altri andare... Tra gravidanze e allattamenti ormai non mi ricordo l'ultima volta che sono riuscita a partecipare ad un gesto così! D'altra parte anche io mi sono fatta i miei pellegrinaggi... Soprattutto la notte, cantando e ninnando neonati!! E non ho ancora finito...

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    2. cantando e ninnando neonati nella notte è uno dei gesti più grandi, è un amore donato gratuitamente ad un figlio ed ad un Altro che tanto ama. Sei una mammma fanastica, parola di nonna.
      Ciao Daniela

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