martedì 24 luglio 2012

Mitopoiesi

Foto Titolo Blog
Dopo molto tempo, oggi ho proprio voglia di scrivere un post “serio”, di quelli riflessivi… che non si pensi che il cucito abbia assorbito completamente le nostre attività, manuali e cerebrali!!
Non sono riuscita a partecipare al Mom Camp, quest’anno, anche se mi sarebbe piaciuto (soprattutto per conoscere finalmente tanti contatti virtuali che in questo tempo si sono creati), ma devo dire che, dopo averne letto il programma, ho iniziato a pormi delle domande che prima non mi facevo.
Cos’è, in realtà, un blog? E come fa, un blog, a diventare un blog “di successo”? O, più semplicemente, perché un blog “piace”?
Non è che abbia approfondito particolarmente la cosa, ma quelle domande sono rimaste lì. A volte ne abbiamo parlato, con quel sant’uomo di mio marito. E ieri ho ricominciato ad interrogarmi, dopo aver letto un post di Wonderland, con l’interminabile teoria dei commenti, alcuni decisamente positivi, altri di critica, altri proprio velenosi. E ho ricominciato ad interrogarmi sul perché si scrive un blog, e sul perché si scrive AD un blog. Cosa ci spinge a commentare, e cosa spinge alcuni a commenti di violenta critica non per quello che si legge, ma per CHI scrive? (Ovviamente quel sant’uomo di mio marito mi ha rigirato in modo davvero interessante la domanda: “ma non avevi niente di meglio da fare che leggerti un centinaio di commenti su un post che nemmeno hai scritto tu?”).
Io sono una persona pacifica di natura (proprio non mi piace discutere, litigare, e in generale risultare “spiacevole”), per cui difficilmente mi capita di scrivere qualcosa di “negativo” (a meno che proprio non mi senta toccata su quel che ho di più caro…). Però, non lo nego, tante volte i “brutti pensieri” li faccio anche io. Semplicemente mi astengo dallo scriverli…
E così ritorna la mia domanda, rafforzata dal fatto che non più di due giorni fa mi sono ritrovata a “consultare” il blog di Claudia Porta, per un lavoretto in feltro che avevo visto lì tempo fa, ed è andata a finire che mi sono letta/riletta decine di post. Ma non perché non trovavo quello che mi interessava, ma proprio per il gusto di leggerli. Perché?
E mi si è accesa una lampadina.
Perché la risposta alla domanda: “ma perché mettersi a criticare con violenza la persona che scrive un post?” ha una radice comune con la risposta alla domanda: “ma chemmimporta di leggere come Claudia Porta occupa i suoi pomeriggi di novembre?”.
E mi è venuta in mente quella parolina lì: mitopoiesi.
Perché divento matta quando comincio a parlare, e a pensare, agli Hobbit, agli Elfi e alla Terra di Mezzo? Perché sto affrontando con L’Ingegnere l’ardua impresa (per un ragazzino di 10 anni, ma non solo) di scalare le vette di Tolkien, e un pochino alla volta superare il pur bellissimo film, e affrontare la lettura del Signore degli Anelli??
Ma perché quel libro parla di noi. Nella mitologia fantastica e intricata e verosimilissima di Tolkien, è descritta la storia degli uomini, il nostro affrontare le battaglie quotidiane. Tanto è vero che spessissimo ci capita di domandarci (io e L’Ingengere, che siamo gli unici ad “averle letto” il testo) perché Sam si è comportato in un certo modo, oppure il significato di una affermazione di Gandalf, e arrivare a paragonarli con quello che accade a noi. Dalla loro storia noi impariamo. E traiamo consolazione.
Ecco, io penso che il “valore” di un blog (non parlo del valore oggettivo, quello che potremmo iscrivere in un diagramma di ascisse e ordinate, come il libro di testo “mutilato” dal professor Keating ne “L’attimo fuggente” suggerisce di fare con il testo poetico. Intendo il valore “soggettivo”, il valore “per me”, che mi costringe ad andare ogni giorno a controllare “se c’è qualcosa di nuovo”) sta in questa capacità, passatemi l’uso improprio “mitopoietica”.
Perché, saremo anche la generazione del Grande Fratello, ma per carità, a chi interessa (interessa davvero) continuare ad andare a sbirciare nelle case degli altri, guardando come attraverso il vetro dell’acquario? Ci sono tanti blog che appaiono un po’ come il “diario” che tenevamo alle medie (almeno noi donne), e sinceramente sono quelli che mi attraggono meno… Non è tanto il sapere quello che uno fa, e come lo fa, e come si sente mentre lo fa… Per carità tutto è lecito e moltissimi fanno benissimo a tenere un blog così, se serve a loro come “valvola di sfogo”, se permette di tenere i contatti con amici o parenti lontani, se semplicemente piace farlo. E con questo giudico il “valore letterario” di quel che è scritto (se così ci si può esprimere, con le mille cautele del caso), ma non certo della persona che scrive!!
D’altra parte ci sono dei blog (e per me quello di Claudia è così), che non si limitano a raccontare quello che succede… Raccontano un mito (ecco, non confondiamo, non alla “sei un mito” stile 883!). Che non vuol dire che chi scrive fa tutto giusto, o è migliore degli altri, o ha la ricetta delle “vita buona”. Semplicemente, parlando di sé, parla di me. Mi racconta, in ultima analisi, qualcosa di “universale”, qualcosa sull’uomo (che si parli di educazione dei figli, di cucina, o di cucito…).
Tanto che i “personaggi” potrebbero essere anche inventati, oppure i racconti fatti non strettamente aderenti al vero. Non importa! Importa “quel” che leggo, mentre leggo della preparazione di un dolce fatto in casa. C’è dietro qualcosa, che mi interessa davvero, perché mentre mi dice quel che fa, chi scrive mi dice quel che è, e mi fa riflettere su quel che sono io.
E certamente aiutano le belle foto, e un layout accattivante, ma questi sono particolari (almeno lo sono per me).
Così vorrebbe essere questo blog (nelle intenzioni, non posso giudicare del risultato): raccontando di noi, e delle scarpette di feltro, della macchina da cucire, e del pane fatto in casa, quel che stiamo cercando è anzitutto mostrare a noi stessi, e poi a chi vorrà ascoltarci, una storia, che non è affatto la cronaca della nostra famiglia.
Quello di cui siamo in cerca sono il Vero, il Bello, il Bene. E nelle nostre giornate questa ricerca ovviamente si declina nella quotidianità di gesti ripetuti, di un modo di stare insieme, di usare del tempo e delle risorse che abbiamo.
Per questo raccontiamo delle cose che ci piacciono, quelle che ci sembra che vengano “bene”, quelle che rispondono, in qualche modo, alla nostra domanda di pienezza. E per questo andiamo in cerca delle stesse cose, anche nelle case d’altri (di quelli che ci aprono la porta, o almeno una finestra…).
La non comprensione di questo, la dimenticanza di questo punto di vista, è quel che mi spinge, a volte, ai “brutti pensieri”, cioè alla presunzione di giudicare e criticare chi scrive.
Credo che sia anche uno dei motivi dei tanti commenti velenosi. Quando ci si dimentica che cosa si sta cercando, allora scatta “il censore”, che invece di cogliere uno spunto di riflessione, un riverbero del vero (e magari, perché no, anche qualcosa da lasciar cadere, perché per l’appunto di ricerca si sta parlando, nessuno pretende di avere “la verità in tasca”), si illude, commentando un post, di poter “correggere” gli eventuali errori di qualcun altro.
Certo, si può essere benissimo in disaccordo. D’altra parte, quando si è in cammino, difficilmente vien voglia di infierire su un altro che inciampa. Se gli si vuol bene, magari ci si ferma ad aspettarlo. Nel peggiore dei casi, si prosegue per la propria strada…
E qui mi ritorna in mente San Paolo: “Panta dokimazete, ton kalon katekete”. Vagliate ogni cosa, trattenete ciò che vale.
In conclusione? Mi sa che ha ragione quel sant’uomo di mio marito: perdo un po’ troppo tempo ”dietro” gli altri blog!!!

17 commenti:

  1. Cara Cristina a me piace leggere il tuo blog per questi post. Del tuo blog ammiro la donna e la profondità di certi tuoi post. Questo è sicuramente uno dei migliori: proprio domenica ho fatto un post sulle mamme blogger. La mia conclusione era che dietro molte mamme-blogger c'è molto ma molto di più. Dietro pappe, pane fatto in casa, lavoretti in stoffa nel tuo caso c'è una Cristina che esula ed è complementare alla mamma e alla santa-moglie: ed è lei che a me ha molto da dire nel senso che intendi in questo post.
    Un abbraccio forte!

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    1. Chissà perché me lo sentivo che la prima a commentare saresti stata proprio tu...
      E io che spesso e volentieri mi trattengo per paura di annoiare...
      E, certo, anche perché richiedono un po' più di concentrazione, che spesso in questi tempi estivi è proprio impossibile da trovare!
      Grazie, Simonetta!

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  2. Oh ma che bella riflessione! La tua di testa, la mia di pancia :)
    Hai ragione, e come potresti non averne? A mio parere tutti i blog hanno qualcosa dietro, anche quelli che hanno la forma del diario. Il punto e' proprio che moltissime vorrebbero demolire la persona e non il contenuto del post, non portano argomenti, magari stimolassero una riflessione in senso contrario! Perche' vedi a volte mi e' capitato di dire Guarda, secondo me non e' cosi', quindi come dici tu "correggere", ma sempre mettendoci la faccia. I commenti anonimi e cattivi e gratuiti vengono proprio da altre latitudini corporee.

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    1. Essì che di pancia ne ho più di te, al momento!!
      Anche a me capita di dire: "non penso che sia così". Ma questo è un dialogo.
      Dire: "sei una pessima madre", è tutta un'altra cosa. Sia da anonimo che mettendoci la faccia.
      Esattamente quando ci si confonde, e invece di leggere una "storia" si pretende di analizzare una persona (come se fosse possibile, anche per chi - giusto per fare un esempio a caso - fa lo psicologo).
      Continuo a pensare che l'altro è sempre per noi "Mistero", e il nostro tentativo di giudicare una mera tentazione.
      Dopo di che accade, ed è una grazia, che dalla "storia" si possa passare ad incontrare una persona. Raramente accade, e quando succede si passa dal blog all'amicizia. Ma quella è tutta un'altra storia...

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  3. Bella riflessione, volevo leggere anche il post di wonderland dal quale sei stata ispirata ma il link porta alla home del blog non al post e nonostante le ricerche non l'ho individuato, potresti dirmi qual è il post esattamente?

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    1. Grazie per avermelo fatto notare! Spero di aver corretto il link, comunque il titolo del post è "Come aria!".
      Ciao!

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  4. Come è vera e illuminante questa riflessione,conoscerti attraverso questo post è doppiamente un piacere!

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  5. Ho voluto rileggere il tuo post con calma, perché proprio oggi ho risposto a un commento anonimo non proprio gentilissimo. Sono un po' stanca oggi quindi fare una riflessione degna di nota mi è un po' difficile, ma prendo atto di quello che hai scritto e lo faccio mio.
    Una sola cosa: sei molto calma e riflessiva, complimenti! Io a commenti aggressivi mi infervoro tantissimo perché gli attacchi spesso gratuiti mi mandano fuori di testa, soprattutto se si scrive delle proprie esperienze, dei propri punti di vista.

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    1. Sai, visto che i commenti in questione erano rivolti a Wonderland, e non a me, è stato facile non infervorarsi!
      A me non è praticamente mai capitato, solo una volta, forse...
      Ma al tema del post stavo pensando da tempo, e la lettura di ieri è stata proprio un'occasione per condividerlo!

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    2. Io mi infervoro pure se giudizi sommari e simili non sono rivolti a me!! Sto messa male lo so!

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    3. Sono andata a vedere il tuo post, e penso che avrei accusato il colpo anche io!! Poi magari, invece di infervorarmi, mi sarei spenta, perché ho un carattere così... Comunque un commento te l'ho lasciato anche io, un po' contro corrente...

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    4. Sei stata molto carina a passare. E mi hai dato da riflettere, quello che dici è vero ed è quello che penso: ognuno deve trovare il suo equilibrio o, come la chiami tu, la propria dimensione.
      Io mi infervoro, ma poi la cosa non mi fa ragionare e spesso mi ritrovo a non riuscire a controbattere come vorrei.

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  6. Io invece cerco il simile. Mi accorgo che nello scorrere i blog mi piace trovare punti di contatto, vicinanze, esperienze che accomunano me ad altre persone che non conosco, che abitano lontano, che provengono da altre scelte. E nello stesso tempo, come in uno strano gioco di prospettive, osservare ciò che è diverso, le cose che non faccio, ma vorrei (e allora imparo) e quello che non faccio e va bene così (e allora rifletto). Mi piacciono i blog "umani", quelli dove emerge la soddisfazione e la fatica, l'ironia e la gratitudine...mi piacciono quanto più riescono a ridarmi tutte le sfumature, le sfaccettature che compongono l'uomo, la donna, la mamma, la blogger!

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    1. Cara Francesca, perché "invece"? Mi pare si stia dicendo proprio la stessa cosa...

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  7. Molto bello questo tuo post. Come al solito sono molto belle le tue riflessioni. Sul perchè si leggono blog anche io mi sono interrogata spesso ma mi sono data una risposta ben più banale della tua: perchè si entra in connessione. Dei blog che leggo e seguo quello che più mi attira sta spesso nella diversità delle persone che li scrivono: la mamma che viaggia con i figli, quella con una bellissima famiglia numerosa ;), quella della giornalista, quella che parla di libri...tutte realtà diverse che possono entrare in connessione tra loro: è questa la potenza dei blog e, più in generale, di internet che secondo me è davvero una delle invenzioni più rivoluzinarie di tutta la storia dell'uomo. Non finirò mai di sorprendermi al pensiero che io posso conoscere virtualmente una mamma blogger, chessò, della California piuttosto che connettermi con la piccola biblioteca del paesino della Nuova Zelanda. I blog per me sono tutto questo: una magnifica esperienza di diversità. Sui commenti astiosi di cui tu parli devo dire che nel post da te citato alcuni mi sono sembrati neanche troppo astiosi, bensì critici: Wonder ha risposto forse anche troppo a tono: secondo me nel momento in cui apri un blog devi essere pronto a sentirti dire "Quello che fai/dici mi sembra sbagliato" fa parte del gioco. Poi da qui a dirlo con inciviltà c'è di mezzo il mare, e capisco anche che quando ci toccano in prima persona è più facile predicare di rimanere calmi che farlo davvero. Infine, per tutti quelli che commentano proprio con cattiveria secondo me è l'invidia e il livore che gioca brutti scherzi.

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  8. Ciao! E' un po' che ti leggo, anche se non ho mai commentato.
    Volevo dirti che ti ho segnalata per un premio...Se ti va fai un giro sul mio blog...

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