venerdì 18 gennaio 2013

Non buttare il pannolino!!!

003Per dire come i nostri figli imparano da quello che vedono, molto più che da quello che diciamo loro: l’antefatto è che sono stata ammalata un paio di giorni. Niente di che, ma quando ho avuto 39,3 ero proprio uno straccio. Così, lo dico senza pudore, avendo saltato un paio di lavatrici, ho pensato di recuperare da sotto il fasciatoio quei due pacchi di pannolini U&G (usa e getta, per i due uomini che – forse – leggono il blog e non sono papà!) e di prendermi un attimo di pausa dai lavabili. Qualche ora, per carità, giusto per non vedere gonfiarsi ancora di più la “pancia” della mia wet bag (borsa adibita allo stoccaggio del pannolino usato prima del lavaggio, ottima per evitare cattivi odori in bagno), che stava già soffrendo.

giovedì 17 gennaio 2013

Breakfast time 2: le bambine

001I membri della famiglia, dall’età scolare in su, si occupano in autonomia delle proprie operazioni mattutine (come descritto nel post precedente). Certo, quel sant’uomo è santo, ma è pure un uomo, per cui è normale che con sguardo angosciante si rivolga alla sua compagna di vita – io – supplicando: “ho perso le chiavi della macchina, davvero, sono sicuro ieri di averle lasciate qui e non ci sono più, le avrà prese una bambina, chissà dove le ha messe, non le troveremo più, arriverò in ritardo…”.
Va detto a sua discolpa che una volta Il Cavaliere (era piccino!) infilò le chiavi dell’auto nella cesta della legna del camino, e siccome in quei giorni non faceva molto freddo per diverso tempo la legna non fu usata e le chiavi non saltarono fuori a lungo. Meno male avevamo quelle di scorta!

Breakfast Time 1

001
Stamattina riflettevo sulle abitudini delle famiglie. Ci sono gesti che diventano così scontati e ripetuti nel tempo che ci si stupisce quando ci si ricorda che non è sempre stato così.
Io da bambina odiavo la colazione. Ho passato ore interminabili davanti a tazze di thè senza fine, con enorme strazio (ora me ne rendo conto) di chi cercava di farmi mandare giù qualcosina. Ricordo con sollievo il momento in cui sono stata lasciata libera di uscire di casa senza aver mangiato nulla (belli i tempi del liceo!).
Dall’università in poi è scattato il piacere di cornetto e brioches al bar con gli amici (ma avveniva dopo più di un’ora, di fatto, dal risveglio…). Insomma, di sedermi in pigiama davanti a qualcosa di buono, non se ne è mai parlato.

mercoledì 16 gennaio 2013

Quando si ammala la mamma

termometro-11Devo dire che, nonostante le mie continue lamentele per ogni piccolo fastidio (non sono una di quelle che sopporta stoicamente i vari acciacchi, anzi! In compenso sono molto paziente in altro…), devo dire che il mio fisico si è sempre “comportato bene”. Ovviamente le gravidanze non sono state passeggiate, ma in linea di massima, a parte una varicella (a 27 anni, è stato tremendo!) e una polmonite (di ormai due anni fa, forse il malanno più serio mai preso in vita mia), da quando sono sposata posso ricordare qualche febbre sporadica e poco di più.

venerdì 11 gennaio 2013

Fratelli 2: la fatica

Foto Titolo BlogDopo aver decantato la bellezza che vedo nel rapporto tra i miei figli, mi è capitato di incontrare diverse discussioni di mamme in attesa del secondo pargolo, tutte piuttosto spaventate per l’arrivo imminente del fratellino/sorellina. Non per niente la mia amica Giorgia ci ha appena scritto un libro.
Io intanto stavo proprio pensando, vista anche la giornata un po’ turbolenta trascorsa ieri, che insieme alle tante cose belle che racconto, ci sono anche momenti non così edificanti, per così dire.
La Sartina e L’Ingegnere, per esempio, tutti e due alle soglie della pre-adolescenza (ormai l’ho scritta e la lascio, ma fa un po’ paura questa definizione), sembrano davvero cane e gatto, immagine fedele dell’iconografia del fratello maschio che punzecchia e provoca e della sorella femmina un po’ saputella che si scoccia e lancia acute frecciate. A volte sono proprio, tra loro, inclementi, e colpiscono proprio dove fa male. Sono ancora piuttosto “bambini”, perciò mai realmente crudeli, ma devo dire che da mamma è doloroso sentirli quando si trattano proprio male.

Ama. E fa quel che vuoi

Foto Titolo Blog
Ci sono avvenimenti, nella vita, che segnano uno spartiacque, per cui da lì in poi ci sarà sempre un “prima” e un “dopo”. Ogni linea rossa su un test di gravidanza, per esempio, è un momento così. Tanto è vero che in casa nostra il tempo dei ricordi è scandito in questo modo: “abbiamo traslocato, quando la mamma era incinta del Cavaliere”, “la prima volta che siamo andati all’Acquario di Genova la mamma era incinta della Polpetta, la seconda dell’Elfo”, e così via…
A volte questi avvenimenti non riguardano solo direttamente la famiglia, ma sono avvenimenti, per così dire “sociali”.
Mi ricordo perfettamente, per esempio, quando il mio professore di italiano al liceo entrò in classe dicendo “ragazzi, è finita la Seconda Guerra Mondiale”, quando crollò il muro di Berlino.

giovedì 10 gennaio 2013

Fratelli

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Un nuovo arrivo in casa, come sempre, scombina tutti gli equilibri. Anche in una famiglia come la nostra, in cui è ormai abituale l’accoglienza di una nuova vita.
Se devo pensare ai primissimi giorni di vita dell’Elfo, la prima cosa che mi viene in mente è che, appena arrivata a casa, ho messo sul fasciatoio il telo impermeabile che negli ultimi mesi avevo usato per tentare di arginare i laghi notturni che alcune volte La Streghetta suo malgrado ancora produce (per altro con scarso successo perché è abbastanza comune che il telo nella notte si sposti e si trovi sempre altrove rispetto a dove potrebbe svolgere il suo ruolo di contenimento).

martedì 8 gennaio 2013

Chiamiamolo per nome

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Lo chiamavamo Gru, ma dopo più di due mesi dalla nascita, è giusto che anche lui abbia il suo vero nome.

Lo chiameremo “L’Elfo”.

Non mi dilungo oltre, l’immagine parla da sola!

PS: io e quel sant’uomo all’inizio avevamo pensato al dottor. Spock, ma ci dicono che ormai è superato e i più non capirebbero…

Pulizie di Pasqua

037Queste vacanze sono state proprio delle belle vacanze (anche se La Polpetta e La Steghetta mi fanno notare che tecnicamente non posso parlare di vacanze, perché siamo rimasti a casa. Una pantofolaia come me si ritrova due figlie con la vocazione turistica. Accidenti!).

Comunque, abbiamo trascorso questo periodo natalizio nel modo che io e quel Sant’uomo di mio marito preferiamo: a casa, tutti insieme. Lui aveva un po’ di giorni di ferie da smaltire  e li ha dedicati tutti a noi. Addirittura ci siamo fatti una lista di cose da fare con i bambini, che poi ovviamente non è stata rispettata, perché ne abbiamo fatte altre.

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