martedì 12 febbraio 2013

La vita buona (una svolta)

Foto Titolo Blog

“E’ sempre rischioso tracciare paralleli troppo precisi fra un periodo storico ed un altro, e far i più fuorvianti di tali paralleli vi sono quelli che sono stati tracciati tra la nostra epoca in Europa e nel Nordamerica e l’epoca in cui l’impero romano declinava verso i secoli oscuri. Tuttavia certi parallelismi esistono.

Un punto di svolta decisivo in quella storia più antica si ebbe quando uomini e donne di buona volontà si distolsero dal compito di puntellare l’imperium romano e smisero di identificare la continuazione della civiltà e della comunità morale con la conservazione di tale imperium. Il compito che invece si prefissero (spesso senza rendersi conto pienamente di ciò che stavano facendo) fu la costruzione di nuove forme di comunità entro cui la vita morale potesse essere sostenuta, in modo che sia la civiltà sia la morale avessero la possibilità di sopravvivere all’epoca incipiente di barbarie e oscurità.

Se la mia interpretazione della nostra situazione morale è esatta, dovremmo concludere che da qualche tempo anche noi abbiamo raggiunto questo punto di svolta. Ciò che conta, in questa fase, è la costruzione di forme locali di comunità al cui interno la civiltà e la vita intellettuale e morale possano essere conservate attraverso i nuovi secoli oscuri che già incombono su di noi. E se la tradizione delle virtù è stata in grado di sopravvivere agli orrori dell’ultima età oscura, non siamo del tutto privi di fondamenti per la speranza. Questa volta, però, i barbari non aspettano al di là delle frontiere: ci hanno già governato per parecchio tempo. Ed è la nostra inconsapevolezza di questo fatto a costruire parte della nostra difficoltà.

Stiamo aspettando: non Godot, ma un altro San Benedetto, senza dubbio molto diverso”

Questo scriveva Alasdair MacIntyre negli anni Ottanta, nel suo “Dopo la virtù”, il saggio filosofico che ho amato e amo di più, da quell’esame di Filosofia Morale che sostenni nel secolo scorso… Questo paragrafo mi accompagna da allora, e torna e ritorna ciclicamente nella mia vita, nelle scelte fatte fino a qui.

Anche questo blog viene da questo giudizio: non siamo del tutto privi di fondamenti per la speranza. Soprattutto se quel “nuovo San Benedetto” chi scrive l’ha incontrato, eccome! E ci è piaciuto, in questo anno, condividerla qui, questa speranza.

Le riflessioni scaturite dagli eventi di questi giorni, però, hanno portato ad una consapevolezza ulteriore. Perciò, il blog continua, come prima (per come ne sarò capace), ma non ci basta!

Come è già accaduto, in qualche occasione, vorremmo non fermarci dietro ad uno schermo. Perciò apriamo le porte (non solo virtuali) a chiunque volesse venire ad incontrarci, a tutte le famiglie (e non solo!) che condividano il nostro desiderio, e cerchino quotidianamente, come noi, ragioni per la propria speranza. Iniziare ad incontrarci, e condividere qualcosa di più delle parole…

Accettiamo inviti a nostra volta, anche se siamo un po’ scomodi negli spostamenti, e un po’ ingombranti da ospitare.

Con una piccola postilla: Alasdair è un filosofo, e scrive di filosofia morale, è il suo mestiere. Noi non ci fermiamo lì: a noi interessa una vita buona. Solo una sfumatura? Può darsi, ma per me è importante!

giovedì 7 febbraio 2013

Come è bravo il mio bambino!

Foto Titolo BlogQuando ho iniziato ad uscire i casa con L’Elfo (sempre stretto a me nella fascia), molti conoscenti, incontrandomi, mi hanno domandato: “com’è? è bravo?”. Altre volte, in cui mi capitava di avere qualcosa da fare insieme a qualche amica, visto che il ragazzo in fascia se la dorme anche tre ore di fila, o più, mi sono sentita dire: “come è bravo!”.
Alle domande dei conoscenti, devo dire la verità, ho avuto, questa volta, un po’ di imbarazzo, nel rispondere. Per carità, è la classica domanda di rito, che mi sono sentita fare con ogni figlio, ma questa volta mi chiedevo che cosa significa, per un bambino di qualche settimana, essere “bravo”. Ovviamente, si pensa ad un bambino che non pianga troppo, che dorma abbastanza, che lasci un po’ libera la mamma.

mercoledì 6 febbraio 2013

Vivere Slow

007

Come si diceva ieri, questo è un periodo di ridefinizione del tempo. I ritmi che avevamo impostato prima della nascita dell’Elfo si sono, ovviamente, tutti rivoluzionati, e credo che una delle caratteristiche fondamentali di una famiglia sia  proprio questo tipo di elasticità: la capacità di stabilire una routine, e di cambiarla non appena se ne avverta la necessità.

Soprattutto per i bambini più piccoli, è proprio importante avere una regolarità, giornate scandite da “rituali”, che permettano loro di sentirsi sereni, tranquilli perché sanno come affrontare quel pezzettino di realtà che hanno di fronte, di volta in volta. E anche ai grandi non fa male…

martedì 5 febbraio 2013

Ma dove va a finire tutto il tempo?

Quando ho iniziato questo blog, per un certo periodo scrivevo tranquillamente due post al giorno. Poi c’è stato l’inizio della gravidanza, un po’ più di fatica, le vacanze…

016Alla fine è nato L’Elfo, e ovviamente nei primi tempi tutte le energie erano risucchiate da lui. Ora, che abbiamo compiuto da poco i tre mesi, devo dire che la routine quotidiana è più semplice. I tempi tra una poppata e l’altra si sono un pochino diradati, e anche se il ragazzo raramente si fa dei lunghi sonnellini, nei tempi di veglia non desidera più stare in braccio tutto il tempo, ma accetta volentieri il tappetino con la classica palestrina (in legno, Ikea!!), guardandosi per lunghi minuti le manine, che da qualche giorno ha scoperto.

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