giovedì 17 ottobre 2013

Fuori dal giro

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Come si saluta un amico, dopo tanto tempo che non lo si incontra? Soprattutto quando in fondo in fondo c’è quello strano imbarazzo, di quando si vorrebbe dire “ti ho pensato, ti avevo in mente, ma sai: la casa… i bambini… il piccolino che non dorme…”

In fondo sarebbe stato facile alzare il telefono e dirsi “ciao”, ma nessuno dei due l’ha fatto…

Ecco, un po’ mi sento così, a riprendere a scrivere su queste pagine. Ma solo un po’, perché questo vecchio amico blog nei mesi ha assunto sempre più volto, e corpo. Ci sono persone, una o due in particolare, che ho conosciuto proprio qui, e che adesso sono compagnia carissima. Davvero, proprio ieri bevevo un caffè (a dire il vero una tisana) con mamma Jessica e ci siamo scoperte a dirci “ma è così poco che ci conosciamo!”, eppure sembra da sempre.

Come se dopo quella gita un po' speciale, quell’invito lanciato apparentemente nel “vuoto” della rete e che invece ha trovato risposta in una reale corrispondenza di esperienza, come se dopo quel primo incontro, il “prima” sia stato riassorbito in tutta la ricchezza che c’è stata poi.

Eppure finalmente ho infranto quella barriera sottile dell’imbarazzo (complice qualche linea di febbriciattola dell’Elfo, che ha modificato i miei programmi per la mattinata) e sono qui.

Avevo chiesto a quel sant’uomo di modificare lo “stile” del blog, desideravo qualcosa di più “pulito” e, sì, più azzurro. Ovviamente ha fatto come sempre un egregio lavoro, e in questi giorni ho continuato a pensare a quando avrei potuto indossare questo nuovo vestito.

Ed eccomi qua.

Non ho nessuna intenzione di fare il riassunto delle puntate precedenti. Il tempo è passato, ha portato ricchezza, gioia, fatica, novità, bellezza, stanchezza… Di tutto.

Riprendo da qui, da tante mattine trascorse in casa con il mio ometto che cresce, e crescendo si stacca sempre più da me (ad ogni figlio sono più sentimentale), tanto che mi domandavo, giorni fa, quante volte si partorisce, un figlio.

L’avventura dell’inizio dell’anno scolastico ha visto L’Ingegnere varcare le soglie della scuola media, un po’ titubante, un po’ imbarazzato, ma già entusiasta dopo la prima giornata: “mamma, fai scorrere il tempo più in fretta, non vedo l’ora di tornare domani”.

La Sartina è sempre più grande, ormai pare di avere quasi un adulto in più in casa, anche se poi basta l’intonazione di voce sbagliata, nel commento di una amica, e la giornata diventa subito tutta nera. Eppure, dall’altra parte, basta un raggio di sole che cade sulle pagine di un libro aperto sulla scrivania, e la realtà diventa poesia!

Il Cavaliere cresce, incredibilmente per noi che non riusciamo a non immaginarlo sempre immerso nel mondo dei sogni. D’altra parte, stamattina ho trovato nello studio tutto il materiale utilizzato per i compiti di ieri pomeriggio, che è stato (per l’ennesima volta) dimenticato a casa. Sorrido, che devo fare? Lui è proprio fatto così, e mi domando, curiosa, come nel tempo, la sua semplicità diventerà spettacolo, anche per me.

La Polpetta e La Streghetta hanno ripreso l’asilo con entusiasmo, ciascuna a suo modo. La Polpetta mi dice “non vedo l’ora di andare alla scuola elementare” e poi, un nanosecondo dopo “ma io voglio che stai con me, oggi in salone piangevo perché mi mancavi”. La Streghetta commenta: “io in salone non piangevo, però ti volevo quando non mi hanno fatto fare quello che volevo…”. Mi chiedo se qualcuno ci riesca, almeno a scuola, a convincere La Streghetta che non può fare sempre tutto quello che ha in mente esattamente nell’istante in cui l’ha in mente. Mah!

E io? Anzitutto sto pensando di cambiare il soprannome dell’Elfo, che potrebbe benissimo appellarsi Il Koala (le mie amiche l’anno chiamato per mesi Il Cangurotto), visto che, come da ultimo post, dopo la scoperta della fascia “lunga rigida” portarlo sulla schiena è diventata pratica quotidiana (e amata).

Perciò io, con L’Elfo (lasciamolo, è più carino…) sulle spalle, mi affanno per tenere insieme in qualche modo la nostra casa, pur mandando spesso e volentieri in ufficio quel sant’uomo con le camicie non stirate (ma le appendo così bene ad asciugare!!). Gli dico che fa un po’ Dottor House, e infatti il personaggio del burbero a lui viene bene… Ho sempre in mente mille cose che vorrei fare, ma più che altro ce ne sono un centinaio che dovrei fare prima, e resto con tanti progetti. Ma senza malinconia.

Ogni giornata è piena di sorprese, di stupore, di novità. E anche della consapevolezza che, per fortuna NON DEVO ARRIVARE DAPPERTUTTO. Anche se sono testarda, e penso sempre che se una cosa l’ho fatta io è fatta meglio, sempre più spesso mi trovo a cedere alla cura che tanti alti hanno, per me. E nel sonno atroce che mi accompagna ormai perennemente (L’Elfo non ha ancora dormito una notte di fila!), con le palpebre calanti e la speranza mai deposta che la prossima sarà la “prima notte” in cui dormirà, guardo tutti i bambini, e quel sant’uomo di mio marito, mentre diciamo la preghiera della sera (quando riesco a dirla con loro, altrimenti li ascolto con la punta dell’orecchio, mentre cerco di far addormentare “il mostro”- che è il soprannome più indicato, dire, in questo momento), e mi si riempie il cuore, pensando che sì, davvero, sono tutti miei!

23 commenti:

  1. Aspettavo questo tuo ritorno, tante volte son passata dal blog! Che dire un abbraccio! Mammasimo

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  2. sono felicedi questo ritorno!!!!! mi mancavano i tuoiconsigli indiretti e visto cheanchela mia famiglia si allargherà .... nesono bisognosa
    mammajessica è fantastica e grazie al webanchela nostra amicizia è diventata reale....
    vi abbraccio e sono felicissimadel tuo ritorno
    veronica

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    1. Jek mi ha tenuta aggiornata sulle tue novità! Grazie per il tuo affetto

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  3. si, sono in accordo! contenta tu sia qui :)

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  4. Come sono contenta di rileggerti!! Anche io mi sento un po' in imbarazzo perchè in questi mesi avrei voluto scriverti, sentire che facevi, ma un po' per i cambiamenti che sta avendo la mia vita, un po' per la sempre troppa paura di disturbare non l'ho fatto.
    Leggendo dei tuoi figli ricordo ogni particolare della giornata passata insieme, rammaricandomi di non essere riuscita più a passare da voi.
    Se ti può consolare anche il mio Vitellino ancora non mi ha regalato una notte di fila, ma solo un paio di volte una sola sveglia per l'ormai unica poppata delle 4 di mattina...un sogno!
    Vorrei scriverti un papiro, come si fa quando ci si vuole aggiornare dopo tanto tempo, ma mi trattengo, chiedendoti solo di continuare a scrivere qui per poterti leggere e sentire almeno virtualmente vicina.
    Un abbraccio!

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    1. Mamma mia, quanto tempo! Come scorre velocemente, e come crescono! Anche io vi ho pensati, la vostra nuova casa, una nuova avventura...

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  5. Ciao Cristina, ho scoperto oggi il tuo blog! Non vedo l'ora di leggere ancora i tuoi articoli! :-)

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    1. Grazie Nausica! C'è tanto da recuperare, se hai voglia di leggere. Io prometto di far di tutto per andare avanti

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  6. ciao Cristina,
    come sempre sei molto poetica e scrivi benissimo.
    Leggendoti sembra che tutto torna.
    Ed in effetti è così...
    =)
    ciao

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  7. Mi aggiungo al coro di chi ti scrive "che bello leggerti di nuovo". Ed è bello davvero!
    Lo stupore è leggere di quanti aspettavano fiduciosi questo ritorno. Il blog era lì, pronto a riaccogliere le tue parole, e dietro lui c'erano occhi curiosi di leggere ancora!

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  8. Ah, aggiungo un grazie! per quel famoso invito!
    "Dal blog alla casa"...chissà, magari scriveremo un post a mani!

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  9. Ciao bella e bentornata! Quante volte ti ho cercata qui !!
    Avevo proprio bisogno di ritrovarti nella tua certezza di fare comunque e sempre il Bene , perche soprattutto ora che il mio nuovo piccolino si prende tutto di me , mi ritrovo continuamente a chiedermi se il mio dare e fare e' abbastanza per gli altri..e il senso di impotenza mi affligge...

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  10. E le campanelle? dove sono finite?
    Non è da molto che ho scoperto il tuo blog, e spesso ho letto i tuoi "vecchi" post, che per me erano nuovi, anche se datati, quindi è strano dirti bentornata, perchè - per me - non sei mai sparita :o)

    Comunque, è sempre bello riprendere in mano qualcosa che ci aveva fatto compagnia in precedenza, poi lasciato lì, e ritrovato con piacere. Quindi, bentornata!

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  11. bentornata, in effetti le campanelle avevano un loro perchè :-)

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