martedì 20 maggio 2014

Il mio amico Max

Santino Salini ridimensionato con bande nereNon ho mai fatto qualcosa del genere qui, sul blog, e sinceramente non mi era nemmeno mai frullato per la mente che fosse possibile.
D’altra parte le cose cambiano sempre più velocemente, e mi trovo, ogni tanto, a sentirmi già “vecchia”, un po’ smarrita davanti ai nuovi strumenti e alla nuova realtà che si sta preparando per i miei figli davanti a me. Anche essere su Facebook non è stato (finché è durato) garanzia di essere “al passo coi tempi”; anzi, forse è stato un modo per rendermi ancora più conto di quanto il mondo stia cambiando sotto il miei occhi, e anche di quello a cui ho deciso di non aderire in questo cambiamento. Sarà proprio vero, come mi sono spesso sentita ripetere, che a quarant’anni si comincia a capire (ma non li ho ancora compiuti,  semplicemente avvicinandomi inizio a sentirne “il clima”), ma tanti giudizi per me un tempo granitici stanno cambiando.
Perciò, questa volta ho deciso di spezzare una consuetudine di questo luogo, e di parlare esplicitamente di qualcosa che mi sta molto a cuore, nonostante possa sembrare lontanissimo da quel che scrivo di solito.
Sto parlando delle Elezioni Europee.
Non ero ancora maggiorenne quando mi coinvolsi, più per gioco che altro, in una campagna elettorale, insieme ad alcuni miei amici più grandi, e devo dire che da ragazza mi sentivo molto infiammata dalle diverse vicende politiche, ma, me ne accorgo ora, in modo molto superficiale ed ideologico. Nonostante non possa dire di essermi pentita di quel che ho vissuto, mi rendo conto che si parlava di massimi sistemi, senza avere più di tanto in mente la realtà dei fatti. Per fortuna dietro a noi che un po’ “giocavamo” a far campagna elettorale, c’erano poi delle persone che lavoravano davvero.
Proprio in quegli anni, e in tutt’altre circostanze, proprio nella stessa vacanza in cui conobbi il sant’uomo (un evento davvero significativo, non c’è che dire), ho conosciuto Max, studente di liceo classico, come me, di cui ricordo una lunga, lunghissima chiacchierata una sera, mentre attendevamo insieme una persona impegnata in un incontro (secondo me lui non ha nessun ricordo al riguardo). Devo dire di non poter riportare nemmeno una parola di quel dialogo, ma ricordo la generica impressione di “serietà” (e lo dico in senso del tutto positivo) che mi era rimasta, pensando a quel ragazzo appena diciottenne, conosciuto così di sfuggita. Non siamo in quell’occasione diventati “amici”, ma nel passare degli anni non sono mancate le occasioni per incontrarsi, trascorrere altre vacanze insieme (prima da studenti, poi con le rispettive famiglie).
Devo dire che uno dei ricordi successivi più netti che ho è di lui riguarda il giorno in cui ho saputo del suo fidanzamento con una mia compagna di università, di come ho pensato “cavolo che colpaccio!” (per lui ovviamente), per la stima e l’affetto che avevo sempre provato per lei. Una delle persone più in gamba tra quelle incontrate negli anni dell’università. E sento ancora netto il dispiacere di non essere riusciti ad andare al loro matrimonio (mi pare a causa di un malanno della Sartina, allora neonata).
Nel tempo la loro famiglia si è trasferita nelle nostre vicinanze, sono nati i rispettivi figli, e adesso L’Ingegnere è uno dei più grandi amici (e fan) del loro primogenito, suo compagno di classe, (di cui La Polpetta è perdutamente invaghita, e come darle torto? è simpatico e arguto come la mamma, ma penetrante come il papà! Vedremo come andrà a finire – ma temo in una grossa concorrenza…).
Ecco, il mio amico Max, dopo essere stato presidente della nostra provincia, si candida ora per il Parlamento Europeo. E devo dire che il mio primissimo pensiero, quando me l’ha detto, è andato a sua moglie e ai suoi figli, e ho pensato “mamma mia, non so se desidero che vinca…”
Poi mi sono ricordata di un evento per me estremamente significativo: durante la campagna elettorale per la tornata di elezioni provinciali in cui Max è stato eletto, ricordo di aver incontrato la moglie alle macchinette del caffè della nostra scuola (lei è insegnante, la prof. di italiano della Sartina, per la precisione) e un po’ scherzando, un po’ sul serio, le avevo chiesto di come stava andando, della fatica di quel momento, delle paure per il futuro. Lei, come è suo costume, ci aveva scherzato un po’ sopra, ma poi, fattasi seria, mi aveva detto: “guarda, è evidente che si tratta di una fatica, per me, per la famiglia, però devo dire che Max, quando si occupa di politica, è più uomo, è più se stesso. E allora io sono proprio contenta”. E questa cosa mi è rimasta dentro, perché è proprio vero che una moglie è capace anche di stare di fronte alla lontananza del marito, alla sua “non presenza” fisica, se questo è per qualcosa di più grande, per lui e per tutti, qualcosa di cui anche i figli si possono rendere conto. E allora quella “non presenza” si trasfigura in una presenza più grande.
Tra l’altro, poi, nonostante io non conosca nel dettaglio la loro quotidianità familiare, devo dire che alcuni episodi mi hanno proprio stupita, perché anche fisicamente ho visto un papà sempre molto presente. Confesso di essermi quasi commossa, quest’anno, alla consegna delle pagelle del primo quadrimestre, quando davanti a me, in fila, ho visto proprio lui, Max. Ma come? – ho pensato – non solo sono le quattro del pomeriggio di un martedì qualsiasi, un giorno in cui anche mio marito non aveva avuto facilità a stare a casa per il ritiro delle pagelle, ma per di più sua moglie insegna qui. Non ci sarebbe stato niente di più facile che lei ritirasse la pagella, alla fine dei colloqui. Sicuramente avrà l’occasione di parlare di suo figlio quando vuole, con i suoi colleghi, in qualsiasi momento (mia mamma è una insegnante delle scuole medie e mai nella storia mio papà si è presentato da un insegnante per un colloquio. A che scopo? a queste cose pensava lei). Ricordo di averglielo anche detto (faccio sempre la figura della casalinga impicciona…), è stato proprio più forte di me, non son riuscita a tacere.
Ecco, io non sono più la ragazzina che si lancia in battaglie ideologiche, non ho in mente di difendere una o l’altra bandiera, e in tutta onestà sento il “mondo della politica” come qualcosa molto astratto e distante da me. Continuo a difendere gli stessi criteri di un tempo (che ho anche compreso meglio, diventando moglie e mamma), ma fatico un po’ di più a riconoscerli in un partito, in un nome.
Ma questa volta sono stata fortunata, ovviamente mi sono informata, ho letto qualcosa, ho cercato di informarmi con gli strumenti che ho ritenuto più utili. Ma per me questa volta è davvero una evidenza:
se devo consegnare a qualcuno la mia speranza, nella questione politica e in Europa, oggi, non riesco ad immaginare nessuno di meglio di quel cristiano, marito, papà: il mio amico Max

1 commento:

  1. E secondo me hai fatto bene a fare questo post! E' da settimane che mi domando chi votare... vorrei tanto che in Europa ci fossero cattolici e uomini tutti d'un pezzo, che difendano la Vita e i valori cristiani!!! Grazie molle :)

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