sabato 23 agosto 2014

Che cosa ho trovato?

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Può capitare un anno di andare in vacanza solo da sabato a giovedì. Può capitare di partire con l’idea che comunque sono troppo pochi giorni, e sentirsi già stanchi prima di arrivare.
Può capitare anche di decidere che la vacanza è una occasione non solo per riposarsi, ma anche per dedicarsi alle cose che attraggono, che piacciono di più.
Può addirittura capitare che in vacanza insieme a te vengano degli amici, degli amici carissimi (tra l’altro, conosciuti qui!!) che ti fanno sentire già preferito prima ancora di trovarsi insieme.
Può capitare, alla fine, che sui cinque giorni di vacanza due piova a dirotto (e si era in montagna), che nella camera sopra la tua ci sia una famiglia con un cucciolo piccolissimo, che di giorno è uno spettacolo, ma di notte, visti i pavimenti di legno e scricchiolanti dell’hotel, ti fa rivivere i risvegli per le poppate, che credevi di aver ormai archiviato…

Possono capitare un sacco di cose, in cinque giorni: una chiacchierata tra mamme, in cui anche i papà si interessano del bucato. Fare insieme ai bambini un salame di cioccolato per trecento persone. Riuscire a fare le gite con il piccolo sulla schiena senza andare in debito di ossigeno alla terza curva. Scoprire che mangiare al buffet con i bambini piccoli è più comodo che farsi servire a tavola (con tempi biblici…). Fare le due di notte con una birra e pochi amici (amici che ti hanno inviato un app che trasforma in baby allarm il tuo telefono!!!). Vincere l’imbarazzo e raccontare ad un microfono una delle tue passioni.
Ma la cosa più bella che può capitare, è di accorgersi che in solo cinque giorni hai iniziato a volere più bene, non solo a quelli cui ne volevi già tanto, ma anche a qualcuno che prima conoscevi solo di vista.
E allora devo ringraziare, ringraziare chi c’era, ed era lì per me:
Cecco, che anche se non ha imparato nemmeno l’ultimo giorno che non conviene prendere appunti sul telefono, ma conviene usare un bel foglio di carta dove trovi tutti quando serve immediatamente, mi ha stupita e commossa per l’umiltà e l’attenzione.
Elisa, Nicoletta, Daniela, Cinzia ed Alice di Mantova (e tutte le altre mamme che erano lì), perché è dalla lavatrice, a volte, che si inizia a condividere il resto della vita.
Daniela e Pierluigi, che ogni volta mi stupiscono per l’intensità della loro compagnia, anche se una volta mi hanno “tradita” e hanno mangiato senza di me (!)
La Daghe e il Roccia, perché è la prima volta che vinco ad un gioco!!
Marco, per mille cose, ma soprattutto perché era con me davanti a quel microfono.
Jessica, per tutte le ore di tutti i giorni,  (e soprattutto perché mi ha “prestato” Marco!!)
I figli di Marco e Jessica (e in particolare Isacco), perché non mi capita da anni di desiderare così tanto di abbracciare un bambino (ne ho già troppi dei miei), ma i loro sorrisi erano tutti nel mio cuore.
Carmen, per il suo sguardo buono che mi fa sempre sentire a casa.
Paolo e Petra, dopo 14 anni ogni volta che sto con loro capisco perché li abbiamo preferiti per primi.
Gli amici della Sartina, dell’Ingegnere e del Cavaliere: per la compagnia che si sono fatti, perché sono venuti ad ascoltarmi, e per le cose belle che hanno fatto insieme (Carlo, se non ti conoscessi, ti adotterei!!!).
Fabio, che raccontando di sé ha parlato di me, e soprattutto ha fatto parlare mio marito! Non vedo l’ora di conoscere sua moglie.
Silvia e suo marito, per le gite che ci hanno preparato, tenendo conto anche di quelli “spompati” come me.
Cristina e Lauretta, perché cucinare con i bambini è stato un modo bellissimo di stare insieme.
Claudio e Danila, che sono sempre una certezza.
Tutte le bambine dei braccialetti, perché anche casa nostra adesso è invasa dagli elastici.
Barbara e Mari, perché anche se non c’erano erano sempre con me.
Anacleto, perché affidarsi è meglio che fare a modo proprio…
Lorenzo e Cinzia (e Paoletta), guardando loro, c’è già dentro tutto!
Tutti quelli che mi sono dimenticata, perché è pur sempre sabato mattina e non ho ancora tutte le sinapsi accese…
Ma soprattutto, sono tornata a casa pazzamente innamorata di quel sant’uomo (e non solo perché ha guidato senza frizione per 40 km portandoci a casa tutti sani e salvi e senza aspettare il carro attrezzi..): per la sua pazienza ogni volta che ero impegnata in altro, per la sua voglia di stare sempre con me, perché si è divertito a giocare con l’Elfo, perché ha giocato a Lupus in tabula con i grandi, perché non si è offeso quando non sono andata ad ascoltare il suo incontro, per avermi aiutato a tutti i pasti recuperando il cibo per me e i figli più piccoli. Perché ha fatto la sua domanda a Fabio, ed era la stessa che avrei fatto io, e poi mi ha portata a mangiare con lui. Ma soprattutto, e lasciatemelo dire, perché è davvero un uomo!!

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