tag:blogger.com,1999:blog-72555146503777571122024-03-05T09:00:19.408+01:00Sì, sono tutti miei!Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.comBlogger235125tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-11118404744510868152020-10-30T12:10:00.002+01:002021-06-01T18:34:30.016+02:00Diario di Bordo: Quarantena<p> Giusto ieri la Polpetta era rientrata a scuola dopo un periodo di quarantena fiduciaria, per la positività di una compagna di classe. E giusto oggi la Meraviglia comincia la sua quarantena, vista la positività di una maestra. </p><p>Ieri è stata una giornata positiva fino al primo pomeriggio: un paio di incontri belli, qualche notizia attesa da tempo... Poi di colpo tutto ha preso un'altra piega: si è bloccata la lavastoviglie, si è incastrato lo scolapiatti nel cassetto delle pentole (per estrarlo abbiamo quasi dovuto spaccare il cassettone) e in tutto ciò è arrivata la comunicazione che la maestra della Meraviglia è risultata positiva al tampone (grazie al Cielo asintomatica). Che poi, la Santa Maestra della Meraviglia è stata a casa al primissimo sospetto, già giovedì scorso, per cui si tratta di una quarantena che è per metà già trascorsa… però ecco non l'ho presa benissimo. Mi sono proprio arrabbiata astrattamente con "la giornata" che mi aveva illuso di una positività e mi stava deludendo…</p><p>Ho reagito, come spesso faccio, cercando una consolazione a base di carboidrati (c'erano ancora in giro avanzi del compleanno dell'Elfo…), poi mi sono ricordata che non di solo pane vive l'uomo (e ho pensato che anche la Nutella non sia sufficiente come accompagnamento, né la stupefacente crema di pistacchio che ho comprato un paio di settimane fa dal mio <a href="https://www.facebook.com/CascinaRoncomarzo/" target="_blank">contadino di fiducia</a>). Non che la filosofia da parte sua sia in grado di intervenire nei momenti di scoramento emotivo… almeno, non è esperienza che mi sia capitata di recente. Così, ho semplicemente atteso che l'insofferenza per le cose svanisse, a volte è proprio necessario né cedere alla negatività, ma neppure cercare di "tendere i nervi", occorre semplicemente "lasciar andare…". Pian piano le cose si sono messe a posto. Il Sant'Uomo, aiutato dal Pianista, ha sistemato il cassettone. Con le abilità trasmessemi per osmosi (telefonica) dall'amica Barbara, sono persino riuscita a sistemare la lavastoviglie (il solito nocciolino di limone incastrato nel filtro), insomma, pian piano le cose andavano in fila. <span></span></p><a name='more'></a><p></p><p>Restava la Meraviglia, a casa fino almeno a giovedì prossimo: è stato necessario anzitutto informarla (e sentirsi dire "ma io ci vado così volentieri, mi piace così tanto mamma l'asilo"). Sono riuscita persino, ostentando una certezza che in realtà non ho, a rassicurarla sul fatto che "sono pochissimi giorni, poi torni con le tue amiche", con uno di quegli abbracci in cui le mamme guardano lontano, domandando alla realtà di non deludere, se è possibile, le aspettative dei propri bambini. Ben sapendo, però, che la saggezza non è la nostra, e che può essere benissimo che quell'abbraccio si debba prolungare, accompagnando una fatica che non si può eliminare. Vedremo…</p><p>Ma, molto egoisticamente, pur riconoscendo la fortuna di essere una mamma "a casa" perciò una mamma che non ha il problema di "dove metterà" la bambina in quarantena, l'idea di avere una "variabile" in più nei prossimi giorni - oltre all'universitaria che ha pochissime ore in presenza e i due liceali che da lunedì sono in DAD al 100% - mi ha fatto immediatamente pensare allo "sconvolgimento" dei miei piani. Non che io abbia valanghe di tempo libero da occupare, sia chiaro, più che altro ho gli "intervalli" tra un evento familiare e l'altro. Però ecco, una cinquenne, pur piacevolissima in casa, è sempre una presenza in più di cui tenere conto. </p><p>Stamattina, finita di rassettare la colazione (primo "intervallo" a mia disposizione) avevo due occhietti puntati verso di me, che dicevano chiaramente "che facciamo mamma?". </p><p>Ma il Sant'Uomo due settimane fa mi aveva comprato due vasetti di colore <a href="http://www.fleurpaint.com/pspaint.es/" target="_blank">Fleur Paint</a>, una delle mie nuove passioni, che non avevo - stranamente - ancora provato. Son giorni e giorni che quei vasetti mi guardano dall'alto dello scaffale dove li ho sistemati, e stamattina è stato un attimo dire: coloriamo? Abbiamo preso una piccola cassetta che custodiva mandarini - altra passione di casa - e l'abbiamo fatta diventare Copenaghen Blue: bellissimo. Un accessorio di legno della cucinetta è diventata Vanity Blue. Fantastico.</p><p>Eppure non eravamo soddisfatte, non ci bastava... ci siamo lanciate in una avventura che da tempo avevamo in mente: colorare il letto a castello che la Meraviglia e la Streghetta condividono. Cos' la mattinata è trascorsa tra pennelli e sfumature di blu (ben quattro alternate sulla struttura del letto) e l'inciampo della quarantena è diventato già una bellissima mattinata insieme. Ora facciamo la pizza per pranzo, ma lo spettacolo più bello (e qui vengo meno al mio proposito di non diffondere "dati sensibili" sulla vita dei figli più grandi) sono la Turista per Caso e la Meraviglia avvinghiate sul divano a guardare il DVD della Bella e la Bestia (che fu il regalo del secondo compleanno della Turista per Caso). Perché stare insieme fa bene a tutti!</p><p>Tocca comunque arrivare a giovedì prossimo... solo che adesso mi è più facile pensare che la vivremo giorno per giorno, attraversando le fatiche, ed aspettando le sorprese che ci aspettano!</p><p><br /></p><div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-27296001665603241572020-10-29T09:28:00.004+01:002020-10-29T09:28:53.222+01:00Diario di bordo: compagnia<p> Sembra paradossale, in questo momento storico, ma mai come ora sono consapevole della necessità della compagnia che sostiene le mie giornate. La novità è che la compagnia non è fatta da una immagine di "accompagnamento", che sia strettamente fisico/spaziale o anche semplicemente psicologico, alla persona. </p><p>Non ho bisogno di qualcuno che mi stia accanto mentre rassetto casa (anzi, in quelle circostanze chi ronza intorno è anche fastidioso), né è indispensabile poter "riversare" su qualcun altro esplicitamente i timori o le fatiche quotidiane. Mi rendo conto che il concetto di compagnia evolve in me ad un livello altro, che ha sempre meno a che fare con la "prossimità" fisico/spaziale, facendo riferimento ad un legame molto più forte.</p><span><a name='more'></a></span><p>Ricordo da ragazza, era successo un disastro naturale in qualche zona orientale del mondo, il suggerimento che mi era stato dato "magari un sacrificio che tu fai qui ora è utile a qualcuno che dall'altra parte del mondo sta affrontando il disastro". L'avevo accolto, sicuramente anche in qualche modo tentato di seguire. Ma non avevo riconosciuto, come riconosco ora, la profonda verità di quel suggerimento. La compagnia non è (solo) l'amico idraulico che viene prontamente a ripararti la caldaia quando hai due bambini piccoli in pieno inverno e anche solo mezza giornata senza acqua calda pare insostenibile. Certo, è utile e buona cosa avere anche questo tipo di amicizia. E anzi, proprio attraversando questo "percorso" (cercando di essere io utile, per quel che mi è dato, agli amici) mi rendo conto che si tratta della manifestazione esteriore, "superficiale" di qualcosa di molto più profondo.</p><p>Perché è veramente vantaggioso avere un amico che "si prende cura" di noi, secondo le svariate necessità puntuali che la realtà ci pone dinnanzi. Ed è proprio necessario riconoscere un livello di dipendenza anche molto terra terra, per cui "cavarsela da soli" non è mai fino in fondo possibile (nonostante i pervicaci tentativi di autonomia inscritti nel DNA). Questo livello puntuale, del "vantaggio", nasconde però il fulcro della questione, che è un altro: il bene. Il fatto che il bene non sia contraddittorio, cioè che il perseguimento della "perfezione" del mio essere non possa mai concorrere nel generare un male in qualcun altro, porta una conseguenza interessante: la "comunione" effettiva con coloro che "concorrono al Bene". La compagnia affonda le sue radici più profonde non necessariamente nel "mutuo soccorso" (per sé necessario e a volte addirittura indispensabile), ma il "mutuo soccorso" è quasi una conseguenza del singolo, personale percorso verso il bene di sé.</p><p>In questo senso la "compagnia" mi è diventata indispensabile, ossigeno proprio della vita. Ma non ha più a che fare con una necessità che definirei "psicologica", la coperta calda nel momento di fatica. Al contrario, la compagnia è diventata di natura ontologica, ha a che fare con l'essere più che col fare o col dimostrare. E basta un messaggio o un colpo di telefono, in cui ci si ricorda "ci sei? ci sono! Anche tu in battaglia? io pure". Passa, ovviamente, si esplicita ed emerge alla coscienza anzitutto attraverso un "fare", che a volte è soltanto un "dire", ma si tratta appunto di un "fare" e di un "dire" che hanno profondo riferimento all'Essere. </p><p>"Ci sono", "ci siamo".</p><p>Perciò le variegate forme di "chiusura" che ci tocca affrontare non hanno conseguenza per me su questo livello della compagnia. E non sento la necessità di "sopperire" con videochiamate o artifici d'altro genere. L'esserci non necessita ineluttabilmente della presenza fisica (men che meno virtuale), ma prima di tutto di una presenza a se stessi, e della coscienza di essere tutti di fronte alla medesima domanda, attratti dalla medesima risposta. Questa compagnia diventa, sempre più efficacemente, comunione. </p><p>Così l'affrontare la vita diventa questione sempre più personale, di responsabilità del singolo, e contemporaneamente qualcosa in cui non si può più esser soli, di quella solitudine che è mancanza. Quella responsabilità, di cui si accennava ieri, diventa pienezza. Addirittura sovrabbondanza. </p><p>Si tratta, dicono, della Comunione dei Santi. </p><div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-45572490600554913582020-10-28T08:31:00.002+01:002020-10-28T08:55:40.783+01:00DIARIO DI BORDO: CHIAMATI<p>Apro dopo settimane e settimane blogger, e cosa trovo? La bozza di un post che sarebbe dovuto uscire il 28 aprile (data del compleanno della Viaggiatrice per caso), lasciato lì a metà perché... perché non lo ricordo nemmeno più. Meglio così, non era affatto un bel post... perché ad un certo punto del periodo di "chiusura" ero arrabbiata, delusa, anche un po' lamentosa.</p><p>Non si vedeva una luce. Poi la luce è arrivata - come sempre accade, lei arriva - e la nostra famiglia ha trascorso il periodo estivo forse più bello di sempre. E poi la lenta ripresa, le scuole che aprono, una dopo l'altra, con un significativo caotico tempo di "assestamento" per gli orari scaglionati di tutti. Chi entra, chi esce, c'è da andare a prendere qualcuno, altri finalmente si possono spostare in bicicletta: autonomia e libertà!</p><p><span></span></p><a name='more'></a>Non ci aveva nemmeno sfiorati il pensiero che saremmo tornati qui, al punto di chiederci come andrà domani. Al punto che stamattina un figlio è uscito per andare a scuola, nel dubbio che lo rimandino indietro... che qui in Lombardia par (ormai tutto "pare", o quasi) che la DAD riprenda al 100%. Ma perché le decisioni si prendono sempre di notte? basta questo "segno" per capire che qualcosa non va, che troppe cose non vanno.<p></p><p>E allora? nel giorno del compleanno dell'Elfo - son passati otto anni, otto, da quel "<a href="http://">ec</a><a href="http://sonotuttimiei.blogspot.com/2013/10/eccolo-qui-il-tuo-bambino.html" target="_blank">colo qui il tuo bambino</a>" che ancora riecheggia nelle orecchie mie e, ho scoperto stamattina, pure del Sant'Uomo - dopo otto anni decido che oggi sarà festa grande, in casa. Il menù prevede polpette e torta giallo/rossa (rigorosamente Grifondoro!), regali e visita alla Madonna di Loreto, quella Madonna a cui l'Elfo è stato esplicitamente domandato - con tanto di pellegrinaggio - e che proprio oggi viene a farci visita qui a Crema, dove abitiamo da febbraio. </p><p>E dopo la festa grande, come è giusto che sia, la decisione è di rispondere ad una chiamata. Siamo chiamati, i tempi stringono e non possiamo più tergiversare. Avevamo già deciso che quest'anno - come dovrebbe essere sempre - l'Avvento sarebbe stato penitenziale. Decidiamo oggi di anticipare l'Avvento. </p><p>Già da settimane avevo messo Facebook in "quarantena", oggi ho deciso che posso farne a meno del tutto. L'app di Amazon Prime Video è stata rimossa dal cellulare - Netflix l'abbiamo disdetto già da tempo - posso tornare a fare le faccende di casa senza "The good Doctor" in sottofondo. Pensando al prossimo futuro mi vengono in mente solo tre parole: penitenza, preghiera, carità. Che è la stessa cosa che dire "responsabilità", siamo chiamati a rispondere, ciascuno nella sua particolare circostanza, ad una realtà che non sta facendo sconti. Penso agli amici impegnati in diverso modo in attività sanitarie, così come a quelli che stanno subendo gravi perdite economiche. A chi sta male perché è ammalato, e a chi sta male perché ha paura, o è arrabbiato, o spaventato e solo. E la responsabilità credo possa prendere forma e carne in una risposta importante al reale, che ciascuno davvero è chiamato a dare secondo le sue inclinazioni, le circostanze in cui si trova, i suoi desideri.</p><p>Risuona in me in continuazione la frase di Lacan, personalmente rivista "che ne sto facendo, ora, del desiderio che mi abita?". Come affronto il desiderio dei miei figli, dei miei amici? Mille volte nella giornata si fa strada la domanda "cosa devo fare?" e riguarda cose importanti e grandi, ma riguarda anche il quarto d'ora di tempo tra il pranzo di un figlio e l'andare a prendere l'altro. Non mi è dato cambiare il mondo ("rendete a Cesare quel che è di Cesare"), mi è dato, però, cambiar me stessa ("rendete a Dio quel che è di Dio"). Perciò, ho bisogno di purificazione, e offerta.</p><p>Che la responsabilità, nella vita, ho imparato essere anzitutto offerta di sé, per l'utilità del mondo e la perfezione del singolo. Essendo, il bene, la perfezione dell'essere.</p><p>Perciò l'Avvento inizia stasera, in casa nostra, dopo aver spento le otto candeline dell'Elfo. L'attesa della Salvezza. </p><p><br /></p><div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-69304816757887805882020-04-23T08:14:00.002+02:002020-04-23T08:15:50.626+02:00Diario di bordo: forse non sto capendo qualcosa<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<div style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;">
<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh83FoL-6ugJQ2B8ngeCjMfnw5lV7YJk1FSwnwSKygOhrGbrenWi1iW8tZl8o6mnEFRwIwi4vqUsRW_GeDY0fUBkevCXiwRuW4i3PYGTvc_WRmBGgJ0FUYB0i0pRMK-DOqCLdbuMHdC9Ag/s320/Albero+piccolo.jpg" /></div>
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Son giorni che ci rifletto, e stamattina che mi sono alzata ben prima della truppa forse ho il computer libero un tempo sufficiente per mettere giù le mie riflessioni.<br />
Io non sto capendo qualcosa, forse.<br />
Leggo di task force, di mascherine prodotte di millemila generi, colori, materiali, fogge e tessuti. Visioni da film distopico su lastre di plexigras da mettere ovunque: al ristorante, in spiaggia, addirittura tra i banchi di scuola... Valanghe di nostri denari per mandare in giro droni che vadano a pescare eremiti che prendono il sole in solitaria, e multe date a desta e manca a chi va a prendere la moglie fuori dal turno in ospedale, oppure porta la spesa agli anziani genitori.<br />
Sulla Santa Messa interrotta dai carabinieri non spenderò parole, perché quelle che ho non sono adeguate al registro di questo blog.<br />
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Poi leggo che CENTOMILA MEDICI italiani - 100.000 - <a href="https://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=84198" target="_blank">scrivono un appello</a> perché i pazienti siano curati al proprio domicilio, fin dai primi sintomi. Perché, pare (pare eh!) che se non si lascia un malato per dieci o più giorni con febbre alta e saturazione bassa a casa solo con la tachipirina (o addirittura con l'areosol!!) ma gli si fornisce immediatamente assistenza con medicinali che stanno dando buone speranze - e su questo non entro che non è il mio mestiere - pare che non ci arrivino nemmeno in ospedale. GUARISCONO<br />
Ora, ma perché non siamo tutti concentrati su questo? Perché l'impegno del ministero della salute, del governo non vanno in questa direzione, a panzer proprio. Istruendo i medici di base (che pare abbiano bisogno di istruzioni) e dotandoli di TUTTO quello che serve, TUTTO, perché possano davvero seguire uno ad uno i loro pazienti fin dalla prima linea di febbre, dal primo colpo di tosse?<br />
A rigor di logica, ma posso sbagliarmi, chiedo proprio di essere aiutata a capire, ma a rigor di logica, se una malattia è così infettiva da costringere una nazione a chiudere TUTTO quel che non è essenziale (a partire dalle tabaccherie - no comment), non è che forse forse trovare un protocollo di cura è più interessante, significativo e utile, che non cercare di non contagiarsi?<br />
I dati quotidiani riportano sempre meno ricoveri e meno ricoveri in terapia intensiva. Anche se gli ammalati continuano ad aumentare, perché non la vediamo come una buona notizia? Se ci si ammala, ma si può guarire, ha senso continuare a immaginare di poter vivere in una bolla per non infettarsi?<br />
Quanto all'ipocrisia dello stato non ho più parole: chi fuma è certo (CERTO) di morire di tumore, a meno che qualche altro accidente non avvenga prima. Però lo stato sul fumo ci lucra e ovviamente le tabaccherie non chiudono nemmeno in emergenza sanitaria. Ma se una malattia ha una quantità incredibile di portatori asintomatici o paucisintomatici, lo stato ci mette tutti in gabbia, e spende tempo, energie e denari a far di tutto perché non si diffonda in alcun modo il contagio (dopo più di 40 giorni forse ci si può render conto che è semplicemente IMPOSSIBILE) e non convoglia tutte le energie invece a possibilità di cura efficaci (che i medici - CENTOMILA - dicono di stare iniziando a individuare, con successo). A che serve un tampone oggi, ad un paziente con febbre, tosse e polmonite interstiziale, che non satura? Abbiamo un'altra ipotesi di malattia, o siamo già sicuri - anche io che non sono medico - che ha il CoVid? Allora, basta 'sta cosa del tampone che salva la vita. I medici, le medicine ci possono salvare la vita: basta tamponi a nastro, curiamo al primo sintomo, curiamo tutti, curiamo subito.<br />
Forse la ripresa è più semplice e più vicina del previsto.<br />
A meno che qualcosa faccia comodo a qualcuno (ipotesi per me più rassicurante che il pensiero che non ci si arrivi, che davvero si sta pensando di riuscire ad impedire ad un virus altamente contagioso di continuare a girare tra persone che hanno - se pur minimi - contatti sociali). Il tabacco uccide di più - anche se ci impiega più tempo. Ma quello, è ancora comodamente in vendita a chiunque.<br />
Solo l'Eucarestia è proibita - che poi non lo è di diritto, ma lo è nei fatti. Quella sì che è pericolosa!</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-53198358316628420932020-04-18T15:40:00.000+02:002020-04-18T15:40:27.432+02:00Diario di bordo: riflessioni<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
La quarantena sta dando un sacco di spazio alla riflessione. Intanto abbiamo quasi finito il primo sacco da 15kg di farina, che quando l'ho visto ho pensato sarebbe durato per sempre. D'altra parte a mangiare in nove tutti i giorni, è durato più che a sufficienza.<br />
Oggi il sant'uomo me ne ha procurato uno da 25kg, così giusto per star tranquilli. Erano anni che desideravo comprare queste farine per pizzerie, ma ho sempre pensato fosse esagerato. Ora che ne ho avuto la "scusa" penso che ci farò l'abitudine, anche perché decisamente conveniente nel prezzo!<br />
Quando abbiamo acquistato quel primo pacco extra large anche per noi, ricordo benissimo che avevo pensato saremmo stati duri e puri: chiusi in casa tutti quanti, con una sola spesa settimanale - o anche ogni dieci giorni. Attenti e precisi nel seguire la didattica a distanza. Cittadini modello, insomma. <br />
<a name='more'></a>Non tanto per "dovere civico", valore che mi interessa molto poco, quanto per responsabilità nelle circostanze. Se una situazione ci chiede un determinato comportamento, è giusto assumerlo.<br />
Ma i giorni sono passati, e questa mia convinzione sta lentamente evaporando. Mi spiego: sono da sempre e per natura portata ad obbedire, la disobbedienza mi mette in agitazione, mi fa sentire "non a posto" e questo disagio da sempre mi ha portato ad una certa facilità nell'aderire alle circostanze date, con grandi benefici in passato. Non per virtù, ma per "ansia" ho affrontato diverse situazioni come andavano affrontate, senza ribellarmi, e ho nel tempo imparato che - anche se la motivazione dell'agire non era particolarmente adeguata - il "seguire" mi è stato utile. (scrivendo penso alla faccia del sant'uomo: lui sa quanto posso essere invece caparbia e testarda in altre situazioni, in cui pretendo di fare proprio come ho in mente io. Ma questo succede soprattutto nei suoi confronti, non ho "ansia" nel contraddirlo... devo capire se è un bene o un male!).<br />
Ora però mi pare che le circostanze non siano quelle dei giorni del famoso acquisto dei 15kg di farina. Il tempo è passato, le cose stanno - lentamente - cambiando. E non riesco più a comprendere come sia possibile che ci venga ancora chiesto un tipo di comportamento che non trovo più adeguato alle circostanze. Certo, non sono un medico e nemmeno uno "scienziato", ma credo che l'unico motivo oggi che ci costringa ancora #tuttiacasa è l'inettitudine di una classe politica che non poteva dimostrarsi peggiore di così. Penso in particolare al Ministro della Pubblica Istruzione, che non ha fino ad ora fatto altro che esternare dichiarazioni folli (quel "tutti promossi" proclamato ai quattro venti che ha fatto pensare "ma questa ha mai avuto a che fare con un adolescente in difficoltà con la scuola?"). Per non parlare di un ministro della Famiglia - che in modo evidente preferirebbe occuparsi solo delle Pari Opportunità - che di fronte all'esigenza di materiale didattico, informatico e di sostegno concreto per la quotidianità delle famiglie, risponde con grandi e anche condivisibili discorsi, ma che attualmente non ha fatto NIENTE di concreto. Si parla di "stanziamenti", ma i bambini hanno bisogno oggi, i genitori hanno bisogno oggi.<br />
E intanto ci chiediamo se a settembre riapriranno le scuole (per quest'anno si è già capito che non se ne parla), senza che una parola sia stata spesa per i bambini, i ragazzi, magari alla fine del ciclo scolastico, che sono andati a scuola - come i miei - l'ultima volta il 21 febbraio, che hanno lasciato lì libri, quaderni, le loro cose. E non sapevano che non avrebbero rivisto, e non rivedranno mai più, maestre e compagni. Quale pensiero è stato loro rivolto? Quale idea per affrontare la fine della scuola dell'infanzia, o del ciclo delle elementari? Non basta "abbuonare gli esami di terza media" per fare "felici" gli studenti (ho letto da qualche parte che si sta pensando ad una scuola senza libri né voti, ma con il "feliciometro" perché tutti vadano a scuola felici. Ma scherziamo?).<br />
Guardo La Streghetta, che l'anno prossimo approderà in prima media, per non parlare della Turista per Caso, che si sta preparando a un esame di maturità che ancora non sa come sarà. Chi ha in mente loro, i loro compagni, le loro speranze, le loro fatiche?<br />
Ecco, rifletto... </div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-80935974237177354602020-04-15T18:35:00.003+02:002020-04-15T18:35:50.223+02:00Diario di bordo: belle storie<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
E, niente, oggi non posso aggiungere parole, solo un consiglio di lettura: <a href="https://www.ifamnews.com/it/anestesista-in-prima-linea-non-vorrei-essere-in-alcun-altro-posto/" target="_blank">questa è la mia amica Jek</a>.</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-40298642206724411892020-04-13T15:11:00.001+02:002020-04-13T15:11:15.500+02:00Diario di Bordo: e anche Pasqua è passata<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Sembrava che ci fosse il tempo per fare qualsiasi cosa, compreso tenere aggiornato il blog quasi quotidianamente, ma non è così.<br />
O, meglio, il tempo c'è ma al momento passarlo davanti al pc non è il primo dei desideri, già abbastanza presi come siamo dalla DAD (didattica a distanza) - che sarà anche bellissima, ma che impegno! Mai ho atteso le vacanze di Pasqua come quest'anno dove apparentemente poco è cambiato.<br />
Temevo molto per la liturgia "on line" e devo dire che la veglia Pasquale è stata un po' faticosetta da seguire dal divano senza addormentarsi - l'Elfo e la Meraviglia però hanno dichiarato che è stato molto più comodo dormire lì che sulle panche della chiesa. Ma l'intensità dei gesti ci ha raggiunti ugualmente, e, anzi, il sant'uomo è arrivato a rinominare le stanze di casa nel desidero di rendere sempre più concreto il nostro "monachesimo familiare". <br />
<a name='more'></a>Abbiamo perciò un refettorio, un capitolo, la biblioteca, lo scriptorium, le celle e addirittura il chiostro - il piccolo giardino sul retro della casa ne ha persino la forma! La Turista per caso - che in questo tempo ha ripreso anche la passione per la sartoria, non so più come chiamarla! - non è molto d'accordo, ma tant'è. Io ho completato un puzzle da 1500 pezzi (con un minimo aiuto, ma minimo proprio, dalle femmine di casa), ho letto più di un migliaio di pagine - di carta, ho ceduto persino il Kindle perché di schermi non ne posso davvero più. La maggior parte dei miei slanci creativi è frenato dalla scarsa possibilità di acquisto - e di questo il sant'uomo ringrazia - ma sto elaborando progetti significativi per le pareti di casa (e non solo) Oltre ad aver fatto una "lista dei desideri" lunga come non ricordo di averne mai fatte, con tutto quel che mi viene in mente per rendere ancora più accogliente la nostra casa.<br />
Per Pasqua, però, oltre alle uova - ma ne abbiamo prese solo tre, pure piccole, e il cioccolato è già quasi finito - abbiamo deciso di regalarci dei libri, e di acquistarli dagli amici della <a href="https://www.facebook.com/libreriamittel/">Libreria Mittel</a>, un vero e proprio gioiello aperto a Lodi da pochissimo, uno dei primi posti dove vogliamo tornare appena sarà possibile, per gustare un buon aperitivo mentre Petra e Franz ci consigliano, di vini, di libri, di tisane... in una atmosfera che è davvero casa. Ora aspettiamo con ansia i nostri libri "a sorpresa", certi che saranno giustissimi per noi.<br />
E se anche domani "ricomincia la scuola" ci consoliamo pensando che potremo almeno fare lezione all'aperto, nel chiostro!</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-22266153543647145622020-03-31T15:02:00.002+02:002020-04-02T18:39:32.624+02:00Diario di bordo: cali di tensione. E impasti<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Ci son giorni buoni, e giorni meno buoni. Momenti in cui l'ottimismo pervade, ed altri in cui è più facile vedere tutto nero.<br />
Dei mille consigli che si trovano praticamente ovunque in questi tempi sul web, uno di quelli che mi ha fatto stare meglio è quello di stare all'aperto. Non so se effettivamente esporre qualche centimetro quadrato di pelle al sole aiuta la produzione di vitamina D, ma sicuramente approfittare del weekend soleggiato mi ha fatto bene: mi sono presa cura - spero - del nostro piccolo giardino, mettendo in pratica i consigli che ci ha dato la nonna via chat, visto che di giardinaggio non me ne intendo nemmeno un po', mentre i bambini - e non solo quelli più piccoli - sono impazziti dopo aver trovato una piccola colonia di chioccioline sotto le foglie morte che ho cercato di eliminare da alcune piccole aiuole. Il contatto con la terra fa bene, a me e a loro.<br />
Almeno non ho più le mani sporche solo di farina.<br />
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A tal proposito: dopo aver ucciso la pasta madre, ormai tanto tempo fa, mi sono resa conto alla fine della settimana che, nonostante i venti e passa kg di farina in dispensa (che sono il fabbisogno medio per noi per una quindicina di giorni circa, tra pane, pizza e torte), mi sono rimaste solo sei bustine di lievito di birra secco in casa. Così, per tenere da parte le scorte, ho fatto un piccolo impasto una sera, con 200 grammi di farina e tre grammi di lievito (acqua quanto basta), lasciando lievitare tutta la notte. Al mattino ho usato parte per impastare, e ne ho rinfrescata un'altra parte, per il giorno successivo. Ogni sera rinfresco, e la mattina impasto. Così ho un lievito sempre attivo, che non è pasta madre perché è partito con del lievito di birra secco, ma è utilizzabile fin dal primo giorno (realisticamente, non ci sono le possibilità oggi per attendere un mese e soprattutto per usare tutta la farina che andrebbe poi buttata nei rinfreschi successivi di una pasta madre che parta da zero). Ovviamente i tempi di lievitazione sono lunghi, impasto al mattino per infornare a cena - sto addirittura pensando di aumentare ulteriormente, rinfrescando al mattino, impastando la sera per infornare la sera dopo. I commensali paiono soddisfatti, io penso ci sia largo margine di miglioramento, ma date le condizioni direi che va bene così.<br />
Ho ripreso anche la macchina da cucire, e seguendo un tutorial ho iniziato a produrre mascherine (mi tocca ora aspettare l'elastico, che avevamo in scarsissima quantità, per poterne fare una a testa). I bambini sono felicissimi, giocano ai supereroi, e mi fanno improbabili ordinazioni: "io la voglio con un fiore e dei brillantini d'oro", "io nera coi denti da squalo"... vedremo.<br />
L'aver iniziato questa produzione dice del fatto che, nonostante il mio ottimismo iniziale, mi sto abituando al pensiero che non finirà molto velocemente (io mi cullavo in "se facciamo quindici giorni di chiusura cattiva, poi va tutto a posto"). Ma non sta andando tutto a posto, forse proprio perché già "tutto è dove deve essere e va dove deve andare: al luogo assegnato ad una sapienza che (il cielo sia lodato!) non è la nostra" (Miloz, Miguel Manara). Ricordando che questo non toglie il dolore, né la fatica, piccoli o grandi che siano... </div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-50307419486405207272020-03-23T14:12:00.003+01:002020-03-23T14:13:25.773+01:00Diario di bordo: la conferma del bene<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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La convivenza stringente - più ancora del solito - ci sta svelando che quell'intuizione che un po' sottotraccia ci accompagna ormai da anni si dimostra, alla prova dei fatti, sempre più vera: il bene non è contraddittorio. Siamo cresciuti in un ambiente culturale che ci porta a pensar sempre al bene come se fosse una buonissima torta, di quelle con il pan di spagna e la panna montata - come quella che ci siamo fatti ieri che era la domenica in Laetare, pure farcita di Nutella - più siamo a farci la merenda, meno torta ci sarà per noi. E, soprattutto, chi prima arriva meglio alloggia, e chi fa tardi rischia di restare a bocca asciutta.<br />
Ma il bene non è così. Il bene, quello che nelle mie <a href="https://www.ifamnews.com/it/carboidrati-filosofia-1-il-male-e-relativo/">cene filosofiche</a> (scriverò anche di questo) son solita definire "perfezione dell'essere" non è contraddittorio: ciò che concorre alla mia perfezione, alla realizzazione di me, è per natura utile in vista del bene comune. La realtà è fatta proprio così, ed è solo quando ci inganniamo, pensando che il nostro bene stia in qualche particolare soddisfazione puntuale, abbiamo la sensazione di "perderci qualcosa", allargando lo sguardo oltre a noi stessi.<br />
<a name='more'></a><br />
Io non avevo voglia di fare i compiti di seconda elementare, avevo tutt'altro per la mente, fosse anche di rifugiarmi sul mio sgabello in cucina, a guardare gli ultimi "aggiornamenti" (nonostante la mia <a href="https://piovonomiracoli.wordpress.com/">amica Anna </a>mi abbia ben testimoniato che non solo non è utile, ma addirittura controproducente). Invece quei compiti andavano fatti, e man mano nel corso del tempo, stando lì seduta a fianco all'Elfo che non è esattamente un docile discente, né un particolare amante dei compiti di scrittura, ho iniziato a far caso a come scrive mio figlio. Impiega un sacco di tempo, colleziona un bel po' di errori, ma non - come sempre siamo portati ad accusare - per svogliatezza e pressapochismo (poi la pigrizia è un male molto diffuso e penso pochissimi ne siano immuni), ma, al contrario - e me ne sono dovuta accorgere a marzo della seconda elementare, grazie alla situazione in cui ci troviamo, perché lui non scrive le parole: le disegna. Il gesto grafico che compie non è il gesto rapido e abitudinario che compio io - infatti per aiutarlo e mostrargli come si scrive "stornello" ho dovuto concentrarmi ed impegnarmi a percorrere tutti i gesti con una attenzione ormai sconosciuta - lui è quasi come se pennellasse le lettere. Con evidente abnorme perdita di tempo, e di attenzione - non per niente capita che salti una lettera ogni tre o quattro. E, dopo aver scritto ogni parola, si ferma e la riguarda, addirittura va a rifinire qualche gambetta o qualche trattino, appunto, come si fa con un dipinto. Senza ovviamente accorgersi se manca una lettera, perché il suo interesse è per il lato "artistico" della vicenda. Se questa modalità di lavoro settimana scorsa aveva portato ad una crisi totale, mia e sua, per il mio spazientimento e la sua delusione perché "non sa fare bene", oggi è stato l'opposto. Io mi sono appassionata nel "guardarlo fare" e insieme abbiamo visto che è utile provare a percorrere insieme la parola, immaginare in quale punto la penna si stacca dal foglio, e dove invece può scorrere liscia per più lettere di fila. Ne è risultata una pagina ordinata, una calligrafia incredibile, se paragonata a quella della settimana scorsa. Un bambino soddisfatto e una mamma sicuramente più allegra che se si fosse occupata di leggere le ultimissime polemiche sul web.<br />
Il bene, no, non è davvero contraddittorio.<br />
Così la maestra ha potuto ricevere già in mattinata un bel lavoro fatto con entusiasmo, corredato dalla gratitudine di una mamma che avrebbe forse solo voluto accorgersi prima di come poteva esser soddisfacente studiare insieme così.<br />
Ovviamente a distanza di pochissimi minuti da questo ottimo successo l'Elfo veniva pesantemente ripreso dal sant'uomo - in piena call conference - per i giochi non esattamente ortodossi che si era inventato proprio sul pianerottolo fuori dallo studio, insieme alla sua compagna di avventure, la Meraviglia. Mattinata conclusasi con un importante lavoro sugli articoli, sul <a href="http://www.baby-flash.com/wordpress/2020/03/11/gli-articoli-determinativi/">sito</a> suggerito dalla maestra - ovviamente con l'Elfo alla tastiera e la Meraviglia a suggerire - mi devo informare se sarà possibile mandare anche lei direttamente in terza elementare, a settembre, visto che ormai partecipa con noi del lavoro quotidiano!</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-48726021645273773262020-03-20T15:09:00.000+01:002020-03-23T11:47:27.982+01:00Diario di bordo: il "fiorellino" della Meraviglia<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh83FoL-6ugJQ2B8ngeCjMfnw5lV7YJk1FSwnwSKygOhrGbrenWi1iW8tZl8o6mnEFRwIwi4vqUsRW_GeDY0fUBkevCXiwRuW4i3PYGTvc_WRmBGgJ0FUYB0i0pRMK-DOqCLdbuMHdC9Ag/s320/Albero+piccolo.jpg" /></div>
Stamattina io e La Meraviglia facevamo colazione - lei è sempre la prima dei figli ad alzarsi, anche se La Lettrice (già Streghetta) si sveglia prima, lei però resta nel letto a leggere.<br />
Dunque, si faceva colazione (per la cronaca, lei pane tostato, burro e zucchero e spremuta d'arancia. Io succo di pompelmo e mela con cannella e yogurt) e ad un tratto vedo che mi guarda con la faccia di quando sta per dire qualcosa di importante, su cui ha riflettuto: "mamma, ho deciso di fare un fiorellino: non disubbidisco più!".<br />
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Ci è voluto un momento, il tempo di ricordarmi che la sera precedente coi grandi si disquisiva di sacrifici ("fioretti" quaresimali), in un momento - verso la metà della Quaresima - in cui la fatica si inizia a sentire, e - tra l'altro - la domenica <i>in laetare</i> è a due passi. Qualcuno diceva "io cambio, ricomincio a giocare al computer, ma smetto coi giochini sul telefono" e simili... Si vede che le piccole orecchie erano teste, e che il cervellino ha lavorato.<br />
Ed ecco anche lei ha pensato al suo "fiorellino", e - non mi stupisco nemmeno un po' - ha pensato a far contenti noi, me e il sant'uomo. Lei che a volte fa capricci come una piccolissima, altre risponde male come se fosse molto più grande, ma che sempre, sempre, quando viene sgridata, piange per il dispiacere e in mezzo alla sua valle di lacrime esclama sempre "scusami".<br />
Non erano nemmeno le otto del mattino, ma la giornata, per me, aveva già portato i suoi frutti!</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-22931679147078098512020-03-19T18:11:00.000+01:002020-03-23T11:47:51.808+01:00Diario di bordo: a volte basta una bottiglia di prosecco (!)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh83FoL-6ugJQ2B8ngeCjMfnw5lV7YJk1FSwnwSKygOhrGbrenWi1iW8tZl8o6mnEFRwIwi4vqUsRW_GeDY0fUBkevCXiwRuW4i3PYGTvc_WRmBGgJ0FUYB0i0pRMK-DOqCLdbuMHdC9Ag/s320/Albero+piccolo.jpg" /></div>
Viene quasi da ridere: ieri ho fatto un post tutto positivo sui compiti dei figli, stamattina mi sono trovata a litigare col computer - mettiamola giù soft, ma ha rischiato di volare dalla finestra! - semplicemente perché ci metteva tanto a caricare, e di fatto sui tre piccoli ho un unico pc. Gli insegnanti, poi, sono stupendi perché caricano audio, video, power point e schede da stampare. Peccato che io abbia un solo pc connesso ad una stampante, e non sia quello dei "bambini"... Insomma, sembrava impossibile riuscire a portare a casa il lavoro di chiunque oggi.<br />
Si sclera, va bene, vuol dire che si è sempre vivi...<br />
Il sant'uomo è intervenuto, ha sistemato il problema - come fa sempre - si è pure preso La Polpetta seduta vicino, che ha fatto i compiti di analisi logica mille volte meglio di come li avrebbe fatti col mio fiato sul collo - ho questo piccolo, "insignificante" problema che quando qualcuno è men che rapido nel far le cose mi altero un pochino. E La Polpetta non è esattamente un fulmine di guerra. Arriva dappertutto, ma coi suoi tempi, che non sono i miei.<br />
E sempre qui si arriva: la realtà è qualcosa di profondamente differente da quel che ho in mente io. Non sono bastati 45 anni per allenarmi a questo giudizio, che pure c'è, ma che nella pratica è difficile giocare.<br />
Per fortuna ci sono gli amici, e nel mio pluriennale allenamento allo stare in casa non è cambiato molto: ci si telefonava prima esattamente come ora. Adesso poi ho anche il mio "giardinetto" dove mi rifugio a chiacchierare, e val come una bella passeggiata nei campi, forse anche di più.<br />
La realtà non corrisponde a quel che ho nella testa io, ma mi vuole bene, e questo aiuta anche a far pace col computer troppo lento.<br />
Ieri abbiamo ricevuto in dono dei pasti pronti, per noi e gli amici che ne possono aver bisogno - a partire dall'Anna, internista all'ospedale di Crema, e la sua amica in quarantena. Insieme ai pasti, è arrivata una bottiglia di prosecco, e fa impressione, ché pensando a domenica che è la domenica <i>in laetare</i> avevo proprio il desiderio di farmi un aperitivo col sant'uomo, ma ovviamente non l'avrei fatto uscire per questo. Ma il prosecco è lì, che ci aspetta in frigorifero (devo parlare della gioia del mio frigorifero nuovo? prima o poi ne parlerò). E mi commuovo per quella carezza quotidiana che, basta aspettarla, basta guardare bene, arriva sempre</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-67683390309792532472020-03-18T14:58:00.000+01:002020-03-23T11:48:02.201+01:00Diario di bordo - i compiti<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<img height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh83FoL-6ugJQ2B8ngeCjMfnw5lV7YJk1FSwnwSKygOhrGbrenWi1iW8tZl8o6mnEFRwIwi4vqUsRW_GeDY0fUBkevCXiwRuW4i3PYGTvc_WRmBGgJ0FUYB0i0pRMK-DOqCLdbuMHdC9Ag/s320/Albero+piccolo.jpg" width="240" /></div>
Il test è stato superato: i figli dotati di connessione libera si sono accorti del post, l'hanno letto e non si sono lamentati, anzi... Il che permette di proseguire con certa serenità, nella consapevolezza che è meglio parlare dei piccoli, di quelli che non andranno a leggere cosa scrivo di loro - e soprattutto che non hanno amici che vagano tra blog mammeschi, così da evitare il pubblico ludibrio. Pur vero che in famiglia una certa mania di protagonismo l'abbiamo tutti, ciascuno a suo modo, ma tutto ha un limite.<br />
Nella nostra nuova "casa verticale", come l'ha definita l'Ingegnere, che ricorda un po' "La Tana" della famiglia Weasley (d'altra parte è da sempre che nel gioco del "tu chi saresti?" tra i personaggi fantastici preferiti io mi sento Molly Weasley, e recentemente <a href="https://it.aleteia.org/2020/03/11/molly-weasley-riscatto-chi-essere-solo-mamma/">ho capito perché</a>) le giornate proseguono tutte uguali e tutte diverse, secondo un nuovo ritmo che non ci è stato difficile trovarci addosso.<br />
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Al mattino le truppe si svegliano "all'alba" - cioè almeno un'ora dopo la sveglia nel mondo pre-covid - in modo che tutti possano far colazione in tempo perché chi ha la video-lezione alle 8:30 - non tutti i giorni, ma capita - non arrivi in ritardo. Stiamo addirittura cercando di tenere fede all'Angelus mattutino, che "prima" veniva recitato alla partenza del sant'uomo coi piccoli alla volta della scuola. Ora non sempre ci riusciamo, il sant'uomo si alza ben prima di tutti noi e alle 8:00 è nel pieno della giornata lavorativa - evviva lo smart working, anche se alla fine lavora un paio d'ore in più di "prima", e la sera si vede! - senza di lui noi siamo indisciplinati, o semplicemente distratti...<br />
Negli anni ho sviluppato una routine nelle faccende domestiche per cui finita la colazione la lavapiatti è già svuotata dai piatti della cena, riempita delle stoviglie della colazione, tutto è in ordine e addirittura - a volte - inizio a pensare al pranzo. Invecchiando il mio motto "se posso farlo dopo, lo farò dopo" si è profondamente modificato. "Quel che riesco a far prima, è un guadagno" è ormai il mio pensiero, non già per il futuro riposo, ma per le innumerevoli altre cose da fare - warning! ciò non significa che non mi riposi, lo faccio fin troppo. Ma mi prendo i miei momenti senza nessuna programmazione, quando capita. Indisciplinata resto, e pure disordinata... sennò non sarei io. Dislocati i liceali alle rispettive postazioni di lavoro (devo dire che un clima di studio così "prima" in casa ce lo si sognava) tocca a me predisporre il lavoro del mattino. Non avendo ovviamente un pc a testa per figlio - ci mancherebbe anche quello - i compiti sono spalmati nell'arco della giornata, tra chi è autonomo e chi meno, in base soprattutto alla mia "voglia" di fare l'una o l'altra cosa. In questi giorni abbiamo operato con le decine e le unità usando i lego, elaborato meravigliose mappe sulla mitosi cellulare - speriamo che l'interrogazione on line vada bene! - disegnato rettangoli di perimetri vari ed assortiti. C'è addirittura la poesia per la festa del papà, che la nostra meravigliosa maestra dell'asilo, Anna, ci ha fatto imparare con un video bellissimo.<br />
Nel clima di leggerezza che su queste pagine si è deciso di tenere, va detto che questa strana condizione comporta dei privilegi importanti: quante volte avremmo desiderato esser delle mosche nelle classi dei nostri figli? ecco, capita riponendo la biancheria di fare un ripasso di storia, o dovendo necessariamente condividere la scrivania imparare finalmente cos'è un logaritmo. Subendo poi da sempre il fascino dell'homeschooling, mettersi alla prova, almeno in parte, è interessante: certo, il "lavoro grosso" lo fa qualcun altro - i nostri splendidi insegnanti che non stanno facendo mancare nulla, dimostrando una creatività e una fantasia invidiabili! A noi tocca mettere in pratica e a volte - va confessato - non è sempre facile seguire quel che un altro indica. Ho notato che è un attimo, però, passare dalla fatica alla collaborazione: nonostante probabilmente siano subissati da messaggi, email, foto - magari sfocate, le mie sicuramente - di valanghe di esercizi, temi, disegni, ecc... i nostri insegnanti rispondo a tutti i quesiti, sono assolutamente comprensivi se in casa ci manca la tintura di iodio per far l'esperimento di scienze, non hanno il problema che tutto si segua pedissequamente, ma che ciascuno "non resti indietro". Ma attenzione, non sul "programma" - che se stiamo imparando, si spera, qualcosa in questi giorni è che i nostri programmi valgono molto poco - nessuno "resta indietro" nell'esperienza, cioè nel paragone tra sé e il reale. Per questo val la pena - e non solo per la mia inveterata pigrizia - non sistemare le librerie come pure mi piacerebbe fare, non ripulire il garage che è già tutto un pasticcio, e nemmeno sprofondarmi in un libro - ne ho due o tre che meriterebbero giornate intere - per aprire Teams per l'ennesima volta, cercando di far quadrare la presentazione di Power Point sulla geometria, la video lezione di latino e gli ascolti di musica. Che né la Polpetta, né la Streghetta, né l'Elfo - ma nemmeno la Meraviglia, per quel che è dato di fare anche all'asilo - perdano qualcosa della provocazione che la realtà è, fatta di cose tutte nuove e tutte vere, oggi come un mese fa. Ci perdonerà, forse, la maestra di inglese se mi dimentico ogni giorno di far disegnare The Monster all'Elfo, e il professore di storia capirà se non trovo più gli schemi - che però sono stati fatti - sull'anno Mille dalla Polpetta. Stiamo imparando che i "compiti" non sono l'esito "cartaceo" che possiamo o meno consegnare, ma la risposta a noi stessi - anzitutto - e a chi ci domanda, a chi sta domandando qualcosa proprio a noi. La preoccupazione è solo questa: dentro tutto, con i nostri limiti e le nostre fatiche, i nostri entusiasmi e le nostre vittorie, noi ci siamo. </div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-78555493855533297912020-03-17T15:46:00.000+01:002020-03-23T11:48:11.928+01:00A volte ritornano, davvero<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<img src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh83FoL-6ugJQ2B8ngeCjMfnw5lV7YJk1FSwnwSKygOhrGbrenWi1iW8tZl8o6mnEFRwIwi4vqUsRW_GeDY0fUBkevCXiwRuW4i3PYGTvc_WRmBGgJ0FUYB0i0pRMK-DOqCLdbuMHdC9Ag/s1600/Albero+piccolo.jpg" /></div>
Eccoci qui, a non so più quanti anni di distanza dall'ultimo post, eppure ci siamo ancora.<br />
La famiglia delle sette campanelle (ma c'è qualcuno che se le ricorda? noi le campanelle non le abbiamo nemmeno più... fagocitate in qualche attività di decluttering pesante) c'è ancora tutta, sempre con la stessa formazione, anche se in una nuova location.<br />
Abbiamo cambiato casa, esaudendo il sogno di tornare nella città natale del sant'uomo, e ci siamo trasferiti in una villetta su tre piani, che - alcune di noi se lo augurano - con i suoi 39 gradini in tutto - l'Elfo li ha contati più volte - dovrebbe aiutare a rassodare i muscoli che più ne hanno bisogno.<br />
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La Turista per caso - già Sartina - è ampiamente maggiorenne, e alle prese con lo studio per la maturità, che chissà che volto prenderà, in questa strana situazione. Ha trascorso un quadrimestre in Germania, lo scorso anno - giusto per non tradire il suo nome - e continua ad amare le lingue e la lettura - non ha nemmeno smesso di dilettarsi col cucito.<br />
L'ingegnere è alto una spanna più di me - forse di più - magro come solo suo padre alla sua età (il che non induce a ben sperare per il futuro), anche lui se ne è volato all'estero per qualche mese, all'inizio dell'anno scolastico. Ha vissuto a Madrid, ed è persino sopravvissuto al "fuso orario" spagnolo, pranzando ben oltre l'orario in cui era abituato a far merenda, e andando a dormire ad orari per noi inverecondi. Appassionato di basket, ossessionato dalle simmetrie e dalla regolarità. Ingegnere, insomma.<br />
Del Cavaliere è cambiato che adesso ha i baffi. Ebbene sì, ha i baffi. Per fortuna io e suo padre abbiamo provveduto a generare un tot di fratelli più piccoli, con cui può ancora giocare - ultimamente si sta specializzando in D&D, ma soprattutto nel disegno, con doti notevoli.<br />
La Polpetta è sempre una polpetta, anche se frequenta la prima media, forse più di tutti noi soffre la reclusione, lei che è portata per natura a voler bene a tutti - e a raccontare a tutti tutto quello che ci riguarda! Grazie alla didattica on line riesce a tenersi in contatto coi professori, cui ha raccontato nel dettaglio la nuova casa.<br />
La Streghetta ormai è una donnina, silenziosa e assennata. Ha letto tutti i romanzi di Harry Potter nelle ultime settimane. Se la "perdiamo" sappiamo che in casa si è ritagliata un angolo, nel sottotetto, dove leggere in pace.<br />
L'Elfo è un personaggio che non si può raccontare a parole... definito anche il nostro "fallimento educativo", non obbedisce quasi mai, però chiede sempre scusa. Fa tutto al contrario, è sempre pronto a frignare e dar la colpa a qualcun altro. Però poi viene ancora nel lettone a far le coccole, ti sorride coi suoi (pochi) denti e ti chiedi come faresti a farne a meno.<br />
E poi c'è lei, la Meraviglia - che a breve compirà cinque anni, cinque! - lei che scrive già - ma rigorosamente al contrario - e si mette a suggerire a suo fratello, quando lui fa gli esercizi di lettura al computer. Bionda, pallida come una principessa d'altri tempi, ci mette tutti in riga con uno sguardo. Alla domanda "come ti senti?" risponde "meravigliosa"(non è uno scherzo! lo fa veramente).<br />
Eccoci qui, siamo sempre noi. La convivenza forzata - ma per noi la Provvidenza è sempre protagonista, e ci ha permesso di traslocare proprio subito prima del lock down - non pesa quasi per nulla, su tre piani anzi a volte ci capita di non trovare qualcuno... Abbiamo dovuto implementare il numero di pc a disposizione degli homeschooler - che poi i tre liceali (sì, sono già in tre alle superiori!) se la cavano alla grande da soli e devo dire che il clima di studio è forse più significativo ora che nelle settimane passate. Devo solo giusto organizzarmi bene io con le fotocopie e le lezioni on line e così via dei tre più "giovani" scolari. Sempre la Provvidenza, avevamo destinato una delle stanze più grandi di casa allo "studio" con ben due tavoli e sei librerie (grazie Ikea) così papà può rinchiudersi in pianta stabile per il suo smart working, e noi a turno ci avvicendiamo all'altro pc. Mentre i due più grandi ne hanno uno personale, nelle loro personalissime stanze (in realtà ce n'è una per i maschi - ma l'Ingegnere si comporta da padrone, e il Cavaliere è troppo buono per non cedere sempre - e una splendida e romanticissima mansarda per le femmine - ma la Turista per caso si è ritagliata un suo spazio personale in guardaroba, che è ormai il suo rifugio). La televisione, rigorosamente senza antenna e da poco tempo anche senza Netflix, viene accesa solo una volta al giorno, segno che gli animi sono ancora più che sereni. Poi di nuovo la sera, quando io e il sant'uomo, ormai "anziani" ci ritiriamo nella nostra cameretta - mansarda anche lei - i tre grandi si guardano qualche puntata di qualche serie, ormai vanno sempre a dormire dopo di noi. Qui si ride ancora tanto, nonostante i miei attacchi di ipocondria ("ti sei lavato le mani? lava di nuovo le mani!" a figli che non escono di casa da dieci giorni almeno), si prega - la Via Crucis del venerdì sera, tutti insieme, è stata davvero un momento significativo - si attende. Una Quaresima che è davvero una attesa, per noi che siamo nelle retrovie. Con il pensiero teso a chi combatte in prima linea, a partire dagli amici i cui volti sono stampati nella mente e nel cuore.<br />
Vediamo se questo tempo permetterà di riprendere una certa regolarità, con un "diario di bordo" della nostra personalissima quarantena.<br />
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<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-4834394899229636252016-06-15T08:46:00.003+02:002016-06-15T08:46:22.787+02:00Eccoci qui<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Sono al pc, tutta sola in casa (cioè, la sola sveglia in casa) e proprio in questo momento arriva un commento ad un vecchio post. Moderarlo, rispondere e immaginare di tornare a scrivere qualche riga è stato un attimo...</div>
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Ci sarebbe così tanto da raccontare (e invece è così poco il tempo per farlo!!).</div>
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La Sartina, ops... La Turista per Caso oramai, ha concluso il suo primo anno di scuola superiore. Due viaggi all'estero e tanta voglia di ripartire. Io la guardo con la coda dell'occhio e mi chiedo chi sia quella ragazza grande che mi segue come se fosse mia figlia (non sono forse troppo giovane per avere una figlia così grande??). Non so se posso scriverlo (è giusto anche rispettare la loro privacy, ma non penso che le sue amiche leggano il mio blog...), ma io e il Sant'Uomo ci siamo sentiti riempire il cuore quando qualche sera fa ci ha detto "ma, non esco va, mi diverto di più a casa con voi stasera". Non è così (per fortuna) sempre, ha il suo giro, le sue amiche, le amiche del cuore, le compagne di scuola... c'è sempre qualcosa da fare, qualcuno da sentire, qualche messaggio a cui rispondere... ma "con noi si diverte". Pensarlo mi commuove!</div>
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L'Ingegnere è alle prese con gli esami di terza media. Ovviamente agitatissimo, ma senza darlo più di tanto a vedere. Non vede l'ora di deporre i libri e trovarsi davanti due mesi "senza compiti" (non sa che ho intenzione di farmi dare una mano con quelli dei fratelli!!!).</div>
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Il Cavaliere sta crescendo, anche se il suo animo di fanciullo se lo sta portando dietro! è un vulcano di parole (sempre nei momenti meno indicati, poveretto) e di idee. Credo che i suoi professori stiano finalmente riposando dopo un anno di domande, approfondimenti, richieste, aggiunte, testimonianze... è davvero bellissimo vedere come per lui la realtà sia sempre interessante in ogni particolare, in ogni sfumatura. Vuole conoscerla tutta, soprattutto quegli aspetti che "vede solo lui" con la sua sensibilità tutta speciale. (ah, un ringraziamento doveroso all'insegnante di italiano, che ha assegnato come compito di tenere un "diario di bordo" da aggiornare almeno due volte a settimana. Ora ogni volta che usciamo di casa segniamo orari, temi di percorrenza, strade percorse, attività svolte, tempi di rientro... manca una mia foto in cassa al supermercato poi la nostra estate sarà documentata in ogni dettaglio!!! Mi consolo pensando che a settembre non dovrò correggerlo io!).</div>
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La Polpetta è sempre più una polpetta! Il suo animo dolce e accogliente sta facendo posto anche ad una certa determinazione (se non ha voglia di mettere ordine, non lo farà né con promesse, né con ricatti). D'altra parte dopo aver apparecchiato "benissimo" la tavola una volta, ora lo vuole fare sempre lei. Se c'è bisogno di un abbraccio morbido, in casa sappiamo a chi rivolgerci!!!</div>
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<br />La Streghetta è grandissima!! Una quindicenne nel corpo di una seienne! Non ce ne lascia passare una, puntualizza ogni affermazione, ogni imprecisione, ogni discorso non proprio perfetto... Ma è anche tanto allegra ed ironica, sta perfino mostrando un lato affettuoso. Ed ha raggiunto il suo obiettivo di essere in camera con l'Ingegnere. Si somigliano così tanto quei due!</div>
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L'Elfo sta diventando un bimbetto simpatico, con la sua faccia da super monello, in questo periodo mi commuove per l'attaccamento che dimostra per i fratelli. In questi giorni non si capacita di come mai gli altri dormano tutti ancora, mentre lui va all'asilo. Mi guarda e chiede "e i miei fratelli?". Ma di tenerlo a casa non se ne parla, ieri sera dopo le 20:30, già messo a far la nanna, si è alzato due o tre volte (dal letto "grande" in camera coi fratelli finalmente!!) per assicurarsi: "io voglio andare all'asilo! perché domani? perché adesso è chiuso?". Solo quando gli ho detto che la maestra stava dormendo anche lei si è convinto ad aspettare stamattina... E ovviamente dopo aver domandato: "posso un biscotto?" e al mio "no" aver rilanciato: "e allora almeno un po' d'acqua?". Copione di ogni serata...</div>
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Infine La Meraviglia... è meravigliosa. Io perdo il tempo guardandola crescere, anche lei con i suoi momenti "no" e i suoi momenti belli. Son due notti che si è "trasferita" nel lettino nuovo (di quelli Ikea bassi) in camera con La Turista per Caso, e son due notti che non si sveglia nemmeno una volta. Dopo qualche mese di fatica, si vede che eravamo proprio noi a disturbarla. Sono contenta (come non potrei, sono anni che non dormo due notti di fila... non mi ricordavo cosa volesse dire) anche se anche questo è un nuovo strappo. Cresce, cammina, mangia da sola (lei sì, come sua sorella, vuole mangiare tutto da sé: prende il cibo con una mano, lo mette sulla forchetta, porta la forchetta alla bocca, riprende il boccone con la mano e finalmente lo mangia. Più o meno, insomma...), inizia persino a parlare (ed è probabilmente un giudizio su di me, il fatto che porti tutto all'orecchio dicendo "chi è?" ... metà della responsabilità comunque è delle sue madrine... è con loro che sono sempre al telefono!!!). La guardo, mi si riempie il cuore di bellezza e nostalgia. </div>
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Credo che siano proprio le due cose che più invadono il mio cuore: la bellezza per quel che c'è, la nostalgia per quel che c'è stato, e anche per quel che deve venire. Per ciascuno di loro, che è stato tutto dentro di me, e che si fa strada ora pian piano, nel mondo. E il mio sguardo che è sempre più sullo sfondo, mentre loro restano in qualche modo, ancora, tutti dentro di me.</div>
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<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com8tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-15921675519863842582016-03-18T09:49:00.000+01:002016-03-18T09:49:56.144+01:00La vita monastica è la Chiesa allo stato incandescente<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<div style="text-align: center;">
Prendiamo le nostre vite</div>
<div style="text-align: center;">
come se fossero incenso</div>
<div style="text-align: center;">
e le gettiamo a larga mano</div>
<div style="text-align: center;">
nel braciere dell'amore.</div>
<div style="text-align: center;">
Vogliamo bruciare </div>
<div style="text-align: center;">
davanti ai due cuori sanguinanti</div>
<div style="text-align: center;">
che tanto soffrono per il mondo:</div>
<div style="text-align: center;">
il cuore dell'uomo-Dio</div>
<div style="text-align: center;">
e quello immacolato della Madre sua.</div>
<div style="text-align: center;">
Noi vogliamo che</div>
<div style="text-align: center;">
profumate nuvole di adorazione</div>
<div style="text-align: center;">
s'elevino incessantemente</div>
<div style="text-align: center;">
davanti al trono di Dio</div>
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<div style="text-align: right;">
Santo Stefano Harding </div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-34468353999704238442016-03-16T09:40:00.000+01:002016-03-16T09:45:19.167+01:00Le stelle<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
Riflettevo stamattina su una cosa importante: tanti fraintendimenti della politica, dell'etica, della vita sociale e relazionale oggi nascono, a mio avviso, da un fenomeno molto semplice e banale: non guardiamo più le stelle.<br />
Io vivo in un paesino sperduto, ma anche qui il buio (quello vero) non accade quasi più, figuriamoci nelle grandi città.<br />
Due sere fa mi trovavo in un paesino ancora più sperduto del mio, e salendo in auto per tornare a casa chi era con me ha commentato: "che stellata".<br />
Ecco, se potessimo, ogni tanto, rivedere una stellata così... dal mio punto di vista tante tante questioni ritroverebbero la loro dimensione.<br />
A furia di non vederle più (o di confonderle col glitter e gli strass) ci stiamo dimenticando che, con i piedi ben piantati per terra, è la nostalgia delle stelle che ci rende tutti uomini. </div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com5tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-37120150001008461182015-12-20T23:12:00.002+01:002015-12-20T23:12:57.353+01:00Fare spazio<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Come già è accaduto nelle (ben più brevi) pause precedenti, riaprire queste pagine coinvolge anzitutto me: si apre un mondo di ricordi, e il desiderio e il tentativo di rivivere certi momenti, profumi, sensazioni, esperienze. </div>
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Dopo essermi riletta un certo numero di vecchi post sulla gravidanza dell'Elfo, ho pensato a tutti quelli che avrei potuto scrivere (e non ho scritto) mentre La Meraviglia iniziava ad esserci, e a prendere il suo posto tra noi, anzitutto dentro di me. E tra tutti quelli che avrei potuto scrivere durante le lunghe settimane d'attesa, uno è il post cui proprio non posso rinunciare, ed è questo:</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQuVMzuwYznVZ75paY_eHXRuDfl_KO715BwPz6zAWFO4cCdF92C-bqWnLN__S5wim1_UbF-NDQ41pECDeJmcr_OJf5F_r57nKxsY9Of42Nffqk8_ydohTDOLaXeEXCuepY1m7g5gCEBhw/s1600/IMG_20150401_082057.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhQuVMzuwYznVZ75paY_eHXRuDfl_KO715BwPz6zAWFO4cCdF92C-bqWnLN__S5wim1_UbF-NDQ41pECDeJmcr_OJf5F_r57nKxsY9Of42Nffqk8_ydohTDOLaXeEXCuepY1m7g5gCEBhw/s200/IMG_20150401_082057.jpg" width="149" /></a></div>
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<a name='more'></a>Ecco una rarissima foto del mio pancione: nonostante i sessantatré mesi di gravidanza trascorsi, ho pochissime foto delle mie pance. Perché se ogni volta, ognuna delle sette volte in cui quella seconda linea rossa è comparsa sul test e nelle nostre vite, anche quando siamo stati colti più di sorpresa, abbiamo sempre abbracciato con entusiasmo la novità di una vita donata proprio a noi, non posso dire che un uguale entusiasmo ci abbia preso di fronte alla prospettiva della gravidanza.<br />
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Oltre alle <a href="http://sonotuttimiei.blogspot.it/2012/04/nausea-gravidica-si-puo-superare.html">nausee gravidiche</a>, non mi posso lamentare per davvero delle mie gravidanze, non ho mai avuto nessun problema importante, ma tanti fastidi sì. E con l'età che avanza (la mia) le cose non sono certo migliorate. Se nell'attesa dell'Elfo avevo domandato (e ottenuto) di potermi occupare del resto della famiglia come avevo fatto fino a quel momento, devo dire che questa volta questa ipotesi ci è parsa quasi un miraggio irraggiungibile. C'è poco da dire, sono stati mesi difficili. Quel sant'uomo di mio marito ha avuto la possibilità di diventare sempre più santo (e che poi non si dica che faccio di tutto per lui...): la mattina mi permetteva di rimanere a letto (per lo più insieme all'Elfo) e preparava lui la colazione per tutti, aiutava le bambine nelle attività mattutine e le portava a scuola (e poco importa se i capelli non erano sempre acconciati alla perfezione...). Moltissime sere si è trovato a cucinare tornando trafelato dal lavoro, mentre io mi ritiravo a letto al suo arrivo. E l'incombenza della spesa settimanale è ricaduta tutta sulle sue spalle, impensabile per me stare in piedi tutto quel tempo, i problemi di circolazione che già avevo avuto nelle gravidanze precedenti si sono appesantiti, ed è stata una Grazia (tra le tante) il fatto di non aver dovuto affrontare i mesi estivi con la panciona. Un altro figlio primaverile (solo La Turista per Caso è nata in primavera, tutti gli altri in autunno/inverno) era un desiderio che custodivo, un ennesimo desiderio esaudito...</div>
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Perciò, nonostante la gioia consueta nell'attesa di un nuovo cucciolo (e tra tutti Il Pianista è stato fin da subito il più entusiasta, lui aveva tanto desiderato e domandato questo sorellina), la pancia è stata (soprattutto da me) molto poco sopportata fin da subito, e "subita" più che accolta, per lunghe settimane. Finché...</div>
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... finché durate una delle visite di controllo, ad una settimana abbastanza avanzata (sicuramente dopo la trentesima, i particolari li ho ormai già rimossi) durante l'ecografia il ginecologo, mentre ci rassicurava su tutti i parametri della piccolina, ci annunciava però senza grandi entusiasmi la sua presentazione: podalica. Aggiungendo una frase di cui ricordo precisamente il suono e l'intonazione "un cesareo dopo sei parti naturali sarebbe davvero un peccato". </div>
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Io sono entrata in crisi, immediatamente, e tornata a casa, durante la preghiera prima della cena, ho domandato ai bambini di intensificare la preghiera perché la sorellina si girasse. Devo averlo fatto in modo piuttosto teatrale, perché ricordo la preoccupazione sul volto dei bimbi, e giusto un velo di disapprovazione in quel sant'uomo, che mi ha poi suggerito di evitare di spaventare così i figli, effettivamente senza nessun motivo grave di ansia. </div>
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Aveva ragione, c'era ancora tutto il tempo perché La Meraviglia si girasse da sola. C'era tempo e modo per informarsi: moxa, rivolgimento esterno, finanche tentativo di parto podalico... Le opzioni erano tante e solo la stanchezza di molti mesi piuttosto faticosi poteva giustificare la prostrazione cui questa notizia mi aveva portata. Mi sentivo davvero a terra, sfiduciata.</div>
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Ma quella stessa sera, mentre me ne stavo stesa a letto, arrabbiata con quel sant'uomo (eh, con qualcuno me la dovevo pur prendere, no? E il marito a cosa serve, in quei lunghi mesi, se non ad accogliere e sopportare le nostre più che naturali - e per altro lievissime - ansie e preoccupazioni?) perché mi pareva fin troppo tranquillo di fronte ad uno scenario che a me pareva spaventosissimo, proprio mentre sembrava che le circostanze si facessero più difficili, e oltre ai mille acciacchi quotidiani si fosse aggiunto solo un ulteriore motivo per pensare "stavolta non ce la faccio davvero", proprio in quel momento mi sono sorpresa ad accarezzare quel pancione, desiderando che crescesse, che facesse spazio, sempre più spazio alla mia bambina, affinché lei potesse girarsi, nella posizione migliore per affacciarsi alla vita.</div>
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In una sola serata, dopo lo spavento, l'arrabbiatura, ed anche le lacrime, improvvisamente una nuova consapevolezza si è fatta spazio dentro di me: quella bimba a testa in su mi stava dicendo qualcosa. </div>
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Dopo essermi preoccupata per settimane principalmente della gestione della casa e dei figli già nati (e andare a riprendere i tre più piccoli a scuola al pomeriggio è stata in alcune giornate l'unica attività che sono riuscita a portare a termine - in quelli che scherzosamente definivo "viaggi della speranza"), mi sono accorta che c'era davvero già qualcun altro, di cui occuparmi. E la pancia, che mi era parsa fin lì quasi una penitenza, il fastidio e la fatica che dovevo portare, in vista del "premio" fiale - la mia bimba tra le mie braccia - è diventata improvvisamente amica, alleata. Non più qualcosa che avrei preferito evitare, ma un privilegio, un ennesimo privilegio amato.</div>
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Non ho fatto moxa, ho preso giusto un numero di telefono, ripromettendomi di informarmi per la manovra di rivolgimento esterno solo proprio a ridosso delle ultime settimane. Sono stata tanto distesa, sul fianco sinistro, ho parlato con La Meraviglia, le ho chiesto di regalarmi e regalarci una nascita felice. Ho accarezzato sempre di più quel bel pancione, il pancione più grosso che io abbia mai avuto.</div>
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Mi sono fatta coccolare da quel sant'uomo, dalle mie amiche, dai miei bambini. Ho vissuto le ultime settimane sempre stanca, sempre affaticata, ma non più rassegnata, bensì onorata per la bellezza che di nuovo mi era dato portare. E anche per quel mio corpo tutto acciaccato e sfinito, che stava collaborando veramente ad una nuova Meraviglia.</div>
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Ed ecco che, dopo una serata di balli e danze movimentante dentro di me, all'ultima ecografia La Meraviglia si era girata: una presentazione podalica che il 30 aprile, un giorno prima di una (piuttosto controversa in realtà) DPP, ha permesso una nascita rapida e meravigliosa. Avute le prime avvisaglie verso le quattro del pomeriggio, entro la sera stringevamo La Meraviglia tra le braccia, una bella bimba di 3,6 kg, di gran lunga la più grande tra i miei neonati (mentre a casa l'amica <a href="http://sonotuttimiei.blogspot.it/2012/05/spirito-primaverile.html">Barbara</a> si occupava dei bambini, quasi più emozionata lei di noi). </div>
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Le ultime settimane di questa gravidanza, così come il travaglio e il parto, sono state segnate dalla consapevolezza che fosse proprio necessario abbandonarmi, lasciare che il mio corpo creasse spazio, si piegasse, e si aprisse a quella vita in arrivo, non secondo un mio progetto e nemmeno secondo le mie preoccupazioni, ma secondo quello che stava accadendo. Anche dentro di me.</div>
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Se ci ripenso ora, dopo più di sei mesi, è veramente stupefacente come le cose siano andate: nonostante la mia grande fatica e la mia scarsa presenza, i bambini hanno continuato a crescere, si sono nutriti, lavati, vestiti. Sono andati a scuola, hanno visto i loro amici, hanno imparato cose nuove e fatto un sacco di esperienze, gite, giochi. Hanno letto libri, visto film. E hanno sostenuto la mamma, atteso la sorellina, allietato le giornate del papà. </div>
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Di nuovo ho avuto il privilegio di sperimentare che mai il bene è contraddittorio, che tutto quello che abbiamo vissuto per "fare spazio" alla Meraviglia ci ha resi più grandi, più uniti, più felici. </div>
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Con la disponibilità (che nei bambini è molto più immediata, io ci sono dovuta arrivare per una strada più lunga) ad abbracciare le circostanze per come si presentano, senza la pretesa di modificarle o indirizzarle secondo il nostro pensiero, anche la fatica può essere gioiosa. E amata.</div>
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Perciò, questo è il post che non potevo non scrivere, tra tutti quelli che avrebbero meritato di vedere la luce in tutti questi mesi di assenza. D'altra parte, proprio scrivendolo, mi rendo conto che non solo in gravidanza, ma spesso nelle giornate ci accade di avere delle preoccupazioni, delle ansie, e tanto spesso ci è chiesto solo questo: di fare spazio. Ad un imprevisto, ad una novità, a qualcosa di diverso dal nostro pensiero o dalla nostra aspettativa. </div>
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Forse che in ognuna di queste circostanze, quel che ci aspetta, alla fine, è una Meraviglia?</div>
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<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com11tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-76641461863724290462015-12-18T11:54:00.001+01:002015-12-18T11:54:17.187+01:00Dove eravamo?<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Eccoci, dopo tanto tanto tanto tempo stavolta.</div>
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Avevo progettato di riprendere il blog il 28 agosto 2015, ad un anno esatto da quando l'avevo interrotto, ma non ci sono riuscita. </div>
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Non ci sono riuscita perché... il 29 agosto 2014 ci ha colti un imprevisto, una sorpresa. Anzi, La Meraviglia. Perché non possiamo non chiamarla così, quella settima righetta rossa sul test di gravidanza, che ha investito (di nuovo) le nostre vite, regalandoci nove mesi faticosissimi (una gravidanza a quarant'anni non è come a venticinque) e ormai sette mesi di meraviglia pura. Il 30 aprile è arrivata lei:</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimRXAXrNfySzxRaQMRwN3y_ykuKQ08XBbCzy123092zYWoFZn1WB07oEg1TCDlc172zTklXLpr5WFKDipchtQxUZaGEuLGaU7lqG1xUTzfqn1PUUPY91dw5QVDfWohuqcVU5uCuahNWQc/s1600/Ebby.jpg" imageanchor="1"><img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEimRXAXrNfySzxRaQMRwN3y_ykuKQ08XBbCzy123092zYWoFZn1WB07oEg1TCDlc172zTklXLpr5WFKDipchtQxUZaGEuLGaU7lqG1xUTzfqn1PUUPY91dw5QVDfWohuqcVU5uCuahNWQc/s320/Ebby.jpg" width="240" /></a></div>
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<a name='more'></a><br /><br />
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Che dire? Ormai potrei quasi fare Biancaneve coi sette nani, anche se i grandi si arrabbiano da morire se me lo sentono dire. Oltre a suggerirmi che più che Biancaneve sono ormai età da matrigna/strega... </div>
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Si tratta ora di riprendere le fila di tutto questo tempo. Modificheremo qualche soprannome, perché nel frattempo i ragazzi crescono, e cambiano (e ci fanno cambiare).</div>
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Tra le news della famiglia, non posso non citare subito lo spin off di questo blog <a href="http://www.ilcalzinospaiato.blogspot.it/">Il calzino spaiato</a>, creato da quella che un tempo era La Sartina (ora la chiamerei piuttosto La Turista per Caso, vista la spiccata vocazione turistica che l'ha presa, anche e soprattutto da quando ha iniziato a frequentare il liceo linguistico, ed è già stata a Berlino - quando io invece sono ancora qui che non ho mai preso un aereo in vita mia...).</div>
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L'Ingegnere ormai è diventato Il Pianista, dopo un anno sabbatico ha ripreso a suonare (come si legge nell'<a href="http://www.ilcalzinospaiato.blogspot.it/2015/12/musica-dal-vivo.html">ultimo post</a> de Il Calzino Spaiato) e devo dire che è proprio bravo. Ora alle prese con la scelta della scuola superiore, una dura lotta, chissà come finirà!</div>
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Il Cavaliere resta un cavaliere, è ormai sbarcato in prima media, e sta diventando un ragazzino. Al momento tutto preso dalle action figures e dalle miniature di cui si prende cura amorevolmente (per poi dimenticarle - intere o a pezzi - ovunque in casa). Suonatore di tromba in una banda giovanile, ama il jazz, ma non disdegna nemmeno il blues.</div>
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La Polpetta, che dire? è sempre lei. Si fa volere bene da tutti, ma proprio da tutti! Ha iniziato a fare ginnastica artistica, e pianoforte, e ne va molto fiera. Entusiasta dell'arrivo de La Meraviglia, fa la vice mamma appena può.</div>
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La Streghetta è sempre più strega, fa la prima elementare e non capisce perché non l'abbiano mandata già in seconda, visto che sapeva già leggere e scrivere. Fan sfegatata di Elsa di Frozen, sta sviluppando una ironia fantastica e ci fa sbellicare dalle risate.</div>
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L'Elfo... devo proprio dirlo? L'Elfo in casa ormai lo chiamiamo Il Mostro. Riccioli biondi da angioletto, e monello come non mai... Credo sia l'inserto satirico della famiglia, mettiamola così... </div>
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La Meraviglia è una meraviglia davvero, nata con un parto meraviglioso, un allattamento che ha avuto bisogno di un po' di sostegno all'inizio, ma ora prosegue meravigliosamente, un auto svezzamento meraviglioso... La prima figlia morbida e piena di pieghe deliziose dappertutto ... finalmente ce l'ho fatta anche io!<br />Certo, c'è sempre più da fare... chissà se riuscirò davvero a tornare a scrivere qui. Il desiderio c'è tutto... ce n'è così tanto da raccontare!</div>
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<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com12tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-65594138793466123532014-08-28T15:33:00.001+02:002014-08-28T15:34:14.897+02:00Accade inaspettato<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<a href="http://lh4.ggpht.com/-nHkntFf18AA/U_8vl4vNQLI/AAAAAAAAJho/enU_O0caCg0/s1600-h/Foto%252520Titolo%252520Blog%25255B7%25255D.jpg"><img align="left" alt="Foto Titolo Blog" border="0" src="http://lh5.ggpht.com/-7yV8Hn40KYE/U_8vpkurQgI/AAAAAAAAJhw/EuwEWm1Bx_w/Foto%252520Titolo%252520Blog_thumb%25255B5%25255D.jpg?imgmax=800" height="260" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; margin: 0px 10px 10px 0px;" title="Foto Titolo Blog" width="199" /></a> <br />
Accade.<br />
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Arrivano gli inviti, a volte tanto desiderati, ricercati, voluti e domandati. A volte cadono come dall’alto, inaspettati, imprevisti, magari nemmeno presi in considerazione.</div>
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Erano molte, molte settimane fa, e qualcuno mi domandò: “cosa fai il 27 di agosto?”. Io neanche a pensarci… quella settimana ospito sempre i due figli di una amica che lavoro, figuriamoci! Sono impegnata, come faccio a spostarmi per una giornata intera? E chi tiene i miei di bambini?</div>
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Tra l’altro, poi, sono uscita da FB da mesi, non seguo più quel “giro” di donne… Per carità, una bella compagnia, santa… ma ho appena deciso di dedicarmi ai rapporti reali, “carnali”, chi me lo fa fare di andare dietro a nomi che appena ricordo, facce dietro ad una icona che ormai è sbiadita nella memoria?</div>
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Poi la data si avvicina, e il luogo scelto è un luogo che ami, casa di una più che amica, sorella… Insomma, chi partecipa non è poi così virtuale: un volto noto e amato, poi due, poi tre…</div>
<a name='more'></a><br />
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Alla fine la decisione: vengo pure io! (quel sant’uomo ovviamente si è reso disponibile a lavorare da casa, gestendo così tutta la prole). I figli dell’amica che dovevano venire arriveranno un paio di settimane dopo, manco a farlo apposta… </div>
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Insomma, andiamo, io e Carmen (che nessuna delle due si sarebbe mossa da sola, siamo troppo insicure delle nostre abilità di guida e di orientamento), con Karin che si unisce all’ultimo minuto… Andiamo ad un incontro con altre 30 donne, alcune, pochissime, care amiche, altre conosciute sul web, altre totalmente sconosciute. Portiamo con noi un piccolo dono, e poche righe di presentazione (si farà un gioco per iniziare a conoscersi – sono onesta, l’idea non mi sorride nemmeno un po’, non sono una che ama queste cose).</div>
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La strada, ovviamente, è più breve e semplice del previsto… le <a href="http://www.montenatogriffini.it/" target="_blank">colline del pavese</a> sono un paesaggio da anni familiare ed amato! </div>
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Basta arrivare, scendere dalla macchina, e in pochi istanti l’imbarazzo previsto svanisce (anzi, forse non c’è mai stato). Partendo dai volti amati da anni, da mesi, fino a persone viste ieri per la prima volta… raccontarsi le esperienze, i mariti, i figli, il lavoro… lasciarsi fotografare (se c’è una cosa che odio…), divertirmi giocando insieme… </div>
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Quello che ho visto ieri fa parte della risposta ad una mia <a href="http://sonotuttimiei.blogspot.it/2013/02/la-vita-buona-una-svolta.html" target="_blank">domanda</a>, ad un mio <a href="http://sonotuttimiei.blogspot.it/2012/10/davanti-al-male-del-mondo.html" target="_blank">desiderio</a>. Il realizzarsi, anzi l’inverarsi di qualcosa che avevo già <a href="http://sonotuttimiei.blogspot.it/2013/05/la-vita-buona-segue.html" target="_blank">visto</a> e <a href="http://sonotuttimiei.blogspot.it/2014/04/piu-pasqua-di-cosi.html" target="_blank">verificato</a>, ma che ha bisogno di essere continuamente desiderato, cercato, amato, coltivato…</div>
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Il culmine della giornata, la messa insieme, ha reso evidente e vera la ragione della nostra speranza, del significato dei chilometri percorsi (da Torino, da Roma, da Genova, da Forlì, da Bergamo, ecc…), della fatica di lasciare i figli, i mariti. Il significato del nostro metterci in gioco: ciascuna, nella sua storia, in luoghi, momenti, modalità, espressioni diverse, ha incontrato, sperimentato, trovato e amato un tesoro, il Tesoro più grande.</div>
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E adesso il desiderio è sempre più grande, quando la prossima volta? certo non può finire così… Voglio andare a Genova a vedere, e poi ho posto, per ospitare… e con qualcuna ho parlato troppo poco, di alcune non ho nemmeno associato la faccia al nome… </div>
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Insomma, sempre stanca, sempre piena di cose da fare, sempre in corsa (o in rincorsa…), ma sempre meno sola, o (meglio) sempre più consapevole e certa della forma che nella quotidianità prende quell’unica grande Compagnia, che non mi lascia mai! </div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-73119318278199623702014-08-28T15:02:00.001+02:002014-08-28T15:03:05.738+02:00La fatica del portare<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="http://lh3.ggpht.com/-IQcLIN_ouHU/U_8oSVcaYVI/AAAAAAAAJhU/Y8O5FCoHyRo/s1600-h/20131112_105352%25255B7%25255D.jpg"><img align="left" alt="20131112_105352" border="0" src="http://lh3.ggpht.com/-hzS8k6znQ9c/U_8oU7MATTI/AAAAAAAAJhc/XpA_vAhA1ho/20131112_105352_thumb%25255B5%25255D.jpg?imgmax=800" height="260" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; margin: 0px 15px 5px 0px;" title="20131112_105352" width="155" /></a> Questo post è una promessa, una promessa che ho fatto tanto tempo fa… ma il tempo, la pazienza. la disponibilità di mettersi in scrivania a mettere insieme due righe sensate, insomma, siamo arrivati fino a qui, e questo post aspetta dalla fine di maggio di vedere la luce… </div>
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Meglio tardi che mai.</div>
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Avevo ricevuto un invito, un invito che avrei accolto con gioia, mi sarebbe davvero piaciuto andare con lei, e stare con loro, ma in una famiglia come la mia due giorni interi senza la mamma, insomma, non è facile… e sono rimasta a casa, spettatrice delle foto su Instagram (che mi hanno allietato il cuore). La mia amica Glores, consulente del portare, è andata a Genova (senza di me, purtroppo), per incontrare altre amiche “virtuali”, condividere con loro il tempo, la passione per i nostri cuccioli. Sono stati due giorni di incontri e di corsi, che io ho seguito da lontano, ma che desidero assolutamente raccontare, con la voce di chi c’era.</div>
<a name='more'></a><br />
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Mi scrive (ormai tanto tempo fa) Stefania: </div>
<blockquote>
È stato intenso, profondo, emozionante, vero. Ho finalmente potuto assaporare il portare sotto un altro punto di vista, che non è fatto di fasce, queste sono l'ultimo tassello di un grande puzzle. <br />
Ho avuto la possibilità di vivere a 360 gradi Glores e "il portare", nella sua essenza. L'incontro informativo è stato secondo me un vero successo, non solo perché c'erano tante mamme, papà e bimbi, ma soprattutto perché si è parlato appunto delle difficoltà, della fatica, cose di cui non è facile parlare. <br />
Ho avuto anche la fortuna di assistere alle consulenze come spettatrice.. E questo è il regalo più grande, lo so è assurdo, dovrei dire che la consulenza ricevuta lo sia, però no, osservare e ascoltare Glores mentre parla con le altre mamme è stato incredibile. Lei non lo sa, ma a me è scesa anche qualche lacrima mentre parlava. Mi ha emozionata nel profondo. <br />
Questo per me è una vera consulente, una persona capace di smuoverti e di farlo con delicatezza, senza invaderti, rispettando i tuoi tempi, le tue sensazioni. <br />
Mentre spiegava il triplo sostegno davanti ha detto una frase che rimarrà nel mio cuore "finita la legatura, prendo il bimbo e mi fermo. Respiro" ecco.. Mi fermo e respiro.<br />
<br />
<br />
<br />
</blockquote>
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Mi colpisce tanto quello che leggo, perché anche da queste pagine il “portare” è sempre stato trattato come un argomento gioioso, colorato, allegro. Non sempre è così, ma perché mai la vita è semplice… sempre porta “problemi”, momenti di passaggio, situazioni in cui è necessario fare pausa, respirare, e magari ricominciare da capo. </div>
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Ecco, nella mia amicizia con Glores, nel nostro guardare comune alla Bellezza (proprio quella con la B maiuscola) la fatica del vivere non manca. Il racconto reciproco delle difficoltà che incontriamo, quotidianamente, il sostegno. Sapere che c’è qualcuno che ascolta, che capisce. Che ti dice “respira”… </div>
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Spero di portare presto nelle nostre zone la mia cara Glores, che possa incontrare tante altre mamme, perché ancora una volta possiamo assistere, insieme, alla sua magia. Perché con le sue fasce (con la sua Lena), lei ci lega… </div>
<br />
</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-26025972122141978052014-08-23T09:52:00.001+02:002014-08-28T15:03:31.257+02:00Che cosa ho trovato?<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<a href="http://lh4.ggpht.com/-GiOgG8OdWOw/U_hIIFsLXCI/AAAAAAAAJb0/wYy6WU13eKQ/s1600-h/Foto%252520Titolo%252520Blog%25255B12%25255D.jpg"><img align="left" alt="Foto Titolo Blog" border="0" src="http://lh3.ggpht.com/-l_yy5a4XD_E/U_hIKqYQ0NI/AAAAAAAAJb8/RYeF4GR2G50/Foto%252520Titolo%252520Blog_thumb%25255B10%25255D.jpg?imgmax=800" height="260" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; margin: 0px 10px 10px 0px;" title="Foto Titolo Blog" width="199" /></a><br />
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Può capitare un anno di andare in vacanza solo da sabato a giovedì. Può capitare di partire con l’idea che comunque sono troppo pochi giorni, e sentirsi già stanchi prima di arrivare. </div>
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Può capitare anche di decidere che la vacanza è una occasione non solo per riposarsi, ma anche per dedicarsi alle cose che attraggono, che piacciono di più.</div>
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Può addirittura capitare che in vacanza insieme a te vengano degli amici, degli amici carissimi (tra l’altro, conosciuti qui!!) che ti fanno sentire già preferito prima ancora di trovarsi insieme.</div>
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Può capitare, alla fine, che sui cinque giorni di vacanza due piova a dirotto (e si era in montagna), che nella camera sopra la tua ci sia una famiglia con un cucciolo piccolissimo, che di giorno è uno spettacolo, ma di notte, visti i pavimenti di legno e scricchiolanti dell’hotel, ti fa rivivere i risvegli per le poppate, che credevi di aver ormai archiviato…</div>
<a name='more'></a><br />
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Possono capitare un sacco di cose, in cinque giorni: una chiacchierata tra mamme, in cui anche i papà si interessano del bucato. Fare insieme ai bambini un salame di cioccolato per trecento persone. Riuscire a fare le gite con il piccolo sulla schiena senza andare in debito di ossigeno alla terza curva. Scoprire che mangiare al buffet con i bambini piccoli è più comodo che farsi servire a tavola (con tempi biblici…). Fare le due di notte con una birra e pochi amici (amici che ti hanno inviato un app che trasforma in baby allarm il tuo telefono!!!). Vincere l’imbarazzo e raccontare ad un microfono una delle tue passioni. </div>
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Ma la cosa più bella che può capitare, è di accorgersi che in solo cinque giorni hai iniziato a volere più bene, non solo a quelli cui ne volevi già tanto, ma anche a qualcuno che prima conoscevi solo di vista. </div>
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E allora devo ringraziare, ringraziare chi c’era, ed era lì per me:</div>
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Cecco, che anche se non ha imparato nemmeno l’ultimo giorno che non conviene prendere appunti sul telefono, ma conviene usare un bel foglio di carta dove trovi tutti quando serve immediatamente, mi ha stupita e commossa per l’umiltà e l’attenzione.</div>
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Elisa, Nicoletta, Daniela, Cinzia ed Alice di Mantova (e tutte le altre mamme che erano lì), perché è dalla lavatrice, a volte, che si inizia a condividere il resto della vita.</div>
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Daniela e Pierluigi, che ogni volta mi stupiscono per l’intensità della loro compagnia, anche se una volta mi hanno “tradita” e hanno mangiato senza di me (!)</div>
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La Daghe e il Roccia, perché è la prima volta che vinco ad un gioco!!</div>
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Marco, per mille cose, ma soprattutto perché era con me davanti a quel microfono.</div>
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Jessica, per tutte le ore di tutti i giorni, (e soprattutto perché mi ha “prestato” Marco!!)</div>
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I figli di Marco e Jessica (e in particolare Isacco), perché non mi capita da anni di desiderare così tanto di abbracciare un bambino (ne ho già troppi dei miei), ma i loro sorrisi erano tutti nel mio cuore.</div>
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Carmen, per il suo sguardo buono che mi fa sempre sentire a casa.</div>
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Paolo e Petra, dopo 14 anni ogni volta che sto con loro capisco perché li abbiamo preferiti per primi.</div>
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Gli amici della Sartina, dell’Ingegnere e del Cavaliere: per la compagnia che si sono fatti, perché sono venuti ad ascoltarmi, e per le cose belle che hanno fatto insieme (Carlo, se non ti conoscessi, ti adotterei!!!).</div>
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Fabio, che raccontando di sé ha parlato di me, e soprattutto ha fatto parlare mio marito! Non vedo l’ora di conoscere sua moglie.</div>
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Silvia e suo marito, per le gite che ci hanno preparato, tenendo conto anche di quelli “spompati” come me.</div>
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Cristina e Lauretta, perché cucinare con i bambini è stato un modo bellissimo di stare insieme.</div>
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Claudio e Danila, che sono sempre una certezza.</div>
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Tutte le bambine dei braccialetti, perché anche casa nostra adesso è invasa dagli elastici.</div>
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Barbara e Mari, perché anche se non c’erano erano sempre con me.</div>
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Anacleto, perché affidarsi è meglio che fare a modo proprio…</div>
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Lorenzo e Cinzia (e Paoletta), guardando loro, c’è già dentro tutto!</div>
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Tutti quelli che mi sono dimenticata, perché è pur sempre sabato mattina e non ho ancora tutte le sinapsi accese…</div>
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Ma soprattutto, sono tornata a casa pazzamente innamorata di quel sant’uomo (e non solo perché ha guidato senza frizione per 40 km portandoci a casa tutti sani e salvi e senza aspettare il carro attrezzi..): per la sua pazienza ogni volta che ero impegnata in altro, per la sua voglia di stare sempre con me, perché si è divertito a giocare con l’Elfo, perché ha giocato a Lupus in tabula con i grandi, perché non si è offeso quando non sono andata ad ascoltare il suo incontro, per avermi aiutato a tutti i pasti recuperando il cibo per me e i figli più piccoli. Perché ha fatto la sua domanda a Fabio, ed era la stessa che avrei fatto io, e poi mi ha portata a mangiare con lui. Ma soprattutto, e lasciatemelo dire, perché è davvero un uomo!!</div>
<br />
<div class="wlWriterEditableSmartContent" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:573a79c5-2dfe-4cc0-9477-b5d3750f47ef" style="display: inline; float: none; margin: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
Technorati Tag: <a href="http://technorati.com/tags/Vacanza" rel="tag">Vacanza</a>,<a href="http://technorati.com/tags/Amici" rel="tag">Amici</a>,<a href="http://technorati.com/tags/Speranza" rel="tag">Speranza</a></div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-38656024851768035282014-05-20T09:46:00.001+02:002014-08-23T09:54:04.604+02:00Il mio amico Max<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="http://lh4.ggpht.com/-ZhAmz-RSNCc/U3sINzNViqI/AAAAAAAAG6E/ze3jJFWrSOY/s1600-h/Santino%252520Salini%252520ridimensionato%252520con%252520bande%252520nere%25255B4%25255D.jpg"><img align="left" alt="Santino Salini ridimensionato con bande nere" border="0" src="http://lh3.ggpht.com/-L0jaAkKj2Mk/U3sIPPXnWCI/AAAAAAAAG6M/73FH88yFWZU/Santino%252520Salini%252520ridimensionato%252520con%252520bande%252520nere_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" height="188" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; margin: 0px 15px 10px 0px;" title="Santino Salini ridimensionato con bande nere" width="260" /></a>Non ho mai fatto qualcosa del genere qui, sul blog, e sinceramente non mi era nemmeno mai frullato per la mente che fosse possibile. </div>
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D’altra parte le cose cambiano sempre più velocemente, e mi trovo, ogni tanto, a sentirmi già “vecchia”, un po’ smarrita davanti ai nuovi strumenti e alla nuova realtà che si sta preparando per i miei figli davanti a me. Anche essere su Facebook non è stato (finché è durato) garanzia di essere “al passo coi tempi”; anzi, forse è stato un modo per rendermi ancora più conto di quanto il mondo stia cambiando sotto il miei occhi, e anche di quello a cui ho deciso di non aderire in questo cambiamento. Sarà proprio vero, come mi sono spesso sentita ripetere, che a quarant’anni si comincia a capire (ma non li ho ancora compiuti, semplicemente avvicinandomi inizio a sentirne “il clima”), ma tanti giudizi per me un tempo granitici stanno cambiando.<br />
<a name='more'></a></div>
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Perciò, questa volta ho deciso di spezzare una consuetudine di questo luogo, e di parlare esplicitamente di qualcosa che mi sta molto a cuore, nonostante possa sembrare lontanissimo da quel che scrivo di solito.</div>
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Sto parlando delle Elezioni Europee.</div>
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Non ero ancora maggiorenne quando mi coinvolsi, più per gioco che altro, in una campagna elettorale, insieme ad alcuni miei amici più grandi, e devo dire che da ragazza mi sentivo molto infiammata dalle diverse vicende politiche, ma, me ne accorgo ora, in modo molto superficiale ed ideologico. Nonostante non possa dire di essermi pentita di quel che ho vissuto, mi rendo conto che si parlava di massimi sistemi, senza avere più di tanto in mente la realtà dei fatti. Per fortuna dietro a noi che un po’ “giocavamo” a far campagna elettorale, c’erano poi delle persone che lavoravano davvero.</div>
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Proprio in quegli anni, e in tutt’altre circostanze, proprio nella stessa vacanza in cui conobbi il sant’uomo (un evento davvero significativo, non c’è che dire), ho conosciuto Max, studente di liceo classico, come me, di cui ricordo una lunga, lunghissima chiacchierata una sera, mentre attendevamo insieme una persona impegnata in un incontro (secondo me lui non ha nessun ricordo al riguardo). Devo dire di non poter riportare nemmeno una parola di quel dialogo, ma ricordo la generica impressione di “serietà” (e lo dico in senso del tutto positivo) che mi era rimasta, pensando a quel ragazzo appena diciottenne, conosciuto così di sfuggita. Non siamo in quell’occasione diventati “amici”, ma nel passare degli anni non sono mancate le occasioni per incontrarsi, trascorrere altre vacanze insieme (prima da studenti, poi con le rispettive famiglie). </div>
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Devo dire che uno dei ricordi successivi più netti che ho è di lui riguarda il giorno in cui ho saputo del suo fidanzamento con una mia compagna di università, di come ho pensato “cavolo che colpaccio!” (per lui ovviamente), per la stima e l’affetto che avevo sempre provato per lei. Una delle persone più in gamba tra quelle incontrate negli anni dell’università. E sento ancora netto il dispiacere di non essere riusciti ad andare al loro matrimonio (mi pare a causa di un malanno della Sartina, allora neonata). </div>
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Nel tempo la loro famiglia si è trasferita nelle nostre vicinanze, sono nati i rispettivi figli, e adesso L’Ingegnere è uno dei più grandi amici (e fan) del loro primogenito, suo compagno di classe, (di cui La Polpetta è perdutamente invaghita, e come darle torto? è simpatico e arguto come la mamma, ma penetrante come il papà! Vedremo come andrà a finire – ma temo in una grossa concorrenza…).</div>
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Ecco, il mio amico Max, dopo essere stato presidente della nostra provincia, si candida ora per il Parlamento Europeo. E devo dire che il mio primissimo pensiero, quando me l’ha detto, è andato a sua moglie e ai suoi figli, e ho pensato “mamma mia, non so se desidero che vinca…”</div>
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Poi mi sono ricordata di un evento per me estremamente significativo: durante la campagna elettorale per la tornata di elezioni provinciali in cui Max è stato eletto, ricordo di aver incontrato la moglie alle macchinette del caffè della nostra scuola (lei è insegnante, la prof. di italiano della Sartina, per la precisione) e un po’ scherzando, un po’ sul serio, le avevo chiesto di come stava andando, della fatica di quel momento, delle paure per il futuro. Lei, come è suo costume, ci aveva scherzato un po’ sopra, ma poi, fattasi seria, mi aveva detto: “guarda, è evidente che si tratta di una fatica, per me, per la famiglia, però devo dire che Max, quando si occupa di politica, è più uomo, è più se stesso. E allora io sono proprio contenta”. E questa cosa mi è rimasta dentro, perché è proprio vero che una moglie è capace anche di stare di fronte alla lontananza del marito, alla sua “non presenza” fisica, se questo è per qualcosa di più grande, per lui e per tutti, qualcosa di cui anche i figli si possono rendere conto. E allora quella “non presenza” si trasfigura in una presenza più grande.</div>
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Tra l’altro, poi, nonostante io non conosca nel dettaglio la loro quotidianità familiare, devo dire che alcuni episodi mi hanno proprio stupita, perché anche fisicamente ho visto un papà sempre molto presente. Confesso di essermi quasi commossa, quest’anno, alla consegna delle pagelle del primo quadrimestre, quando davanti a me, in fila, ho visto proprio lui, Max. Ma come? – ho pensato – non solo sono le quattro del pomeriggio di un martedì qualsiasi, un giorno in cui anche mio marito non aveva avuto facilità a stare a casa per il ritiro delle pagelle, ma per di più sua moglie insegna qui. Non ci sarebbe stato niente di più facile che lei ritirasse la pagella, alla fine dei colloqui. Sicuramente avrà l’occasione di parlare di suo figlio quando vuole, con i suoi colleghi, in qualsiasi momento (mia mamma è una insegnante delle scuole medie e mai nella storia mio papà si è presentato da un insegnante per un colloquio. A che scopo? a queste cose pensava lei). Ricordo di averglielo anche detto (faccio sempre la figura della casalinga impicciona…), è stato proprio più forte di me, non son riuscita a tacere.</div>
<div align="justify">
Ecco, io non sono più la ragazzina che si lancia in battaglie ideologiche, non ho in mente di difendere una o l’altra bandiera, e in tutta onestà sento il “mondo della politica” come qualcosa molto astratto e distante da me. Continuo a difendere gli stessi criteri di un tempo (che ho anche compreso meglio, diventando moglie e mamma), ma fatico un po’ di più a riconoscerli in un partito, in un nome.</div>
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Ma questa volta sono stata fortunata, ovviamente mi sono informata, ho letto qualcosa, ho cercato di informarmi con gli <a href="http://it.clonline.org/altre-notizie/default.asp?id=625&id_n=20762" target="_blank">strumenti che ho ritenuto più utili</a>. Ma per me questa volta è davvero una evidenza:</div>
<div class="wlWriterEditableSmartContent" id="scid:0767317B-992E-4b12-91E0-4F059A8CECA8:5568dfff-4a49-4169-94ae-184162df8b25" style="display: inline; float: none; margin: 0px; padding-bottom: 0px; padding-left: 0px; padding-right: 0px; padding-top: 0px;">
se devo consegnare a qualcuno la mia speranza, nella questione politica e in Europa, oggi, non riesco ad immaginare nessuno di meglio di quel cristiano, marito, papà: <a href="http://www.massimilianosalini.it/" target="_blank">il mio amico Max</a></div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-66608974677829898402014-04-30T13:47:00.001+02:002014-04-30T13:49:46.334+02:00Maledetta (piovosa) primavera!<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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Purtroppo il tempo non ci assiste: nonostante il sole di ieri oggi acqua a catinelle, perciò il nostro <a href="http://sonotuttimiei.blogspot.it/2014/04/maggio-facciamo-un-pic-nic-per.html" target="_blank">pic nic</a> deve saltare.</div>
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Mi dispiace tantissimo per chi aveva accolto l’invito contattandomi in privato. Ho già scritto a ciascuno di loro, ma nel dubbio che qualcuno senza avermi contattato, avesse ancora l’ipotesi di venire, lo scrivo qui a tutti. </div>
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Pubblicheremo presto un’altra data, perché ci teniamo davvero!</div>
<a name='more'></a><br />
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Intanto ne approfitto per rispondere ad un <a href="http://semplicementeoggi.blogspot.com/2014/04/scambio-di-poesie.html" target="_blank">invito</a>, ecco qui:</div>
</blockquote>
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<strong>In morte del fratello Giovanni</strong></div>
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<em>Un dì, s’io non andrò sempre fuggendo<br />di gente in gente, me vedrai seduto<br />su la tua pietra, o fratel mio, gemendo<br />il fior de’ tuoi gentili anni caduto.</em></div>
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<em>La Madre or sol suo dì tardo traendo<br />parla di me col tuo cenere muto,<br />ma io deluse a voi le palme tendo<br />e se da lunge i miei tetti saluto.</em></div>
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<em>Sento gli avversi numi, e le secrete<br />cure che al viver tuo furon tempesta,<br />e prego anch’io nel tuo porto quïete.</em></div>
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<em>Questo di tanta speme oggi mi resta!<br />Straniere genti, le ossa mie rendete<br />allora al petto della madre mesta.</em></div>
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Non so perché ho sempre amato questa poesia, chissà che nostalgia rievoca dentro di me, che dal tempo del liceo ancora non ho elaborato e riconosciuto. Però se mi viene chiesto di citare una poesia, questa mi sgorga dalle labbra come se l’avessi studiata ieri. </div>
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Perciò, buon primo maggio bagnato, io sto preparando qualche lavoretto da fare con le bimbe… </div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-40481325160545496842014-04-28T11:15:00.001+02:002014-04-28T11:39:41.343+02:00Dell’allegria (speriamo…)<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
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<a href="http://lh6.ggpht.com/-m7DbyBj4yf8/U14cE34Y3tI/AAAAAAAAGT0/-w253v7xr1s/s1600-h/shrek-4-family%25255B4%25255D.jpg"><img align="left" alt="shrek-4-family" border="0" src="http://lh3.ggpht.com/-KalbJIcfSPk/U14cH8QFQdI/AAAAAAAAGT8/qlL1TcRyy5I/shrek-4-family_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" height="200" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; margin: 0px 5px 0px 0px;" title="shrek-4-family" width="260" /></a> Stanotte, ed è la seconda di fila, L’Elfo ha dormito nel suo lettino. E sempre stanotte (per la prima volta) non si è svegliato neanche un volta. Non mi ha cercata. Anzi, non si è quasi praticamente mosso – lo posso agevolmente testimoniare perché mi sono svegliata decine di volte a “guardarlo” (il lettino per ora è a fianco al lettone… per ora!): un misto di soddisfazione (allora è possibile, può davvero dormire senza aggrovigliarsi ai miei capelli tutta la notte!!), ansia (respira? Cioè, respira davvero, ed è lì così tranquillo?), e frustrazione (ma se lui dorme, pacifico e tranquillo, perché IO no??????).</div>
<a name='more'></a><br />
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Se penso che La Sartina ha dormito nella sua cameretta fin dalla prima notte a casa, pensare all’entusiasmo con cui saluto la novità dell’Elfo che dorme in un lettino attaccato al mio, all’alba dei 18 mesi mi fa quasi sorridere… D’altra parte penso che sia proprio così, che ciascuno ha il suo percorso, e non c’è quello “giusto”, o giusto in assoluto. </div>
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<a href="http://lh6.ggpht.com/-65uCiUA3zQg/U14cJs8lx1I/AAAAAAAAGUE/ovGQe_Upfo4/s1600-h/images%252520%2525281%252529%25255B6%25255D.jpg"><img alt="images (1)" border="0" src="http://lh4.ggpht.com/-Cgkbmlrcgds/U14cKbEctuI/AAAAAAAAGUM/mhh4wSqmK2U/images%252520%2525281%252529_thumb%25255B4%25255D.jpg?imgmax=800" height="122" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: block; float: none; margin: 0px auto 5px;" title="images (1)" width="260" /></a> Anche se ultimamente devo dire che ero proprio stanca (e mi sa che ho ancora da recuperare un bel po’…). Non dormire, o dormire con una cavalletta scalciante che trascorre la notte saltando di qua e di là nel letto non è proprio riposante, soprattutto quando poi la giornata concede rarissime possibilità di ripresa. La mia stanchezza, mi rendo conto, condiziona tutti: purtroppo sono sempre più consapevole di come il mio stato determini l’intera famiglia. Sia per i figli più grandi, che probabilmente si rendono conto della mia fatica e tentano di aiutare, sia per i più piccoli, che magari non hanno la consapevolezza di cosa sta accadendo, ma si accorgono che qualcosa non va.</div>
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Non è la stessa cosa un mamma allegra che li accoglie all’uscita da scuola con la voglia di rivederli, e passare il pomeriggio insieme, da una mamma che si trascina già con l’ansia di “cosa farò per cena?” e “finirà prima o poi questa giornata”, per la quale quei divertimenti tante volte condivisi (tipo la pasta di sale o i colori da dita) appaiono in quel momento come un incubo da schivare (li facciamo la settimana prossima…). </div>
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Saranno state le vacanze così lunghe (anche se le aspettavo proprio con gioia, non vedevo l’ora di potermi godere tutta la famiglia insieme!), ma ho la sensazione di aver sprecato questi ultimi giorni, senza riuscire a riposare come avrei voluto, né fare qualcosa di bello per loro e con loro. Ogni mattina mi ritrovo a pensare alle belle cose che vorrei fare insieme, ma basta la visione della tavola dopo la colazione per frenare ogni mio slancio, di fronte alla quantità di cose da fare.<br />
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<a href="http://lh4.ggpht.com/-e844z5-LflM/U14cLJyFobI/AAAAAAAAGUU/XBk-DbonPVs/s1600-h/images%252520%2525282%252529%25255B5%25255D.jpg"><img align="right" alt="images (2)" border="0" src="http://lh5.ggpht.com/-OEv3hybhkPI/U14cL88HovI/AAAAAAAAGUc/Cv3E49Khlf8/images%252520%2525282%252529_thumb%25255B3%25255D.jpg?imgmax=800" height="200" style="border: 0px; display: inline; margin: 0px 0px 0px 5px;" title="images (2)" width="260" /></a> </div>
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Come dicevo ieri ad un amico, le cose che potrei evitare di fare, per riposare, sono quelle che mi appaiono più essenziali, per la nostra <a href="http://sonotuttimiei.blogspot.it/2013/02/la-vita-buona-una-svolta.html">vita buona</a>. Quelle che invece scanserei (lavatrici, pulizie dei bagni, riordino…), sono quelle indispensabili per la quotidianità della vita, e quelle rare volte che le accantono, ne guadagno semplicemente un doppio lavoro per il giorno successivo… <br />
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Sarà che oggi è il compleanno della Sartina, 13 anni (13 anni??? davvero???), sarà che mi sono fatta una passeggiata in città sabato (in realtà una corsa con 200 commissioni da fare in pochissimo tempo, ma comunque camminavo per le strade del centro…), da sola, e ho visto tantissime mamme con passeggini e pance, mamme giovani come sono stata io un tempo. E il passato mi torna in mente, e ovviamente si ricorda tutto il positivo (e meno male!!) e mi manca un po’ quell’allegra spensieratezza che, mi pare, avevo un tempo. Quella capacità di passare il pomeriggio a giocare, fingendo di ignorare che poi avrei dovuto pulire la farina per terra, i colori dai vestiti… e ci sarebbe stato da cucinare, e da lavare ancora… </div>
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Volevo scrivere dell’allegria, e ho scritto un post malinconico. D’altra parte è così che mi sento, un po’ nostalgica di un’allegria che, sono certa, ho vissuto e sperimentato. Ne sento il bisogno più ancora che del riposo, della calma. <br />
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<a href="http://lh5.ggpht.com/-2_vBXQ7saxg/U14cM4DP1QI/AAAAAAAAGUk/RqykJPzkmko/s1600-h/shrek_fiona-1%25255B4%25255D.jpg"><img align="left" alt="shrek_fiona-1" border="0" src="http://lh5.ggpht.com/-NLyoZD-rrcA/U14cNqSMp1I/AAAAAAAAGUs/r-917GJV4NA/shrek_fiona-1_thumb%25255B2%25255D.jpg?imgmax=800" height="194" style="border-bottom: 0px; border-left: 0px; border-right: 0px; border-top: 0px; display: inline; margin: 0px 5px 0px 0px;" title="shrek_fiona-1" width="260" /></a> Così stamattina con L’Elfo ci siamo concessi di restare in pigiama più del solito, abbiamo messo Shrek, che ho visto la prima volta mentre ero in attesa dell’Ingegnere, e non avevo nemmeno trent’anni… Inutile fare facili paralleli, le immagini parlano da sole (anche se effettivamente negli ultimi tempi ho preso un po’ di peso… quel poco che è bastato per permettermi di guardarmi di nuovo allo specchio!). <br />
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Chissà se anche la principessa Fiona, a volte, non si sia persa a pensare con nostalgia a quei primi momenti, in cui non sapeva ancora come sarebbe stato essere la madre di tre orchetti, e si immaginava con entusiasmo tutti quei bagni di fango…<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://lh5.ggpht.com/-wR8m_b9A6Mo/U14cOu0cQpI/AAAAAAAAGU0/Rx9UkHl9nCs/s1600-h/images%252520%2525283%252529%25255B12%25255D.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img align="right" alt="images (3)" border="0" src="http://lh3.ggpht.com/-XVT3-rE5zP8/U14cPcDjWjI/AAAAAAAAGU8/004E4vddMv4/images%252520%2525283%252529_thumb%25255B8%25255D.jpg?imgmax=800" height="164" style="border: 0px; display: inline; margin: 0px 0px 0px 5px;" title="images (3)" width="260" /></a></div>
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D’altra parte, a pensarci bene, non è che col passare del tempo abbiano smesso di divertirsi! Sarà il caso che anche io e il sant’uomo, almeno ogni tanto, la smettiamo di tentare di far quadrare ogni cosa, e ricominciamo ad affrontare tutto come un’avventura… mi sa che gli orchetti, qui, non aspettano altro!</div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com10tag:blogger.com,1999:blog-7255514650377757112.post-25163744459456899752014-04-25T19:38:00.001+02:002014-04-26T15:08:36.510+02:00Dell’amicizia<div dir="ltr" style="text-align: left;" trbidi="on">
<span xmlns=""></span><br />
<a href="http://2.bp.blogspot.com/-Uv4gB1Ra4V4/U1qd2xjUq_I/AAAAAAAAGTE/logPzhLkEIo/s1600/imgres.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://2.bp.blogspot.com/-Uv4gB1Ra4V4/U1qd2xjUq_I/AAAAAAAAGTE/logPzhLkEIo/s1600/imgres.jpg" /></a><br />
<span xmlns="">"… pareva che una fosse la meraviglia dell'altra, perché ognuna vedeva la gloria dell'altra senza poter vedere la propria. Perciò esse cominciarono ad avere stima l'una dell'altra, più che ciascuna di sé medesima: poiché l'una diceva: Voi siete più bella di me, e l'altra diceva: E voi avete più grazia di me".</span><br />
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">Questa citazione viene da un testo a me sconosciuto, che si intitola <em>Il pellegrinaggio del Cristiano</em>, scritto da tal J. Bunyan (a chi interessasse, pubblicato nel 1924 dalla Casa Editrice Claudiana, di Firenze – chissà se mai lo troverò!). Conosco però questo capoverso, e lo medito, da quando facevo il liceo e da quando, in particolare, comprai un libro da regalare a quello che in futuro sarebbe diventato il padre dei miei figli. Dopo aver acquistato il libro, e prima di donarglielo, me lo ero letto tutto: si tratta del <a href="http://sonotuttimiei.blogspot.it/2012/05/la-regina-della-casa.html">già qui citato</a> "I quattro amori", di C.S. Lewis. </span></div>
<span xmlns=""></span><br />
<a name='more'></a><br />
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">Lewis ha scritto uno splendido saggio su <em>Affetto, Amicizia, Eros e Carità. </em>Essendo del tutto onesta, devo ammettere che in quei lontani anni, la parte sull'amicizia è forse quella che ho letto con meno attenzione, quella su cui mi sono soffermata meno. Con la presunzione tipica dell'età ero certa di avere un sacco di amici e di sapere benissimo cosa fosse l'amicizia. </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">Non fosse che la frase qui in cima riportata era entrata un po' come un tarlo… Ad essere onesta non mi era mai capitato di trovarmi in una simile condizione. Avevo diverse amiche, alle quali ero anche molto affezionata e con cui ho condiviso molto. Ma non avrei potuto affermare che il nostro rapporto fosse quello descritto in questa immagine. E, a dirla tutta, mi è sempre sembrato anche un po' utopico una compagnia di amiche, tra l'altro <em>donne</em> in cui ciascuna fosse capace di vedere le virtù dell'amica più delle proprie. Quel che mi era sembrato di raggiungere, e mi sembrava già molto, era una compagnia in cui ci sentivamo tutte orientate verso le medesime virtù, capaci di riconoscerci in cammino sulla medesima strada. Ma immaginarmi questo "reciproco godimento della virtù dell'altra", mi è sempre sembrato qualcosa dell'altro mondo.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">Sono passati anni (ma proprio tanti, eh! Più di venti), dopo il matrimonio ho potuto accedere di nuovo al libro di Lewis, l'ho riletto più volte e addirittura ad una vacanza l'ho "presentato" a qualche amico… Quando si dice il vero amore! Dalla prima lettura delle prime pagine de "Le lettere di Berlicche" Lewis è diventato, e tutt'ora rimane, il mio scrittore preferito. Non solo per quel che ha scritto (ci sono altri autori che amo particolarmente, tipo Louis De Wohl, oppure M. Raymond – oltre ovviamente Jane Austin), ma proprio per l'uomo che deve essere stato (complice forse anche l'interpretazione dell'ineccepibile A.Hopkins in "Viaggio in Inghilterra"). Sento una incredibile corrispondenza tra il suo "sentire" la realtà e il mio, e sicuramente "Sorpreso dalla Gioia", il suo saggio autobiografico, mi ha permesso di conoscerlo come nessun altro tra gli scrittori che apprezzo (e diciamo che mi ci applico, ho persino scritto al monastero trappista del Gethsemani, nel Kenttuky – sì, quello della Montagna delle Sette Balze di Merton – dove ha vissuto e scritto Raymond, ricevendone scarne notizie e confortante rassicurazione di preghiera per la nostra famiglia da parte dei monaci).</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">Quella frase lì (insieme ad altre, che magari mi ritroverò più avanti nella vita…), devo dire che mi è esplosa in cuore in questi giorni, in cui ho potuto finalmente affermare: "è vero, è proprio tutto vero!".</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">Sempre più spesso, ultimamente, mi trovo quasi incantata, mentre ascolto, o ripenso alle parole di alcune amiche. Mentre ne osservo i gesti, ripenso ai racconti, osservo il rapporto con il marito e con i figli. Sempre più spesso mi accorgo che mantenendo quel comune sguardo verso un desiderio di <a href="http://sonotuttimiei.blogspot.it/2013/02/la-vita-buona-una-svolta.html">vita buona</a> per noi e per le nostre famiglie, quella compagnia che era anzitutto un <em>compito</em> per noi, un sostegno per la quotidianità, si sta trasformando, miracolosamente, in una vera e propria virtù: l'<em>amicizia.</em></span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">Io che sono poco socievole per temperamento, ed educazione, che trascorro volentieri il tempo libero in casa, con il sant'uomo e i nostri bambini, che non amo particolarmente la confusione, e la folla, mi trovo sempre più spesso a desiderare di aprire le porte di casa (questa gran fatica nello spostarci che speriamo presto la comparsa di un mezzo adeguato ai numeri della famiglia provi a sollevare un po'!), a desiderare la compagnia, la presenza proprio fisica dei nostri amici. Delle mie amiche.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">È stato così durante le vacanza di Pasqua, quando il lunedì dell'Angelo abbiamo raggiunto il ragguardevole numero di 23 nel nostro salotto… ma continua ogni giorno, con e-mail e messaggini (non c'è nemmeno più da preoccuparsi per il costo delle telefonate!!). </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">Daniela, Barbara, Jessica, Carmen… questi i primi nomi, i primi volti che mi vengono in mente, di cui potrei non stancarmi mai di dire: "ma guardate, guardate come siete in gamba, come siete belle, come siete intelligenti, come vi date da fare… guardate che bellezza!" </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">Così, proprio mentre sto scrivendo questo post, in uno scambio di messaggi, capita di dirsi "saremo sempre in debito con voi… " e di sentirsi rispondere "ma com'è che a me sembra che siamo in debito noi?". </span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">È proprio così: per il solo fatto che mi vuoi bene, che ti ricordi di me, che mi dedichi del tempo. Ma, ancora di più: per il solo fatto che sei quella che sei, e mi permetti di partecipare di quel che sei, mi sentirò sempre in debito. Con te, anzitutto, e poi con Chi ha avuto la delicatezza e l'amore, per me, per farci incontrare.</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span xmlns="">Anticipo di Paradiso… </span></div>
</div>
<div class="blogger-post-footer">(c) Sì, sono tutti miei, http://sonotuttimiei.blogspot.com</div>Cristina Tamburinihttp://www.blogger.com/profile/04301587242538461334noreply@blogger.com1