Mi sono ripromessa, fin dall’inizio dell’attesa di Gru, di evitare i racconti dettagliati delle varie fasi, dei malesseri, dei momenti “tecnici” della gravidanza.
E così, onestamente, pensavo di fare anche per il parto. Perché è vero che tra donne è un passatempo diffuso quello di raccontarsi i propri parti (non so quante volte l’ho fatto io), e ora che ne ho un certo numero alle spalle mi capita spesso di ripensarci, di confrontare le sensazioni, rivivere quello che è accaduto.
Anzi, ultimamente, prima della nascita di Gru, il mio pensiero era proprio concentrato sul “fantasma dei parti passati”, non con eccesiva paura (ho avuto tutti parti splendidi), ma come cercando di anticipare a me stessa quello che sarebbe accaduto.