martedì 31 marzo 2020

Diario di bordo: cali di tensione. E impasti

Ci son giorni buoni, e giorni meno buoni. Momenti in cui l'ottimismo pervade, ed altri in cui è più facile vedere tutto nero.
Dei mille consigli che si trovano praticamente ovunque in questi tempi sul web, uno di quelli che mi ha fatto stare meglio è quello di stare all'aperto. Non so se effettivamente esporre qualche centimetro quadrato di pelle al sole aiuta la produzione di vitamina D, ma sicuramente approfittare del weekend soleggiato mi ha fatto bene: mi sono presa cura - spero - del nostro piccolo giardino, mettendo in pratica i consigli che ci ha dato la nonna via chat, visto che di giardinaggio non me ne intendo nemmeno un po', mentre i bambini - e non solo quelli più piccoli - sono impazziti dopo aver trovato una piccola colonia di chioccioline sotto le foglie morte che ho cercato di eliminare da alcune piccole aiuole. Il contatto con la terra fa bene, a me e a loro.
Almeno non ho più le mani sporche solo di farina.

lunedì 23 marzo 2020

Diario di bordo: la conferma del bene




La convivenza stringente - più ancora del solito - ci sta svelando che quell'intuizione che un po' sottotraccia ci accompagna ormai da anni si dimostra, alla prova dei fatti, sempre più vera: il bene non è contraddittorio. Siamo cresciuti in un ambiente culturale che ci porta a pensar sempre al bene come se fosse una buonissima torta, di quelle con il pan di spagna e la panna montata - come quella che ci siamo fatti ieri che era la domenica in Laetare, pure farcita di Nutella - più siamo a farci la merenda, meno torta ci sarà per noi. E, soprattutto, chi prima arriva meglio alloggia, e chi fa tardi rischia di restare a bocca asciutta.
Ma il bene non è così. Il bene, quello che nelle mie cene filosofiche (scriverò anche di questo) son solita definire "perfezione dell'essere" non è contraddittorio: ciò che concorre alla mia perfezione, alla realizzazione di me, è per natura utile in vista del bene comune. La realtà è fatta proprio così, ed è solo quando ci inganniamo, pensando che il nostro bene stia in qualche particolare soddisfazione puntuale, abbiamo la sensazione di "perderci qualcosa", allargando lo sguardo oltre a noi stessi.

venerdì 20 marzo 2020

Diario di bordo: il "fiorellino" della Meraviglia


Stamattina io e La Meraviglia facevamo colazione - lei è sempre la prima dei figli ad alzarsi, anche se La Lettrice (già Streghetta) si sveglia prima, lei però resta nel letto a leggere.
Dunque, si faceva colazione (per la cronaca, lei pane tostato, burro e zucchero e spremuta d'arancia. Io succo di pompelmo e mela con cannella e yogurt) e ad un tratto vedo che mi guarda con la faccia di quando sta per dire qualcosa di importante, su cui ha riflettuto: "mamma, ho deciso di fare un fiorellino: non disubbidisco più!".

giovedì 19 marzo 2020

Diario di bordo: a volte basta una bottiglia di prosecco (!)


Viene quasi da ridere: ieri ho fatto un post tutto positivo sui compiti dei figli, stamattina mi sono trovata a litigare col computer - mettiamola giù soft, ma ha rischiato di volare dalla finestra! - semplicemente perché ci metteva tanto a caricare, e di fatto sui tre piccoli ho un unico pc. Gli insegnanti, poi, sono stupendi perché caricano audio, video, power point e schede da stampare. Peccato che io abbia un solo pc connesso ad una stampante, e non sia quello dei "bambini"... Insomma, sembrava impossibile riuscire a portare a casa il lavoro di chiunque oggi.
Si sclera, va bene, vuol dire che si è sempre vivi...
Il sant'uomo è intervenuto, ha sistemato il problema - come fa sempre - si è pure preso La Polpetta seduta vicino, che ha fatto i compiti di analisi logica mille volte meglio di come li avrebbe fatti col mio fiato sul collo - ho questo piccolo, "insignificante" problema che quando qualcuno è men che rapido nel far le cose mi altero un pochino. E La Polpetta non è esattamente un fulmine di guerra. Arriva dappertutto, ma coi suoi tempi, che non sono i miei.
E sempre qui si arriva: la realtà è qualcosa di profondamente differente da quel che ho in mente io. Non sono bastati 45 anni per allenarmi a questo giudizio, che pure c'è, ma che nella pratica è difficile giocare.
Per fortuna ci sono gli amici, e nel mio pluriennale allenamento allo stare in casa non è cambiato molto: ci si telefonava prima esattamente come ora. Adesso poi ho anche il mio "giardinetto" dove mi rifugio a chiacchierare, e val come una bella passeggiata nei campi, forse anche di più.
La realtà non corrisponde a quel che ho nella testa io, ma mi vuole bene, e questo aiuta anche a far pace col computer troppo lento.
Ieri abbiamo ricevuto in dono dei pasti pronti, per noi e gli amici che ne possono aver bisogno - a partire dall'Anna, internista all'ospedale di Crema, e la sua amica in quarantena. Insieme ai pasti, è arrivata una bottiglia di prosecco, e fa impressione, ché pensando a domenica che è la domenica in laetare avevo proprio il desiderio di farmi un aperitivo col sant'uomo, ma ovviamente non l'avrei fatto uscire per questo. Ma il prosecco è lì, che ci aspetta in frigorifero (devo parlare della gioia del mio frigorifero nuovo? prima o poi ne parlerò). E mi commuovo per quella carezza quotidiana che, basta aspettarla, basta guardare bene, arriva sempre

mercoledì 18 marzo 2020

Diario di bordo - i compiti


Il test è stato superato: i figli dotati di connessione libera si sono accorti del post, l'hanno letto e non si sono lamentati, anzi... Il che permette di proseguire con certa serenità, nella consapevolezza che è meglio parlare dei piccoli, di quelli che non andranno a leggere cosa scrivo di loro - e soprattutto che non hanno amici che vagano tra blog mammeschi, così da evitare il pubblico ludibrio. Pur vero che in famiglia una certa mania di protagonismo l'abbiamo tutti, ciascuno a suo modo, ma tutto ha un limite.
Nella nostra nuova "casa verticale", come l'ha definita l'Ingegnere, che ricorda un po' "La Tana" della famiglia Weasley (d'altra parte è da sempre che nel gioco del "tu chi saresti?" tra i personaggi fantastici preferiti io mi sento Molly Weasley, e recentemente ho capito perché) le giornate proseguono tutte uguali e tutte diverse, secondo un nuovo ritmo che non ci è stato difficile trovarci addosso.

martedì 17 marzo 2020

A volte ritornano, davvero


Eccoci qui, a non so più quanti anni di distanza dall'ultimo post, eppure ci siamo ancora.
La famiglia delle sette campanelle (ma c'è qualcuno che se le ricorda? noi le campanelle non le abbiamo nemmeno più... fagocitate in qualche attività di decluttering pesante) c'è ancora tutta, sempre con la stessa formazione, anche se in una nuova location.
Abbiamo cambiato casa, esaudendo il sogno di tornare nella città natale del sant'uomo, e ci siamo trasferiti in una villetta su tre piani, che - alcune di noi se lo augurano - con i suoi 39 gradini in tutto - l'Elfo li ha contati più volte - dovrebbe aiutare a rassodare i muscoli che più ne hanno bisogno.

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