Nella nostra nuova "casa verticale", come l'ha definita l'Ingegnere, che ricorda un po' "La Tana" della famiglia Weasley (d'altra parte è da sempre che nel gioco del "tu chi saresti?" tra i personaggi fantastici preferiti io mi sento Molly Weasley, e recentemente ho capito perché) le giornate proseguono tutte uguali e tutte diverse, secondo un nuovo ritmo che non ci è stato difficile trovarci addosso.
Al mattino le truppe si svegliano "all'alba" - cioè almeno un'ora dopo la sveglia nel mondo pre-covid - in modo che tutti possano far colazione in tempo perché chi ha la video-lezione alle 8:30 - non tutti i giorni, ma capita - non arrivi in ritardo. Stiamo addirittura cercando di tenere fede all'Angelus mattutino, che "prima" veniva recitato alla partenza del sant'uomo coi piccoli alla volta della scuola. Ora non sempre ci riusciamo, il sant'uomo si alza ben prima di tutti noi e alle 8:00 è nel pieno della giornata lavorativa - evviva lo smart working, anche se alla fine lavora un paio d'ore in più di "prima", e la sera si vede! - senza di lui noi siamo indisciplinati, o semplicemente distratti...
Negli anni ho sviluppato una routine nelle faccende domestiche per cui finita la colazione la lavapiatti è già svuotata dai piatti della cena, riempita delle stoviglie della colazione, tutto è in ordine e addirittura - a volte - inizio a pensare al pranzo. Invecchiando il mio motto "se posso farlo dopo, lo farò dopo" si è profondamente modificato. "Quel che riesco a far prima, è un guadagno" è ormai il mio pensiero, non già per il futuro riposo, ma per le innumerevoli altre cose da fare - warning! ciò non significa che non mi riposi, lo faccio fin troppo. Ma mi prendo i miei momenti senza nessuna programmazione, quando capita. Indisciplinata resto, e pure disordinata... sennò non sarei io. Dislocati i liceali alle rispettive postazioni di lavoro (devo dire che un clima di studio così "prima" in casa ce lo si sognava) tocca a me predisporre il lavoro del mattino. Non avendo ovviamente un pc a testa per figlio - ci mancherebbe anche quello - i compiti sono spalmati nell'arco della giornata, tra chi è autonomo e chi meno, in base soprattutto alla mia "voglia" di fare l'una o l'altra cosa. In questi giorni abbiamo operato con le decine e le unità usando i lego, elaborato meravigliose mappe sulla mitosi cellulare - speriamo che l'interrogazione on line vada bene! - disegnato rettangoli di perimetri vari ed assortiti. C'è addirittura la poesia per la festa del papà, che la nostra meravigliosa maestra dell'asilo, Anna, ci ha fatto imparare con un video bellissimo.
Nel clima di leggerezza che su queste pagine si è deciso di tenere, va detto che questa strana condizione comporta dei privilegi importanti: quante volte avremmo desiderato esser delle mosche nelle classi dei nostri figli? ecco, capita riponendo la biancheria di fare un ripasso di storia, o dovendo necessariamente condividere la scrivania imparare finalmente cos'è un logaritmo. Subendo poi da sempre il fascino dell'homeschooling, mettersi alla prova, almeno in parte, è interessante: certo, il "lavoro grosso" lo fa qualcun altro - i nostri splendidi insegnanti che non stanno facendo mancare nulla, dimostrando una creatività e una fantasia invidiabili! A noi tocca mettere in pratica e a volte - va confessato - non è sempre facile seguire quel che un altro indica. Ho notato che è un attimo, però, passare dalla fatica alla collaborazione: nonostante probabilmente siano subissati da messaggi, email, foto - magari sfocate, le mie sicuramente - di valanghe di esercizi, temi, disegni, ecc... i nostri insegnanti rispondo a tutti i quesiti, sono assolutamente comprensivi se in casa ci manca la tintura di iodio per far l'esperimento di scienze, non hanno il problema che tutto si segua pedissequamente, ma che ciascuno "non resti indietro". Ma attenzione, non sul "programma" - che se stiamo imparando, si spera, qualcosa in questi giorni è che i nostri programmi valgono molto poco - nessuno "resta indietro" nell'esperienza, cioè nel paragone tra sé e il reale. Per questo val la pena - e non solo per la mia inveterata pigrizia - non sistemare le librerie come pure mi piacerebbe fare, non ripulire il garage che è già tutto un pasticcio, e nemmeno sprofondarmi in un libro - ne ho due o tre che meriterebbero giornate intere - per aprire Teams per l'ennesima volta, cercando di far quadrare la presentazione di Power Point sulla geometria, la video lezione di latino e gli ascolti di musica. Che né la Polpetta, né la Streghetta, né l'Elfo - ma nemmeno la Meraviglia, per quel che è dato di fare anche all'asilo - perdano qualcosa della provocazione che la realtà è, fatta di cose tutte nuove e tutte vere, oggi come un mese fa. Ci perdonerà, forse, la maestra di inglese se mi dimentico ogni giorno di far disegnare The Monster all'Elfo, e il professore di storia capirà se non trovo più gli schemi - che però sono stati fatti - sull'anno Mille dalla Polpetta. Stiamo imparando che i "compiti" non sono l'esito "cartaceo" che possiamo o meno consegnare, ma la risposta a noi stessi - anzitutto - e a chi ci domanda, a chi sta domandando qualcosa proprio a noi. La preoccupazione è solo questa: dentro tutto, con i nostri limiti e le nostre fatiche, i nostri entusiasmi e le nostre vittorie, noi ci siamo.
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