Si sclera, va bene, vuol dire che si è sempre vivi...
Il sant'uomo è intervenuto, ha sistemato il problema - come fa sempre - si è pure preso La Polpetta seduta vicino, che ha fatto i compiti di analisi logica mille volte meglio di come li avrebbe fatti col mio fiato sul collo - ho questo piccolo, "insignificante" problema che quando qualcuno è men che rapido nel far le cose mi altero un pochino. E La Polpetta non è esattamente un fulmine di guerra. Arriva dappertutto, ma coi suoi tempi, che non sono i miei.
E sempre qui si arriva: la realtà è qualcosa di profondamente differente da quel che ho in mente io. Non sono bastati 45 anni per allenarmi a questo giudizio, che pure c'è, ma che nella pratica è difficile giocare.
Per fortuna ci sono gli amici, e nel mio pluriennale allenamento allo stare in casa non è cambiato molto: ci si telefonava prima esattamente come ora. Adesso poi ho anche il mio "giardinetto" dove mi rifugio a chiacchierare, e val come una bella passeggiata nei campi, forse anche di più.
La realtà non corrisponde a quel che ho nella testa io, ma mi vuole bene, e questo aiuta anche a far pace col computer troppo lento.
Ieri abbiamo ricevuto in dono dei pasti pronti, per noi e gli amici che ne possono aver bisogno - a partire dall'Anna, internista all'ospedale di Crema, e la sua amica in quarantena. Insieme ai pasti, è arrivata una bottiglia di prosecco, e fa impressione, ché pensando a domenica che è la domenica in laetare avevo proprio il desiderio di farmi un aperitivo col sant'uomo, ma ovviamente non l'avrei fatto uscire per questo. Ma il prosecco è lì, che ci aspetta in frigorifero (devo parlare della gioia del mio frigorifero nuovo? prima o poi ne parlerò). E mi commuovo per quella carezza quotidiana che, basta aspettarla, basta guardare bene, arriva sempre
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