Ma dove va a finire tutto il tempo?

Quando ho iniziato questo blog, per un certo periodo scrivevo tranquillamente due post al giorno. Poi c’è stato l’inizio della gravidanza, un po’ più di fatica, le vacanze…

Alla fine è nato L’Elfo, e ovviamente nei primi tempi tutte le energie erano risucchiate da lui. Ora, che abbiamo compiuto da poco i tre mesi, devo dire che la routine quotidiana è più semplice. I tempi tra una poppata e l’altra si sono un pochino diradati, e anche se il ragazzo raramente si fa dei lunghi sonnellini, nei tempi di veglia non desidera più stare in braccio tutto il tempo, ma accetta volentieri il tappetino con la classica palestrina (in legno, Ikea!!), guardandosi per lunghi minuti le manine, che da qualche giorno ha scoperto.

Eppure il tempo per scrivere non salta fuori da nessuna parte. Sarà perché intanto che lui è sveglio e tranquillo, invece di prendere la rincorsa e fare tutto quello che ho trascurato, passo dei lunghi minuti a guardarmelo? O forse perché quando me lo infilo in fascia, dove si fa delle sonore dormite di più di tre ore, una volta messo insieme l’indispensabile mi piace andare a fare una passeggiata insieme a lui?

Mah! Mi pare che con l’arrivo di questo nuovo figlio si siano ridefiniti un po’ i tempi per tutte le cose.

Dopo le pulizie di Pasqua, la casa è mediamente più in ordine. E questo ci aiuta ad avere più attenzione, per mantenerla così. Una rivoluzione in cucina ci ha fatto eliminare definitivamente il forno a microonde, a favore di una pentola crock pot, che stiamo usando in modo intensivo, e ci dà grandi soddisfazioni. E anche in cucina è più facile tenere l’ordine.

Quello che invece di diminuire aumenta sono i panni da lavare: sembra di non finire mai.

Eppure tante volte lasciamo indietro un po’ di lavoro, per stare insieme. Abbiamo portato La Polpetta e La Streghetta a fare merenda al bar, mentre i grandi erano a catechismo, e vendendo il loro entusiasmo ci siamo accorti di quanto era passata dall’ultima uscita insieme (la stagione poi non aiuta). La sera si è ripreso a disegnare, a volte a giocare a scacchi.

Sabato c’è stata una nuova serata con gli undicenni, stavolta anche qualche maschietto. Che hanno divorato le quattro teglie di pizza che avevo preparato. Mi ha molto commosso vedere questi ragazzini, molti dei quali sono stati compagni della Sartina anche all’asilo: sono proprio diventati grandi.

Eppure è rimasta la familiarità con la nostra casa, e subito entrando si sono tolti le scarpe, come facevano da piccoli. Ottimo per evitare di sporcare i pavimenti. Un po’ meno a livello di respirabilità dell’aria: si vede che gli ormoni hanno iniziato a lavorare.

Il fatto più significativo i questi giorni è stato il battesimo dell’Elfo, la scorsa domenica. Siamo stati circondati da tantissimi amici, la mancanza di alcune persone care si è fatta sentire, ma non come tristezza, piuttosto come gratitudine per l’affetto che ci unisce, e che non viene meno neanche quando non si può stare insieme.

Abbiamo invitato tanti amici, e abbiamo chiesto di non farci regali (obiettivamente abbiamo proprio tutto), ma di contribuire alla festa, portando qualcosa da mangiare o da bere. Alla fine non si sapeva più dove mettere le cose (e sono arrivati anche i regali…). Avevamo proprio voglia di sentirci circondati da tanto affetto, e di riscoprirci davvero uniti, anche in tempi difficili.

Io sono andata dalla parrucchiera, dopo più di due anni (forse per quello il giorno prima avevo la febbre!!), ho infilato una gonna e ho indossato anche dei tacchi (prestati dalla amica Carmen, che mi ha anche regalato il “pezzo forte” dell’abbigliamento, un copri spalle “color Cristina”): lo stupore sui volti di chi mi incontrava mi ha fatto pensare che forse è ora che io mi curi un po’ di più anche quando non ci sono sacramenti da celebrare…

Per la festa ho deciso di fare io la torta, che la madrina mi ha poi aiutato a decorare: sei pan di spagna, farciti di crema gianduia e ricoperti di panna montata. Quasi un metro quadro di torta!! Santo subito l’amico Emilio che l’ha trasportata dalla cucina di casa mia al salone in cui abbiamo festeggiato…

Perciò, nonostante le cose da raccontare siano sempre tantissime, per il momento mi sto prendendo il mio tempo per godermele. Proprio come quando, nelle grandi occasioni, solo alla fine mi accorgo di non aver fatto le fotografie di rito. D’altra parte, ci son cose che preferisco conservare solo nella memoria, piuttosto che distrarmi per fissarle altrove.

Come ogni momento della vita: si tratta di una fase. Sono certa che molto presto torneranno a prudermi le dita, e avrò bisogno di tornare a scrivere fiumi di parole. Nel frattempo, lascio la frase che abbiamo voluto sui bigliettini del battesimo dell’Elfo: