Oggi IO ho iniziato la scuola. Oggi c’è stato l’incontro di inizio anno, con la preside della scuola media e la direttrice della scuola materna e dell’infanzia che frequentano i miei figli (scuole che fan parte della medesima fondazione, per cui l’incontro era comune).
E sono grata di non aver trovato il tempo, ieri, per fare il “resoconto” degli altri primi giorni dei miei bambini, perché ancora di più oggi ho preso consapevolezza di quel che accade, ogni anno, in ogni nuovo inizio.
”Tutto è per te” è la frase che è stata consegnata alla Sartina, e a tutti i suoi compagni di avventura, quando il primo giorno, dopo i canti e un video in cui tutti gli insegnati si sono presentati (molto simpaticamente, in verità), sono stati chiamati, uno per uno, e accolti a braccia aperte, dai compagni e dai professori. Mi hanno molto colpito sia il “discorso” della preside (nominata solo due giorni prima, in seguito all’aspettativa chiesta improvvisamente dal suo predecessore), che era visibilmente commossa, e non ha dato informazioni tecniche sulla organizzazione scolastica, ma ha parlato di sé, della sua esperienza di madre (anche i suoi figli hanno frequentato la nostra scuola) e di insegnante.
Il video preparato per presentare la scuola e gli insegnanti aveva una caratteristica interessante: era fatto perché ci si sentisse subito a casa. Di ogni “personaggio” (compresi segretarie e bidelli) è stata mostrata una immagine, e una didascalia che ne indicava il “super potere” (mira infallibile; disponibilità 24 ore su 24; fiume di parole…). Ho riflettuto su questa scelta, che sicuramente non è stata casuale, e mi sono resa conto che è proprio interessante come gli insegnanti si siano messi in gioco (dai più giovani a quelli “storici”), con grande auto-ironia, in modo da creare subito familiarità. Personalmente frequento l’istituto da anni, molti insegnanti sono amici, anche di vecchia data. Mi sono messa nei panni di chi li vedeva per la prima volta (sia studenti che genitori): quel video era una mano tesa, un modo di dire “siamo già insieme”, ti siamo amici. Non mi è parso affatto scontato.
Non ero presente all’inizio anno delle elementari (giustamente aperto solo ai genitori dei “primini”), ma so (grazie alle poche informazioni “strappate” dall’Ingegnere e dal Cavaliere) che la frase guida per il percorso di quest’anno è: “volo alto”. Non ho visto lo spettacolo che le maestre hanno preparato (come per la scuola dell’infanzia, una storia rappresentata segna il primo passo dell’avventura dell’anno), ma sono rimasta impressionata dalla spiegazione avuta oggi dalla direttrice: per far vedere ai bambini che “volo alto” non significa avere la testa tra le nuvole, ma vivere all’altezza dei propri desideri, subito – ieri – è stata organizzata una gita al Sacro Monte, un vero e proprio pellegrinaggio alle venti cappelle in cui è raccontata (con statue e dipinti) la vita di San Francesco d’Assisi. L’esempio di un uomo che ha vissuto all’altezza dei suoi desideri.
Di nuovo: a tema non c’è una narrazione, un racconto, ma una esperienza, da vivere insieme!
Anche stamattina, all’incontro per i genitori, devo dire di non aver ricevuto “informazioni” (tutto quello che riguarda entrate/uscite/laboratori/attività…). Sono stata di fronte, insieme a tutti gli altri genitori, ad una vera testimonianza, perché le nostre dirigenti ci hanno parlato del loro lavoro, del compito che si assumono, insieme agli insegnanti, nei nostri confronti e nei confronti dei nostri figli.
Con un punto di partenza importante: i soggetti principali dell’educazione dei nostri figli siamo noi genitori. E questo è riconosciuto dalla scuola, non come “alibi” per diminuire la propria responsabilità, ma, esattamente al contrario, come desiderio di entrare in rapporto e di condividere l’avventura educativa. Partendo da una stima reciproca, per cui il limite (evidentemente presente in ciascun soggetto) non diventi occasione di distanza, ma di familiarità.
Al centro dell’educazione c’è la persona: ogni singolo io. Per non tradirlo è necessario non ridurlo all’aspetto psicologico e/o sociologico: l’io non è qualcosa di manipolabile, ma è fatto di ragione e libertà. La nostra scuola riconosce come vero e proprio dovere morale (cioè di adesione al vero) prendere atto di questa evidenza.
Perciò, declinato nelle diverse modalità, in base all’età dei bambini/ragazzi, lo scopo ultimo della scuola non è quello di travasare il sapere, ma quella di trasmettere una autocoscienza: educare la ragione a “possedere le cose” (attraverso il legame affettivo con la maestra, il bambino impara un rapporto gioioso con la realtà); a sviluppare nessi tra le cose (è una capacità insita nel bambino, che la scuola accompagna, insegnando a sistematizzare e concettualizzare); alla consapevolezza di sé e alla capacità di critica (nell’età in cui naturalmente i ragazzi sono portati a verificare se quel che negli anni abbiamo loro consegnato è buono per sé).
La cosa interessante che questo compito non è “a lato” dell’apprendimento delle singole materie, ma è all’interno delle singole discipline: il materiale è la materia insegnata, non una parentesi spirituale che si cerca di “inoculare” nelle pause del lavoro. Perciò non è una teoria, ma una mossa della persona: l’educatore, partecipando all’esperienza insieme allo studente, fa vedere (non spiega a parole) la dinamica della conoscenza (la ragione è esigenza di significato!!).
Così, di fronte alla paura di non essere all’altezza, di non farcela, l’adulto può condividere la condizione del bambino: ho fatto la tua fatica anche io, il limite è una condizione comune! Perciò non si ha il problema di apparire “perfetti” o “onniscienti”, ma si mostra chiaramente come anche l’adulto attinge da un altro maestro.
Proprio perché, pur essendo la mossa della persona, il cammino si può fare solo insieme ad un altro!
E così, insieme, ci si scopre pieni di entusiasmo, davanti a questa nuova avventura. Quasi quasi, alla fine, è venuta voglia di tornare su banchi anche a me…
Felice anno scolastico e buoni nuovi inizi in tutti i sensi!
RispondiEliminaGrazie Simonetta!!!
EliminaMi sembra un'ottimo inizio no?
RispondiEliminaIndubbiamente...
EliminaChe bel clima nella vostra scuola ...
RispondiEliminaIo ho provato a iscrivere mio figlio alla scuola materna delle Canossiane , ci sono anche primaria , secondaria e superiori , ma non
l hanno preso ...
Peccato ...
Veronica
Caspita, Veronica, mi dispiace! E pensare che da noi invece restano posti vuoti... E non riesco a spiegarmi come sia possibile!!!
EliminaPosti vuoti ?? No che spreco !
RispondiEliminaHo fatto un sacco di telefonate , per riuscire ad iscrivere mio figlio , ma niente da fare
Sob sob
Grazie per la risposta !
Veronica