lunedì 15 ottobre 2012

Undici undicenni…

008Tutto è nato dalla “gita di socializzazione”, che a dire il vero ai miei tempi non si faceva, anche perché, forse, era più normale conoscersi già: la scuola era quella vicino a casa, frequentata dai vicini di casa, con cui si andava anche all’oratorio, che si era abituati a vedere fin dalle elementari, magari non in classe, ma in cortile durante la ricreazione…
Invece adesso si viene da città diverse, anche distanti… Delle undici bambine della classe, due erano già compagne della Sartina alle elementari, una era compagna all’asilo, e tutte le altre invece sono “nuove nuove”…
Perciò capisco il desiderio di dedicare un momento, che non sia sui banchi, perché possano stare insieme, da subito. Anche perché lo studio è partito subito serrato, i pomeriggi sono tosti e si lavora molto…
Insomma, al rientro dalla gita, era entusiasta di tutto (viaggio in pullman – che è sempre il momento migliore – visita alla Certosa di Pavia, giochi fatti insieme…), ma con una piccola ombra. E siccome non è più una bambina, sapevo benissimo che non c’era da aggredirla con il mio classico: “cosa c’è?”. Un pochino di pazienza, e sarebbe uscito da solo…
004E infatti, in un raro e idilliaco momento tra donne, La Sartina viene da me, con lo sguardo basso, e mi dice: “ho una cosa da chiederti, ma tanto lo so che mi dici di no…”. E lì la tentazione è forte, quella di dire: “ e allora non chiederlo…”.
D’altra parte la curiosità è ancora più forte… Assumo l’atteggiamento della mamma comprensiva – che non mi viene neanche difficile – e mi dispongo ad ascoltare che cosa stesse angustiando la mia bambina.
“Mamma, io vorrei il cellulare”. Ora, La Sartina sapeva davvero benissimo che non c’era alcuna possibilità di risposta positiva. Io e suo padre ne avevamo parlato con loro più volte, dal nostro punto di vista non c’è alcun motivo per cui un ragazzino o una ragazzina di 11 anni debbano essere muniti di telefono personale. Visto e considerato, tra l’altro, che non ci sono situazioni in cui La Sartina si trova da sola (l’unico viaggio che fa è quello sul pullman della scuola – che comunque non è il pullman di linea). In caso di qualsiasi bisogno ha sempre modo di contattarci, tramite qualche adulto di cui si può fidare.
A che altro serve il telefono a quell’età?
Ma sono stata davvero contenta che me lo chiedesse. Perché – sarò ottimista – ho pensato che preferisse condividere con me il suo pensiero, senza dare per scontato che io non l’avrei  capita. Sapeva già, probabilmente, che non l’avrebbe “spuntata”, ma questo non ha impedito che si confidasse con me.
Non potevo mica lasciarmi sfuggire l’occasione… Anche perché volevo proprio capire: c’era un altro motivo, oltre al fatto che “ce l’hanno tutti”, per cui la mia ragazza mi faceva quella richiesta? Si è sentita “diversa” perché lei sul pullman non ce l’aveva, o c’era altro?
Il dialogo che ne è seguito è stato interessante, perché ho imparato davvero qualcosa. Per fortuna, infatti, La Sartina non è proprio “l’unica” senza cellulare. Almeno un’altra compagna, e tra l’altro quella che abita nel nostro paese, con cui fa ogni giorno il viaggio di andata e ritorno. Con cui studia tutti i giovedì pomeriggio… La figlia di cari amici, di una famiglia che condivide il nostro “stile educativo”… Anche lei cellulare zero!
Perciò non era solo un: “sono l’unica sfi***a”…
006Poco è bastato per capire che il punto vero era un altro: “sai mamma, di pomeriggio le altre si mandano gli sms, si fanno gli squilli… io non posso, e così come facciamo a diventare amiche?”.
Allora, risparmiando ai non-figli-undicenni il pistolotto materno sul fatto che non si diventa amici via sms, e tanto meno con gli squilli, salto alla conclusione cui siamo arrivate: se il desiderio reale è “farsi le amiche”, io su questo ci sto proprio! Allora è scattata la proposta: perché non le inviti a casa? Penso che una bella serata insieme, una pizza, magari un film divertente, o dei giochi insieme, possano fare molto di più di qualche sms.
Detto? Fatto! Il giorno dopo gli inviti erano già pronti, e venerdì sera le undici unidicenni si sono presentate. Non dico in orario, perché per la maggior parte era proprio in anticipo.
E si sono presentate con dei regali: torte, gelato, fiori, e non solo.. Io ho un po’ sbottato: “Sartina, l’hai detto che non è il tuo compleanno??”. E una ragazzina, una di quelle mai viste prima: “insomma, ci invita a casa sua, un regalo è il minimo!!”.
Cioè, forse anche a loro l’idea è piaciuta… Forse non è così scontato anche per loro, che ci si inviti, che si abbia voglia di condividere tutto (comprese le sorelle piccole e troppo invadenti, e i fratelli maschi che si vergognano troppo…).
Saranno più amiche, dopo questa serata? Non lo so… Però, a vederle mangiare insieme, giocare insieme… io un po’ ci spero!
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28 commenti:

  1. Bellissima soluzione e sei una grandissima mamma. Quando si dice "cogliere la palla al balzo"...
    Noi stiamo entrando nel tunnel dei compleanni e per il momento navighiamo a vista: l'omologazione forzata non mi piace, ma farli crescere "diversi-sfigati" neppure. Continua a dispensare consigli di questo genere e ti seguo senza batter ciglia :D!
    Ciao e un abbraccio!

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    1. Grazie Simonetta.. Anche per noi è tempo di compleanni. Anche qui,navighiamo un po' a vista. Più crescono, credo, e meno è facile.

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  2. Condivido il tuo pensiero al 100%, e mi piace il vostro "coraggio" di non uniformarsi alla massa e nemmeno di dire un "no" sterile, ma cercare di far fronte a un potenziale problema trovando una soluzione non scontata e proprio per questo efficace.
    E lei, mi sembra una bambina (ops una ragazzina) veramente in gamba.

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    1. Sai che mi sono piaciute tutte queste ragazzine? Sono contenta anche io di averle invitate, ora so ogni mattina che volti vede la mia "ragazza" quando va a scuola, e non posso far altro (di nuovo) che ringraziare...

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  3. caspita... che soluzione geniale, deve essere sempre più difficile al giorno d'oggi educare pre-adolescenti e fare la mamma che segue i suoi ideali educativi... e anche essere bambini di 11 anni che non seguono la massa negli stili di vita ma accettano quelli dei genitori con maturità: BRAVA SARTINA!!

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    1. Si tratta di un passo... non credo che la questione sia "risolta". Cerchiamo di tenere alti i cuori, e viva la tensione.
      Poi, si vedrà!

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  4. Mi sono commossa!
    Siete una bella famiglia, non c'è dubbio, e la tua disponibilità infinita è proprio meravigliosa!
    ciao

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    1. Avresti dovuto vedermi nel week-end successivo... Meno male c'è chi sostiene anche me, perchè ogni volta parto di slancio... e arrivo sui gomiti!!!

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  5. Anche io mi sono commossa!Mio marito ed io condividiamo, anche e soprattutto nella pratica quotidiana, il vostro stile educativo e ti ringrazio di questa testimonianza. Comprare un cellulare può essere più facile che invitare a casa undici bambine!La mia grande di quindici-anni-quasi-sedici ("è una stupenda età" qualcuno cantava....) a forza di invitare amici di vario genere, in alternativa alla discoteca (che sue coetanee frequentano da almeno un paio di anni)o al cinema a tutti i costi -a prescindere dal film-, ora ha una agenda di impegni che neanche Obama e soprattutto ha dei carissimi e veri amici.
    Grazie ancora.
    Antonietta

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    1. Anche noi cantiamo sempre quella canzone... Alla Sartina vengono gli occhi a cuoricino!!
      Speriamo di andare avanti così anche noi (anche se poi accade che quel sant'uomo torna a casa un po' prima del solito, corre in camera a cambiarsi e prima che esca in mutande devo fiondarmi ad avvisare: "guarda che ci sono delle amiche in casa!!).

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  6. Mitica, bravissima un'idea splendida...la terrò in mente se il fatidico momento dovesse arrivare anche per me, anzi quando il fatidico momento arriverà, inutile illudersi che mia figlia possa fare eccezione. Comunque per ora le regole della scuola sono il divieto assoluto di utilizzo dei cellulari, pena ritiro e anche ai genitori è stato più volte ricordato, che possono utilizzarli solo davanti all'atrio, ma dopo vanno giustamente spenti o comunque non utilizzati.
    Su questo sono decisamente molto rigorosi, trovando fortunatamente la maggior parte dei genitori favorevoli. Si vedrà, per ora di tempo dovrei averne ancora un po'.

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    1. Certo, "questo" momento è ancora distante, per voi... D'altra parte la collaborazione della scuola è importante. Anche da noi non esiste che si usino in classe (poi i furbetti ci sono sempre) e fino alle elementari anche durante le gite sono proibiti (c'è sempre il numero di un docente o accompagnatore a disposizione delle famiglie...). Dalle medie in poi, vedo che è proprio normale allargare un po' le maglie...

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  7. che portento, IO TI ADORO! TI.ADORO.

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  8. Mi unisco ai complimenti delle altre..cavolo, già ne hai di lavoro per casa...pure le compagne....e con la pancia!!!
    Davvero sei fantastica, d'altra parte se hai creato una famiglia cosi bella..."qualche" dote in più dovrai averla!!!

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    1. Insomma, non esgeriamo...
      Ho scoperto che L'Ingengere il lunedì mattina non era ancora entrato in classe e già stava raccontando tutto desolato alla maestra cosa aveva dovuto "sopportare" il venerd sera in casa sua...
      Mi sa che mi toccheranno anche dieci decenni (magari un po' meno...) tra un po'!

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  9. Mi unisco ai complimenti!
    Mi chiedo come fai... io anche senza pancia sarei in panico con undici undicenni!
    Per il cellulare io alla fine ho ceduto... ma più per placare la mia ansia che altro... Mi rendo conto, però, che alla fine le occasioni di utilizzarlo sono veramente poche!!!

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    1. Penso che sia questione di abitudini: in queste occasioni siamo piuttosto spartani (per dire che solo dopo che le ragazzine sono arrivate mi sono accorta che non avevo preparato nemmeno le bottiglie d'acqua necessarie per tutta la "folla"). D'altra parte loro si adattano benissimo.
      E per le pulizie finali, ormai si collabora alla grande!!

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  10. Mi piace questa cosa, mi piace l'idea che non serve per forza il cellulare o facebook per avere degli amici, vorrei che la pensassero tutti così, invece pare che anche i grandi senza queste cose non possano creare legami, che assurditá!

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    1. Devo ammettere che una delle obiezioni della Sartina è stata proprio che io stessa uso molto sia cellulare che computer... Ed è vero!!

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    2. E allora forse io almeno con il cellulare sono salva, lo uso pochissimo, ma invece del computer ahimè non riesco proprio a fare a meno, però non uso i social network, i miei amici se vogliono possono contattarmi in mille altri modi. Eppure proprio per questa mia posizione sono rimasta fuori da molti giri di amicizie: potrei dire che non sono così importanti se serve un social network per mantenerle in vita, però non è sempre così e nella società di oggi alle volte non ci sono altri mezzi...
      Scusa la lunghezza, ma mi fai riflettere molto perchè in questo periodo sto proprio pensando a come educare al meglio i miei figli.

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  11. Portare avanti le proprie convinzioni e il proprio stile educativo non è mai facile: perchè, per fortuna, i nostri figli non sono isole. Questa tua esperienza mi offre una volta in più spunti di riflessione sui valori da trasmettere e su come trasmetterli.
    E' sempre un piacere (e un arricchimento!) leggerti.

    Buona giornata,
    Grazia

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  12. anch'io credo che il cellulare a 11 anni sia ancora inutile e come te l'unico piccio che mi faccio è che non vorrei far sentire mia figlia "diversa"; ma l'educazione è l'educazione e le cose importanti sono altro dall'ultimo modello di telefonino che oltretutto costa un botto.
    l'idea della reunion è stata geniale! i giovani di oggi hanno bisogno di questo, ormai si relazionano solo via sms, mms e web... male.

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    1. Perciò credo sia così importante avere un luogo e delle persone con cui condividere l'educazione dei figli. Per me la nostra scuola, e le altre mamme di cui sono amica, sono proprio un sostegno in questo!

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  13. ehm...cristina...?
    sei sempre panzuta o questo silenzio deve farci sospettare qualcosa?!? :)

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    1. Macché... Sempre panzuta!!
      Il silenzio è segno dell'attesa... Anche perchè ormai penso solo a contrazioni e parti, meglio (per voi) che non condivida troppo!!!

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  14. Che bello: disponibile all'ascolto, porti avanti le scelte della famiglia anche quando impopolari, e trovi una bellissima soluzione, anche se probabilmente "faticosa" per te panzuta, e racconti (e probabilmente vivi) tutto con questa serenità!
    Sono alle prese con la prima, sono in attesa del secondo/a e vorrei essere una mamma come te!

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