Sono una mamma che ama i giocattoli, e con alcuni in particolare giocherei più io dei bambini… Soprattutto quando sono fatti di legno, come il Kapla, che da poco è entrato a far parte del nostro “parco giocattoli”, ma che io (molto più di loro) ho desiderato per mesi. Ho fantasticato per tanto tempo sulle meravigliose torri che avremmo creato insieme, e che effettivamente abbiamo fatto.
Pensavo di costruire edifici complessi (non a caso, quando ci siamo accorti che una sola confezione limitava un po’ la nostra fantasia, quel sant’uomo di mio marito è uscito apposta per recarsi nella città vicina, per fare “rifornimento” di mattoncini) e fantasticavo già che qualche figlio si sarebbe particolarmente appassionato, scoprendo così una vocazione per l’architettura, o l’ingegneria.
Perciò, quando un pomeriggio Il Cavaliere (dopo aver portato a termine con somma diligenza tutti i suoi compiti!) mi ha chiesto: “posso venire in cucina con il Kapla?”, tutta contenta mi sono preparata a lavorare con lui su qualche progetto ambizioso. Quando, tutto entusiasta, ha dichiarato: “voglio costruire un muro, così lo faccio buttare giù dall’Incredibile Hulk”, insomma, ho un po’ faticato a nascondere la mia delusione. Non era proprio la cattedrale che io immaginavo… D’altra parte, si deve pur cominciare con qualcosa, così mi sono messa ad impilare mattone su mattone, per costruire un muro abbastanza alto da superare i venti centimetri circa dell’action figure dell’Incredibile Hulk che Il Cavaliere aveva portato con sé. Mio figlio, d’altra parte, fremeva: la costruzione del muro sembrava non avere il minimo fascino, per lui: pregustava soltanto l’istante in cui il mostro muscoloso l’avrebbe abbattuto. “E’ finito! E’ finito”, continuava a ripetermi, anche se la testa dell’uomo verde continuava a spuntare dall’altro lato. E su questo, avevo deciso di non cedere: almeno raggiungiamo una altezza onorevole!
Così, ad un certo punto, Il Cavaliere ha abbandonato la costruzione, si è spostato indietro di qualche passo, sperando che il cambio di prospettiva permettesse di attestare il raggiungimento dell’obiettivo che avevo posto. Mentre rimirava l’opera (costretto ad ammettere che sì, era ancora un po’ bassina), come colpito da un pensiero improvviso, esclama: “mamma, guarda: una donna che corre con i capelli al vento!”
Non sarà mai un architetto? Poco male! Potessero i miei occhi guardarlo, così come lui sa guardare un muro di legno…
Hai proprio ragione, lo penso spesso: molte volte non sono i figli a dover cambiare, ma il nostro sguardo nei loro confronti. Ciao e buona giornata.
RispondiEliminaAle
Però, che bell'allenamento, no?
EliminaBuona giornata anche a te!
In casa mia i Kapla si chiamano Ciapla: Pietro ha deciso così.
RispondiEliminaE per ora ci si fanno solo totti o staccionate per tenere radunati gli animali di legno della sua fattoria.
Insomma, niente cattedrali neanche per noi.
Buona settimana!
Grazia
Io però sono curiosa: alla fine cosa gli hai regalato al compleanno??
EliminaAncora niente, a dire il vero: del resto mancano ancora quattro setimane e sono ancora in tempo per la scelta.
RispondiEliminaHo rimandato la decisione finale a dopo Fa' la cosa giusta, la fiera che si tiene a Milano a fine mese e che ospita davvero tantissime marche/ditte/negozi che mi interessano (c'è anche il tuo negozio preferito, Daelli :-).
Pietro comunque mi ha chiesto una "torta con i draghi": è un bimbo che si accontenta!
Daii... anche io voglio venire a Fa' la cosa giusta. Ho scoperto che è pure gratis per i bambini. Vediamo se riesco ad incastrare tutti gli impegni!!! Tu che giorno vai?
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