Nello stesso periodo in cui ho cominciato a conoscere le fasce porta bebè, l’autosvezzamento, e i pannolini lavabili, non ricordo più per quale giro di conoscenze in rete, sono approdata al sito de Il bambino naturale. Ovviamente è stato amore a prima vista, e oltre ad iniziare a conoscere le ormai famose Storie di Alice, ho iniziato a guardarmi in giro, nella loro biblioteca virtuale.
Posto che avrei acquistato più o meno ogni libro proposto, ovviamente ho dovuto operare una scelta (ed in questo è stato proprio utile poter accedere agli indici dei testi, prima di acquistarli, proprio come si fa di solito in libreria…), e mi sono fatta catturare da questo libro di Isabelle Fox, “Sempre con lui”.
Sarà che mi è piaciuta l’immagine di copertina, che mi è sembrata particolarmente familiare, sarà che mi sono fatta attrarre dal curriculum “prestigioso” della scrittrice, ho deciso di ordinare questo libro (che fatica comprare i libri on-line, è “snervante” l’attesa del corriere!!).
Non credo, onestamente, di essere stata alla ricerca di una conferma per la scelta che avevo fatto, smettere di lavorare e rimanere a casa con i miei bambini. In primo luogo per me la scelta è stata piuttosto obbligata: insegnavo in una scuola veramente distante da casa, e non avevo vicino nessun aiuto “parentale” (nonni o zii disposti ad occuparsi della mia creatura). Il costo di un asilo nido o una baby-sitter superava ampiamente il mio stipendio da insegnante con poche ore assicurate (guadagnavo più che altro con le supplenze, che decisamente non erano una entrata stabile) e la durata del viaggio (più di un’ora sia per l’andata che per il ritorno) mi avrebbero costretta fuori casa ad orari improbabili (a volte prima delle sei del mattino). Non ho mai rimpianto questa decisione e sono certa di averne solo guadagnato.
Eppure la lettura di questo libro è stata illuminante, a partire dalla prefazione di Elena Balsano:
lo schema di base è molto semplice: un neonato ha un bisogno (come la fame, il freddo, la paura), si sente solo, triste, annoiato, intimorito e piange. il suo pianto è richiamo per l’adulto, è l’unico modo che il bambino ha di attirare l’attenzione, il suo solo linguaggio. La mamma accorre e lo prende in braccio, lo culla e gli offre il seno, il papà lo coccola e lo accarezza. Il bambino si rassicura e si calma. Si sente accudito, compreso e amato. Qualcuno ha capito il suo linguaggio e gli ha risposto: “Sono qui con te”. Non è uno straniero in questo mondo. Questa esperienza è la base su cui si formano la fiducia nel mondo, negli altri, ma anche in se stessi. L’interpretazione che il bambino dà è: “Questo è un buon posto dove stare, è un posto sicuro, dove sono accolto, protetto e amato”. Un bambino che cresce con questa visione è un bambino che cresce con una base sicura e che sarà in grado di far fronte alle tempeste della vita, proprio come un albero che può sfidare il vento perché ha forti radici che affondano nella terra.
Ecco, il libro di Isabelle Fox, ricorrendo anche ad esemplificazioni interessanti e molto dirette, spiega questo semplice concetto, e illustra le conseguenze possibili della mancanza di una tale sicurezza, su cui costruire. Quando sento parlare di politiche a sostengo delle madri lavoratrici, vorrei che chi se ne occupa leggesse questo, che si può definire uno “studio”. Quante problematiche future si potrebbero limitare, se si pensasse che l’apertura di più asili nido non è l’unico modo per aiutare le madri a riprendere il lavoro dopo il parto!
Insieme a Bebè a costo zero è un libro da consigliare alle giovani coppie in attesa del primo figlio (ma non solo…), anche perché offre una serie di spunti di riflessione e di proposte molto realistiche su come è possibile guardare ai due/tre anni successi alla nascita del proprio bambino in modo diverso, e “intelligente”.
Da quando è nata la mia prima figlia mi sono resa conto di come il Buon Dio abbia “inventato” la mamma proprio per darci prova tangibile ed evidente, fin dal primo istante di vita, dell’immenso amore dedicato a ciascuno di noi, che siamo stati così preferiti da essere tratti dal nulla. Isabelle Fox, conducendo i suoi studi a riguardo, mi ha convinta che avevo proprio ragione!!
La vita è troppo breve per rinunciare a stare con i propri bambini, soprattutto nei primi anni...E' meglio avere in tasca qualche euro in meno ed offrirsi completamente come madri. Un giorno mi presterai anche questo libro, vero Cristina?
RispondiEliminaUn abbraccio, buona giornata,
Il fatto è che per moltissime famiglie uno stipendio NON basta. Punto... non è questione di "qualche euro in meno". Mi sembra una semplificazione riduttiva e oso dire un opò offensiva. Scusatemi lo sfogo.
RispondiEliminaE' questione che se hai un mutuo da pagare o si lavora in due oppure non paghi il mutuo....non mi sembra una libera scelta. Non c'è molto altro da dire, purtroppo...
Scusami Massimiliano, se mi permetto di risponderti. Non conosco la tua situazione, ma rispondo io perché, a casa nostra, lavoro io. Cristina lavora molto più di me, ma non porta a casa lo stipendio.
EliminaQuello che AnilinaLab (nostra cara amica) credo intendesse dire è che dipende anche dallo stile di vita che ti sei scelto. Sono sicuro che chi lavora in due lo fa per necessità e non per la barca a Porto Fino, ma vedi, io e Cristina la casa non ce l'abbiamo e tutto (o quasi) quello che guadagno va a finire nelle scuole dei nostri figli.
"Non basta" è molto relativo. La semplificazione di AnilinaLab non voleva essere un giudizio nei confronti di chi cerca "qualche euro" in più, ci mancherebbe! Tuttavia a casa nostra non si esce a cena, non si va al cinema, non ci sono vestiti firmati, non si cambia l'automobile (sigh), non c'è Sky, c'è un cellulare solo (quello di Cri), etc. ... Sono scelte e persone come Cristina o AnilinaLab sono lì a testimoniare che è bello scegliere ogni tanto di rinunciare a qualcosa per riguadagnarlo in vita familiare.
Io lavoro a Milano e lì la vita è molto più cara, certo. Noi abbiamo fatto delle altre scelte e vogliamo condividere con chi ha voglia di leggere che sono scelte che ci stanno dando tantissime soddisfazioni.
Se vuoi continuiamo pure questa discussione in privato.
Scusami Massimiliano,
RispondiEliminaNon era mia intenzione offenderti.
E' senza dubbio una semplificazione. Non per tutte le famiglie può bastare uno stipendio solo, ma per molte sì, questo comporta però (ed è anche il mio caso) anche molte rinunce, piccole e grandi: automobile, televisore, colf, abiti nuovi ad ogni cambio stagionale, vacanze... E' una questione di priorità.
Inoltre bisogna considerare che la retta di un buon asilo nido mangia gran parte di uno stipendio, e quello che ne resta è la stessa somma che una mamma puo' facilmente guadagnare lavorando in proprio da casa o con un lavoro part-time.
Una cosa ci trova senza dubbio d'accordo: mancano le politiche sociali volte a garantire la tutela di madri e figli. Questo è il nodo cruciale del problema ed è per questo che occorre lottare, non tanto scendendo in piazza, ma soprattutto cercando e praticando, anche con fatica, soluzioni alternative, e lavorando per ripristinare un tessuto sociale solidale che sostenga le famiglie.
Non dovremmo accettare supinamente quello che ci viene imposto, ma difenderci in modo costruttivo.
Ho riletto il mio commento ed è abbastanza duro, diciamo così. Lo lascio così sperando che non sia visto come un muro contro muro ma come un'occasione per discutere seriamente dell'argomento.
RispondiElimina---
Il discorso che l'asilo si mangia buona parte dello stipendio è verissimo e infatti a Settembre quando mia moglie tornerà a lavorare a 6 ore la destinazione delle figlie saranno... i nonni.
Senza rendere pubblici i nostri conti al dettaglio, diciamo che se mia moglie rinunciasse a lavorare dovremmo vivere, tolto il mutuo, con 400 euro al mese. Non so se se voi la luce, il gas, l'acqua, la pagate... la spesa la fate...? E chi ha parlato di cene, macchine, abiti firmati??? ma quando mai. La settimana scorsa dopo ANNI mi sono comprato qualche vestito nuovo. Dopo ANNI. A cena fuori da quando è nata la prima figlia ci siamo stati 2 volte per i nostri rispettivi compleanni. cinema? A parte il fatto che con una piccola di 2 mesi ora non potremmo proprio, credo che l'ultima volta che siamo andati al cinema risalga a inizio 2010. Per le vacanze risparmiamo come uccellini perchè non c'è niente di più bello che conoscere il mondo e farlo conoscere ai propri figli. Ma anche se decidessimo di non muoverci più di casa (a parte che mi sembrerebbe una vita di sole rinunce tra 4 mura... e non voglio questo per le mie figlie) sicuramente uno stipendio non basterebbe, nemmeno integrandolo con un part-time da casa.
Insomma, non fatemi continuare perchè, scusatemi, voi continuate a parlare di "qualche euro in più" e di barche a Portofino e la cosa mi fa un pò inalberare, diciamo così. Ripeto, scusatemi lo sfogo ma l'apparenza è molto triste: mi sembra dai vostri commenti che viviate, scusate se ve lo dico, un pò "distanti" dalla realtà di chi ha 2 stipendi da impiegato. sicuramente non è così, ma l'apparenza è questa. Scusate ancora se sono cinico ma essere visto come uno che "per qualche euro in più" rinuncia a far stare i propri figli a casa con la mamma, non mi sta proprio bene.
Caro Massimiliano, non mi sembri cinico, e mi dispiace che tu ti senta coinvolto e forse anche criticato personalmente.
RispondiEliminaIn realtà non è di questo che si tratta.
E' una questione, come scrivevo prima, di scelte, di priorità.
Facciamo un esempio, le vacanze. Per me non sono una priorità, ma per te sono importanti... Io leggendo il tuo commento mi arrovello un po', perchè non posso offrirle ai miei figli, però scelgo di non sentirmi giudicata per questo. Sono io a decidere se accettare o no i giudizi altrui, ci sarà sempre qualcuno che non è d'accordo con me e sta a me non lasciarmi influenzare, se non mi va.
Personalmente abito in una casa non mia e non mi sono mai chiesta se reggerei un mutuo. Non mi faccio domande a lungo termine e preferisco vivere nel presente, perchè è di questo che i bambini hanno bisogno, secondo me: di vivere giorno per giorno accanto a noi.
Ho pochi, "intoccabili" risparmi. Al futuro penseremo...quando sarà presente. Io voglio avere fiducia, voglio che i miei figli abbiano fiducia in me e in quello che ci aspetta, sapendo che lo affronteremo insieme.
aggiungo alle commodity che avete elencato... Sky & simili, nemmeno l'ombra in casa, colf? siamo i colf di noi stessi, ci aiutano i familiari in caso di bisogno e qualche volta, diciamo 1 o 2 volte all'anno, sì, lo ammetto...le mia camicie vanno in lavanderia.
RispondiEliminaAnni fa abbiamo fatto un investimento per le vacanze...il camper, ovviamente usato, che ora ci permette spesso, quando siamo via, di dormire gratis o con 10 euro (esatto, niente hotel 4 stelle! quando va bene si va in campeggio).
Sono proprio arrabbiato, penso si veda e si percepisca da quello che scrivo ma... qui si parla di scelte come se fossero accessibili a tutti e invece NO, non è così. Sarebbe fantastico se lo fosse, ma non è così. Non è proprio così, non è per niente così. Ovviamente non è solo questione di fortuna, ci mancherebbe...se in una famiglia basta uno stipendio di sicuro chi lavora si è meritato di guadagnare quanto basta per sostenere la propria famiglia, questo non lo metto in discussione. ci mancherebbe. Contesto il fatto che nel post e nei commenti il tutto viene semplificato come se per tutte le mamme quella di stare a casa con i propri figli fosse una LIBERA scelta. Ripeto: non è assolutamente così, soprattutto per genitori under 30 come siamo noi (cioè, ormai over anche se da poco, ma siamo diventati genitori prima)
Anilina (eh non so il nome, non so come chiamarti altrimenti), è proprio il fatto che si continui a parlare di "libere scelte" che mi fa arrabbiare. A volte non si tratta di libere scelte!
RispondiEliminaNon è una questione personale anche se l'ho messa giù così. Ripeto, anche se rinunciassimo alle vacanze COMPLETAMENTE non basterebbe uno stipendio. E poi scusa, la casa non è tua ma pagherai un affitto immagino... e anche in questo caso, uno stipendio a noi non basterebbe e, qui si che si parla di scelte, acquistare una casa per noi è stato un passo fondamentale. Per altri non lo è, ma non è questo il punto. E soprattutto NON c'è una scelta migliore o peggiore, questo è un punto fondamentale che vorrei chiarire e credo che su questo si sia tutti daccordo.
Accidenti! Non posso distrarmi per bere il mio thé del venerdì con le amiche e guarda cosa succede...
RispondiEliminaMi dispiace che si siano alzati i toni, e soprattutto che Massimiliano si sia arrabbiato (ce ne eravamo accorti!). D'altra parte il fatto che su certi argomenti ci si scaldi indica proprio come ci stiano a cuore, e come sia proprio evidente che il posto di un bambino, nei primissimi anni della sua vita, sia a fianco alla mamma. Se per circostanze della vita non ci è possibile ci fa arrabbiare quando ce lo fanno notare, no?
Eppure, caro Massimiliano, se leggessi il libro della Fox, noteresti, per esempio, la grande delicatezza con cui lei sottolinea come sia importante che la figura di riferimento sia la mamma, OPPURE una persona stabile, non soggetta al turn over, come le baby-sitter o le educatrici di un nido. Affidando le tue bambine ai nonni garantisci assolutamente questa stabilità, che è poi la caratteristica fondamentale che viene indicata per la tranquillità di un bambino.
Non voglio assolutamente discutere delle scelte personali in questo luogo (anzi, ti invito volentieri, se vuoi, a condividere un pasto con noi), e nel post stesso ho scritto che la mia scelta non è stata affatto libera. Io non potevo permettermi, allora, di andare a lavorare, perché mi sarebbe costato più che restare a casa. Non avevo nessun parente che abitasse vicino a me, disponibile a darmi una mano.
Sono però fortemente convinta che le circostanze che ci sono date siano le migliori per la nostra crescita (anche noi eravamo genitori giovani, mio marito -che è più giovane di me - a trent'anni aveva già tre figli), il modo in cui le abbiamo affrontate, inevitabilmente, ha indicato quali erano le nostre priorità.
Mi sento ugualmente libera di dichiarare senza sentirmi in colpa come io sia contenta ora della decisione presa a quei tempi (cui sono seguite molte altre decisioni, sulla stessa linea). Anche se lo stipendio di mio marito da solo non copre certamente quello di due impiegati, abbiamo trovato un buon equilibrio, e riusciamo a vivere in un modo che ci soddisfa pienamente, non più con due ma con cinque figli. Certo, io sono pronta ad ammettere che sarebbe meglio per loro farsi quindici giorni di mare all'anno, ma non c'è niente di quello che ho ora che scambierei con la possibilità di fare queste vacanze (anche se ti invidio tantissimo il camper, per noi sarebbe la soluzione ideale!!).E questo vale per tutte le cose che ho deciso di non offrire ai miei bambini, di cui non ho intenzione di fare l'elenco. Non mi arrabbio con chi me lo fa notare: avete ragione, purtroppo a tutto non arriviamo.
Non pretendo di avere fatto le cose "giuste", però guardo con soddisfazione quello che in questi dodici anni di matrimonio abbiamo ottenuto. Gli errori che ho fatto, le cantonate che ho preso, i rimpianti, che ho, non penso che saranno oggetto dei miei post: mi interessa raccontare e condividere il bene e il bello. Dei miei peccati, che non sono pochi, preferisco rendere conto ad Uno solo!
Perciò, caro Massimiliano, ciascuno deve fare i conti con le proprie circostanze, e dentro la propria storia. Non me la sento di accettare il relativismo dei nostri giorni: non è tutto uguale. Una scelta BUONA per me l'ho vista, e ho tentato di perseguirla, come ho potuto. A ciascuno tocca la sua "scommessa"! Quello che mi interessa, ed è il motivo di questo post, è che si possa tutti ricominciare a riflettere sulle proprie esperienze, senza dare per scontato quello che la società moderna ci impone. Io non sono una donna frustrata per aver dovuto lasciare il lavoro a favore della famiglia, non rimpiango la mia "indipendenza" economica,e tra i pampers e il pampero preferisco i pampers (posto che uso i pannolini lavabili, ma i super alcolici non li reggo affatto). Non giudico affatto chi è diversa da me, e mi diverto un sacco a leggere il blog di Wonderland, ma vorrei che si sapesse che esistono altre possibilità, di essere mogli, madri e donne. Tutto qua.
La sintesi è una delle sue qualità migliori.
EliminaCristina, è vero che ci si scalda :-) perchè significa che ci teniamo ai nostri piccoli, ma non mi trovi daccordo sul fatto che il motivo, in fondo in fondo, è "perchè sappiamo che il posto migliore per i primi anni è a casa con la mamma". Voglio dire, è indubbio che sia così, ma io non mi sento certo "colpevole" ...a parte che non ve ne sarebbe motivo in tal senso, visto che con le due gravidanze vicine mia moglie è stata a casa finora e ci starà finchè la prima avrà 2 anni e la seconda 9 mesi...e poi ci saranno i nonni e come dici tu meglio dell'asilo (ma è una fortuna poterci contare, sui nonni, e non tutti possono!)
RispondiEliminaPer il resto mi pare di capire che anche tu difendi con tenacia la soggettività delle scelte più o meno libere che siano, e questo lo apprezzo. Quel che è certo è che in tutti i casi ci sono comportamenti e scelte che "gli altri" giudicheranno più o meno buoni o condivisibili. E chissenefrega del giudizio degli altri ;-) Wonderland, che a questo punto faresti bene a coinvolgerla nella discussione o almeno segnalargliela, vista la citazione :-) per me ha un blog stupendo e non la trovo solo divertente...ogni mamma è mamma a suo modo e io ci vedo cose meravigliose sia in lei che in te, che effettivamente mi sembrate proprio agli antipodi ;-)
Ho prontamente avvisato Wonderland. E lo ammetto: l'ho citata solo perché da tempo cercavo una occasione per ripetere la sua frase "dal Pampero ai Pampers". Rido ancora come la prima volta che l'ho letta!!
Eliminabene, speriamo ci sia modo di intavolare una discussione formativa per tutti. quando succedono queste cose mi compiaccio delle potenzialità di internet ...e di aver avuto l'idea di tenere un blog...;-)
Eliminac'è sempre da imparare
Resta valido anche l'invito a pranzo...
Eliminagrazie :-)
Eliminamagari prossima gita in camper capitiamo nei dintorni :-)
Grazie per la segnalazione di questo libro (lo ordinerò senz'altro) e per aver scritto questo post che mi fa sentire meno strana :)Io sono rimasta a casa con la mia prima figlia, che ora ha 3 anni, per una scelta obbligata: il datore di lavoro non mi ha pagato la maternità e praticamente sono stata costretta a licenziarmi. Per quanto è sembrata una circostanza negativa all'epoca, in realtà mi ha aperto un mondo e mi ha permesso di capire la bellezza, ma anche la difficoltà di fare la mamma a tempo pieno. Di conseguenza non ho cercato un altro lavoro, sono stata a casa con lei e nel frattempo e arrivato anche il fratellino che ha 5 mesi.
RispondiEliminaAnch'io penso che non tutto è uguale e che se io sono convinta di certe scelte, è giusto e doveroso trovare le modalità pratiche per perseguirle. Devo ammettere però che in questo sia io, che mio marito siamo un po' disorientati, essendo gli unici tra i nostri amici a vivere con un solo stipendio e credo anche gli unici a non aver mandato i bambini al nido. Vi sarei davvero grata se vorreste condividere, ovviamente nel rispetto della privacy, aspetti del vostro stile di vita (come dire, "tips" all'inglese) che vi permettono di affrontare con un solo stipendio le spese di una famiglia numerosa con figli in età scolastica. (Secondo noi le spese aumentano quando i figli vanno a scuola, è vero?)
Grazie ancora e complimenti per il blog, sono stata molto contenta di trovarvi :)
Grazie Corina per avermi raccontato la tua esperienza. Certo, i figli più grandi sotto certi aspetti costano di più (noi per esempio spendiamo una grossa fetta delle nostre entrate per la scuola). Noi siamo forse più fortunati, perché molti amici condividono la nostra esperienza, e devo dire che ci sosteniamo molto reciprocamente (per esempio scambiandoci i vestiti in base all'età dei figli, che non saranno all'ultima moda, ma sempre dignitosi!). Sicuramente è un argomento importante, che cercherò di approfondire!
EliminaA presto!
Cara Cristina, come sempre dimostri grandi capacità di conciliazione!
RispondiEliminaE' una bella cosa che Massimiliano abbia sollevato questioni spinose, altrimenti potrebbe sembrare che noi "mamme a tempo pieno" siamo qui a cantarcela e suonarcela fra noi per tutto il tempo. Invece senza dubbio dei problemi esistono, ed è giusto parlarne.
Tempo fa ero rimasta scioccata da una newsletter di Naomi Aldort (sostenitrice che definirei estrema dell'attachment parenting e dell' homeschooling) in cui lei, ad una madre single che affermava di non potersi permettere di tenere la figlia a casa perchè doveva lavorare, consigliava di vivere con la pensione della nonna e di occuparsi personalmente dell'educazione della figlia.
Leggendo quella lettera, mi ero un po' scandalizzata e offesa, un po' come è successo a Massimiliano.
In fondo però siamo noi a stabilire la linea rossa di cio' che siamo disposti ad accettare o a sacrificare quando facciamo delle scelte, e nessuno - ma proprio nessuno - ha diritto di metterci il naso con i suoi giudizi.
Secondo la Aldort la non-scolarizzazione dei figli è cosi' importante da meritare il sacrificio di qualsiasi cosa, perchè non ci si puo' aspettare che il mondo cambi affidando i bambini alle stesse istituzioni nelle quali non si ripone fiducia. Personalmente non condivido questa visione, e credo che si possano trovare molti buoni compromessi (mia figlia è rifiorita in una scuola Montessori), però devo ammettere che una parte del mio disagio nasce anche da un senso di inadeguatezza di fronte ad una determinazione tanto coraggiosa nel seguire le proprie idee....Insomma, sono anche un po' invidiosa di una persona cosi' in gamba.
Vorrei dire a Corina Maria che non necessariamente le spese aumentano con la scuola, se è pubblica... Certo ormai anche nella scuola pubblica molte cose sono diventate "extra" a pagamento, e rifiutarle è difficile se non si vuole emarginare il proprio figlio.
La solidarietà fra famiglie aiuta molto. Anche educare i bambini a non avere troppe esigenze è fondamentale, se lo si spiega capiscono presto e bene il valore dell'attesa per la soddisfazione di un desiderio e la bellezza della rinuncia al "troppo".
Accetto volentieri il tuo consiglio e mi riprometto di dispensare i "tips" nel mio blog!
Mi ha fatto sorridere l'espressione di Anilina "noi "mamme a tempo pieno" siamo qui a cantarcela e suonarcela fra noi" perchè un po' è vero, è bello condividere e difendere le proprie scelte con chi ne ha fatte di simili.
RispondiEliminaIo sono dalla parte opposta a voi: ho scelto di lavorare, non a tempo pieno, ma quel tanto da costringermi ad affidare mio figlio di 3 mesi alle cure dell'asilo nido. E' una struttura che gode della mia massima fiducia, offre educatrici stabili con cui il piccolo ha un rapporto stupendo (ora ha 20 mesi), come se fossero zie. Non nego di lasciare praticamente il mio stipendio nella retta, però è un "investimento" di pochi anni visto che dopo le scuole saranno pubbliche e meno onerose, con spese che saranno indipendenti dal fatto che io possa stare più o meno tempo con i miei figli (parlo di materiale scolastico, gite, ecc).
La mia scelta inoltre è stata dettata dalla mia esigenza di sentirmi "realizzata" professionalmente (faccio la cuoca eh, mica la manager), non mi ci vedevo a far la mamma a tempo pieno, per carattere, per propensione, chissà. Guardo con ammirazione chi lo fa, chi ha soddisfazione e si sente realizzata a stare sempre con i proprio figli. Io non sono così e non mi sento nemmeno troppo in colpa. Non penso di essere una cattiva madre per questo. Ho un rapporto stupendo con i miei figli (il più grande ha 3 anni e mezzo, e ho una pancina di 10 settimane), vivo per loro e per la loro felicità!
Il mio lavoro non ci permette nessuno svago, cene fuori, cinema, sky, vacanze... non so nemmeno cosa siano. Anche mio marito fa un lavoro umile, abbiamo un mutuo, cambieremo la macchina perchè la nostra ha solo 4 posti, solo queste spese, sommate alla retta del nido, alle bollette e alla spesa non ci lasciano nemmeno un euro per il caffè, ma non ci importa, viviamo felici e realizzati, perchè la nostra famiglia è la nostra ricchezza.
Comunque complimenti per il blog che ho scoperto da poco e che continuerò a seguire con moltissimo interesse.
Che bello Stefania! Quel che intendevo io è proprio questo: la speranza è che ciascuno possa vivere felice e realizzato, seguendo quelle che sono lensue inclinazioni. Come non è un dogma che una donna si senta realizzata solo fuori dalla famiglia, così è altrettanto possibile vivere con serenità la ripresa di una attività soddisfacente, trovando soluzioni adeguate per tutti.
EliminaQuel che mi dispiace è che, come capita spesso, le donne si sentano costrette dalla "pressione sociale" a fare quello che fanno tutti, magari con grande sofferenza. Ci sono una molteplicità di soluzioni creative che ci permettono di vivere in serentià!
Auguri per il tuo pancino!!!
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RispondiEliminathen you have to apply these methods to your won blog.
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