La macchina del capo…

Ieri ho bucato una gomma dell’auto…

Anzitutto: appuntamento dal pediatra ore 14:45, dovevo solo fare due impegnative. Mi riceve alle 15:15.. io capisco tutto, però alle 16:00 dovevo essere dall’altra parte del mondo per ritirare i figli da scuola, ero un po’ tesa!
Vabbè, arrivo alla fine a scuola comunque con un pochino di anticipo e, miracolo dei miracoli, trovo un parcheggio “regolare” proprio di fronte alla porta dell’istituto. Che per chi sa di cosa sto parlando, è evidentemente un disegno divino. Son sei anni che ci vado quasi ogni giorno, ed è la prima volta in assoluto che riesco a parcheggiare lì.

Mi permetto anche una rapida telefonata prima di scendere dall’auto, poi mi avvio a quella che, (illusa), penso sarà l’ultima fatica della giornata.. Quando un’altra mamma (santa subito) mi dice: “ti sei accorta di avere una gomma a terra?”.

No, non me ne sono accorta, e non me ne sarei accorta se tu non me l’avessi fatto notare, e sarei allegramente tornata a casa viaggiando sul cerchione…

Insomma, senza farla lunga, in poco più di mezz’ora e con una cifra irrisoria, la mia gomma è stata riparata e io sono tornata a casa. Tutto perché una serie di persone si sono mosse in modo intelligente per aiutarmi (io avrei cercato un passaggio per me e i bimbi, lasciando la patata bollente a quel sant’uomo mio marito). Quasi baciavo il gommista (ma sono riuscita a trattenermi), e la maggior parte della prole ha vissuto il tutto come una bella avventura (tranne La Streghetta che ha urlato praticamente per tutto il tempo…)

Eppure la cosa mi ha sfiancata. Sono tornata a casa sull’orlo delle lacrime, ho abbaiato con tutti i figli perché trovassero il modo di occuparsi di se stessi, e mi sono stesa a letto.

Mi ha stupita questa cosa, perché dopo l’ultimo post, e tutte le esperienze di questi ultimi tempi, un chiodo che ho preso sulla strada (almeno non è stata in alcun modo colpa mia!) è stato sufficiente per mettermi proprio a terra. Neanche il guasto del pc mi aveva “provata” così!

Dopo di che La Polpetta è arrivata con me sul lettone, mi ha accarezzato la testa e mi ha detto: “mamma, ma ora è passata?”. Adesso, non per dire, ma La Polpetta è una bambina di una dolcezza incredibile. Penso che un qualsiasi essere umano mi avesse rivolto la parola in quel momento sarebbe stato come minimo mandato a quel paese.

Solo lei poteva strapparmi un sorriso.

Così ho ripreso un pochino di energie, giuste giuste per mettere insieme un piatto di ravioli, e rovinare a letto alle 20:30, con gran parte della prole ancora sveglia.

Non so perché, tra le tante cose che sono successe ultimamente, mi è venuto di raccontare questa… Sarà che un chiodo a volte basta a cambiare il clima. Forse perché mi sono sentita “derubata” di quel tempo e di quelle energie che avevo in cuor mio destinato a tutt’altro.

D’altra parte, basta una carezza (e una bella notte di sonno) per ricominciare!