Qualche tempo fa siamo andati a trovare la nonna (materna), penso fosse agosto, e abbiamo affrontato, io e il sant’uomo, lo sgombero di un garage che custodiva ancora cose mie. La presenza del sant’uomo è stata necessaria affinché io non decidessi di portare a casa assolutamente tutto quello che trovavo. Insomma, alla fine ce la siamo cavata con una vecchia macchina da cucire, di quelle a pedale, un grande baule verde, di quelli in cui le nonne tenevano il corredo, e qualche scatolone.
Solo…
Nel mese successivo, con molta calma, il contenuto degli scatoloni è stato ispezionato da me e dai figli, entusiasti di scoprire qualcosa della mamma ragazzina, o anche bambina. Qualche vecchio portafogli ha trovato un nuovo padrone, si è scherzato sulle fotografie di classe (quella della quinta ginnasio l’ho nascosta, avevo degli occhiali fotocromatici orribili, di quelli con le lenti sempre un po’ marroncine!!!), qualche oggetto è stato buttato.
In uno scatolone è stato rinvenuto un reperto archeologico di enorme valore: non so come mai, ma ho conservato la documentazione cartacea di tutto il lavoro fatto per la tesi di laurea. Comprese tutte le singole versioni di ogni capitolo, corrette a mano (allora si faceva così) dal professore.
Mi chiedo come mai… forse, ancora sognando un futuro accademico, pensavo che quel quintale di fogli sarebbero un giorno diventati preziosi: la testimonianza del mio primo lavoro vero. Il mio primo libro.
Che è rimasto, di fatto, l’unico. Che poi, chiamarlo libro è eccessivo, è appunto una tesi, che non si è mai evoluta, tipo Pokemon, come avrei desiderato, ma tesi è rimasta. E non dirò che la tengo ancora in camera mia, a volte addirittura sul comodino, perché me la riguardo, la rileggo pure, me la consulto. Insomma, le voglio bene!
D’altra parte non si è rivelata del tutto errata la decisione di conservare il tutto: evidentemente una certa dose di saggezza, inconscia, mi possedeva a quei tempi. Quel gran mucchio di fogli, con gli occhi di una mamma, hanno subito evidenziato il loro enorme valore. E sono sicura che molte tra le mamme che stanno leggendo sono già arrivate alla conclusione cui sono arrivata io: fogli di recupero!
Perché le tesi non si stampavano in fronte retro!!! Tutte quelle pagine hanno un meraviglioso lato B bianco immacolato. Perciò ora nello studio campeggia una gran pila di pagine pronte ad essere disegnate, dipinte, o a far la brutta copia per le espressioni con le frazioni (seconda media, ho ancora gli incubi adesso…). Addirittura alcune spiccano il volo come eleganti aeroplani.
Perché questo racconto? Semplice: stamattina, mentre passavo a rassettare le stanze come ogni (ehm….) mattina, ho trovato un foglio sulla scrivania della camera dei maschi. Un foglio stampato e sottolineato a biro (vedi foto in alto). L’ho preso, ho iniziato a leggerlo, e ho iniziato a pormi delle domande: ma in che materia stanno affrontando, in prima media, la “questione morale”? E perché L’Ingegnere disegna faccine sulle schede scolastiche? Sarà forse una scheda di religione? La sartina mi ha appena raccontato che hanno affrontato il problema del “male”…
Ci è voluto un buon dieci minuti, perché capissi che il foglio era semplicemente voltato: stavo leggendo gli appunti per la mia tesi. Dall’altra parte, L’Ingegnere faceva le prove di un disegno geometrico…
ah!!!!!!! quella foto!!!!!!!!
RispondiEliminada brivido....
io tengo ancora i libri del liceo...tutti...
e le smemo...tutte...
mia madre, quando mi sono definitivamente trasferita, si aggirava per casa agguerritissima con il proposito di dare fuoco a tutto ( me compresa )!!!
ciaoooooooo!
palas
Palassssss!! Ma cosa credi?? Le "nostre" smemo le tengo vicino alla tesi... E me le riguardo pure, ogni tanto... Ma ti ricordi? Ma cosa eravamo? Chi l'avrebbe mai detto tutto quello che sarebbe stato poi???
EliminaMa, soprattutto, quando vieni a trovarci????
Che coraggio! Io ho la mia tesina di quinta superiore in uno scatolone sotto il letto: guai se qualche manina, al di sotto dei 18 anni, osa prenderla! :-)
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