sabato 25 febbraio 2012

Portare i bambini - Lesson number one

I miei primi tre figli sono cresciuti in modo piuttosto "convenizonale": carrozzina, passeggino, qualche rara gita in marsupio (ma l'ho sempre trovato piuttosto scomodo) e tanto tempo in braccio (soprattutto L'Ingegnere). Prima che nascesse La Polpetta, però, ho visto per la prima volta una mamma con una lunga "sciarpa" rossa, che trasportava la sua primogenita, di poche settimane. Siccome si trattava di una nuova vicina di casa, ora amica, ho iniziato a tempestarla di domande su questa "novità", e ho subito pensato in cuor mio che, se fosse arrivato un quarto pancione (che in realtà stavo già desidarando da un po'), non mi sarei fatta sfuggire questo nuovo "gadget". Perché in realtà in quel periodo non avevo neppure immaginato che cosa fosse davvero "il portare", che tipo di cambiamento avrebbe generato in me e nel mio sguardo sui bambini.

Nata La Polpetta (uno scricciolino di 2,7 Kg) mi sono fatta subito regalare dalla mia mamma la mia prima fascia, questa. A dire il vero il periodo non era dei più facili: La Polpetta era davvero piccolina e l'allattamento stentava a partire. Ero molto determinata a darle il mio latte, e nonostante ci siano voluti due mesi di grande pazienza, drammatiche doppie pesate (che ora non rifarei mai), tiralatte e biberon in frigorifero, aggiunte di latte artificiale date con le lacrime agli occhi, per paura di farle più male che bene, alla fine il nostro allattamento è parito e fino all'anno La Polpetta ha ciucciato con gusto (poi basta, i miei figli intorno ai 12 mesi si sono tutti svezzati da soli, non mostrando più interesse per il latte di mamma...).
In tutto ciò non è stato facile prendere dimestichezza con questo grande pezzo di stoffa, per di più imbottito di pula di farro (che poi ho imparato essere veramente ottima per i neonati!): mi sembrava che La Polpetta dovesse cadere da un momento all'altro. In realtà, avendo effettuato l'acquisto per telefono, abbiamo sbagliato la taglia: una L è troppo anche per me, che non sono proprio filiforme... Per questo, probabilmente, non sono mai riuscita a portare La Polpetta in casa. Dal momento, però, che era gennaio, e faceva parecchio freddo, quando si trattava di uscire di casa (ogni giorno per andare a prendere i fratelli a scuola, per esempio), avendo io indosso il giaccone e La Polpetta era ben infagottata nella sua tuta termica, quella fascia è stata una salvezza.
Io partivo con la macchina, infilando La Polpetta nell'ovetto, senza svegliarla poi riuscivo a fare il passaggio in fascia (che essendo ad anelli non era difficile da infilare al volo, senza strisciare per terra), ed entravo a scuola con due mani libere, per accarezzare, abbracciare, prendere per mano i miei tre "grandoni" (e, qualche volta, prendere in braccio Il Cavaliere, che frequentava il primo anno di asilo). Tutta un'altra vita, rispetto al dover cercare un parcheggio abbastanza ampio per la mia sette posti, dove poter agevolmente aprire il baule, estrarre le ruote, agganciare l'ovetto, per poi raggiungere la scuola tra una selva di macchine parcheggiate sul marciapiedi (e lo faccio anche io, non c'è proprio un posto neanche a pagarlo oro!), fare i numeri per aprire la doppia porta della scuola, superando il gradino e dribblando gli studenti più grandi che stavano uscendo - che quando mai ti lasciano passare? - , per districarmi poi negli angustissimi corridoi con armadietti dove avrei ritirato e rivestito Il Cavaliere e L'Ingengere prima di uscire!! A quel punto non mi rimaneva che aspettare La Sartina, che usciva quindici minuti dopo, per fortuna nello stesso istituto, intralciando però nel frattempo il passaggio di altri genitori e studenti, con tutti i bambini che mi infilavano le mani in carrozzina per vedere, toccare (e svegliare!) La Polpetta, tornare ad affrontare le porte con relativo gradino, lo slalom tra le macchine, stavolta con altri tre pargoli, per carità, piuttosto obbedienti, ma che non potevo tenere per mano e "ripescare" al volo, in caso infilassero la direzione sbagliata.
Con la fascia, invece, La Polpetta bella stretta a me, neanche si accorgeva di quel che accadeva intorno, io mi muovevo senza difficoltà e riuscivo ad occuparmi del resto della prole senza troppa fatica. La curiosità intorno a me era tanta, anche qualche commento non proprio piacevole, del tipo: "ma non soffoca? dove l'hai messa? ma c'è davvero una bambina lì dentro?". Però, onestamente, io avevo già capito che la nuova dimensione mi piaceva proprio, tutti i miei figli erano dove li volevo: vicini a me.
Questo è stato l'inizio. La prima lezione, infatti, è: bisogna provare. Non importa se il primo supporto scelto non è quello perfetto (certo, sarebbe meglio imbroccare subito l'acquisto, per non dover attingere di nuovo al portafogli... L'ideale sarebbe provarne una in prestito.), ma nella maggior parte delle situazioni è l'esperienza che ci suggerisce quello di cui abbiamo bisogno. Perché infondo, tutti i vantaggi di praticità che ho sperimentato con questo primo "tentativo" non sono che un particolare, un corollario di quel che significa, veramente, "portare i bambini". Perché, ovviamente, non mi sono proprio accontentata del primo assaggio, ho affrontato a testa bassa la rete e...
TO BE CONTINUED

7 commenti:

  1. I tuoi post sono sempre davvero interessanti...mi chiedo come tu faccia trovare il tempo per scrivere ( e fare) così tante cose...bravissima!

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    1. Lo scrivere è una malattia!! Per il resto... un po' di organizzazione, molta polvere sugli scaffali, e soprattutto sul ferro da stiro!

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  2. Io ho usato e uso quella di quaranta settimana. All'inizio è stato davvero comodissima,soprattutto nelle "passeggiate notturne". Adesso che viene la bella stagione e si esce metto greg(6 mesi) senza giaccone nella fascia girato "verso i mondo" ed usciamo. Fa certi versi e facce che non ti dico è una gioia. Quando lo metto nel passeggino anche girato verso il mondo ho l'impressione che si annoi moltissimo. Soldi spesi benissimo!!

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  3. anche noi fascia 40settimane presa su ebay, che bella e comoda, con la pioggia e il freddo poi!
    purtroppo ha accettato di starci solo dai 4 mesi, prima non riuscivo a tenerla nemmeno in braccio pancia pancia, stava solo fronte mondo!
    ora che ha 1 anno e 9kg a volte la metto nel mei tai, davanti giustamente si vuole girare, mentre sulle spalle ho appena imparato (dai video, mi è venuta l'idea leggendoti!), pero' un po' mi spiace non vederla.
    non voglio pero' demonizzare il passeggino, che è utile per 'trasportare' le cose (borse ma anche acqua cibo e plaid per andare al parco!).
    Penso che ogni mezzo, carrier e passeggini, abbiano il loro modo piu' utile di essere usati, alla fine servono per stare tutti insieme :) (e calmare alla bisonga)

    sono curiosa, da te che hai tanta esperienza di piccolini, che vantaggi ha la pula di farro? stavo pensandoci per il seggiolino auto che la fa tanto sudare..

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    1. Scusa mammasilvia, quanti giorni per risponderti! Purtroppo non ho una grande esperienza a riguardo: la pula di farro contenuta nell'imbottitura della mia fascia a me è sempre sembrata più che altro scomoda... Per il seggiolino auto io ho acquistato una copertura di spugna, ma più che altro perché il seggiolino, al quinto "occupante" cominciava a far notare la sua fatica... D'altra parte con l'aria condizionata in macchina mi pare che il rischio di sudare troppo non sia elevato!

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    2. grazie, alla fine l'ho preso!
      anche se non fa caldissimo, con brevi percorsi, lei ci suda proprio tanto, sara' il materiale del seggiolino, la trovo proprio bagnata, povera cucciola! e poi per forza diventa insofferente...

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  4. Bello come descrivi il tuo modo di avvicinarti al mondo del portare!
    Anche se io ho avuto la fortuna di iniziare da subito con le fasce, posso immaginare la tua "evoluzione" e la diversità che hai sperimentato nelle due modalità (passeggino prima e fascia poi).
    Grazie della condivisione.
    ciao

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