I membri della famiglia, dall’età scolare in su, si occupano in autonomia delle proprie operazioni mattutine (come descritto nel post precedente). Certo, quel sant’uomo è santo, ma è pure un uomo, per cui è normale che con sguardo angosciante si rivolga alla sua compagna di vita – io – supplicando: “ho perso le chiavi della macchina, davvero, sono sicuro ieri di averle lasciate qui e non ci sono più, le avrà prese una bambina, chissà dove le ha messe, non le troveremo più, arriverò in ritardo…”.
Va detto a sua discolpa che una volta Il Cavaliere (era piccino!) infilò le chiavi dell’auto nella cesta della legna del camino, e siccome in quei giorni non faceva molto freddo per diverso tempo la legna non fu usata e le chiavi non saltarono fuori a lungo. Meno male avevamo quelle di scorta!
Comunque, mediamente le chiavi sono nella giacca dell’infelice, spesso non devo nemmeno alzarmi dalla sedia per trovarle, basta elencare i due o tre posti più ovvi dove guardare (magari sollevando un foglio dalla credenza, senza aspettarsi che la chiave sgusci fuori ansiosa di essere trovata…). Insomma, normali cose da uomini.
Le bimbe, invece, giustamente, hanno bisogno di aiuto, soprattutto perché il tempo dalla sveglia (per loro intorno alle 6:55) all’uscita prevista (ormai anticipata alle 7:25) è proprio poco.
I bambini piccoli (ma anche quelli più grandi) credo abbiano davvero bisogno di molta regolarità. Seguire un rito quotidiano rende tutto più semplice per loro.
Perciò si fa così: io che attendo sempre l’ultimo minuto utile per alzarmi (sono una dormigliona tremenda), cerco di traslare L’Elfo, che di solito si sveglia verso le 5, 5:30 per la poppata del mattino e mi si addormenta in braccio (io di solito mi addormento prima di lui), e lo sistemo nel lettone tra i due cuscini, ben protetto e con la radiolina accesa. Sigillo la stanza perché nessuno lo disturbi, e vado dalle bambine (alcune mattine sono così veloce da riuscire addirittura a fare prima una puntatina in bagno!).
Entrando nella camera c’è la frase di rito (loro mediamente stanno rumorosamente russando): chi viene a scuola stamattina? Per loro l’attesa della scuola al mattino è sempre gioiosa, per cui si alzano volentieri a questa prospettiva.
La prima è La Streghetta, che se è di buon umore è splendida: corre in bagno a fare la pipì (intanto che espleta le sue funzioni io le infilo al volo le calze), va a tavola e fa colazione da sola, poi sul divano finisco di vestirla, ci si lava, e da sola prende golfino, grembiule, giacca e scarpe e completiamo le operazioni. Questo se non si è bagnata. Purtroppo a volte capita che si bagni ancora.
Allora è più dura… Se si mette a piangere è un disastro. Riprenderla richiede una certa dose di pazienza, soprattutto se si pensa al poco tempo a disposizione, e all’altra sorella in attesa.
Allora è più dura… Se si mette a piangere è un disastro. Riprenderla richiede una certa dose di pazienza, soprattutto se si pensa al poco tempo a disposizione, e all’altra sorella in attesa.
La Polpetta di solito, quando andavo a svegliarla, mi rispondeva “niente!”, con un gesto di diniego con la mano, e si voltava dall’altra parte. L’ha fatto l’anno scorso anche il giorno di Santa Lucia, quando tutti schizzano fuori dai letti. Ora va un po’ meglio. Solo si trascina come uno zombie per la casa, seguendo più o meno la stessa trafila della sorella. Di solito al mattino lei non parla: indica, fa cenni, e noi dovremmo capire cosa intende. Lentamente dopo aver mangiato carbura meglio, e inizia a svegliarsi davvero. A volte si spoglia il pigiama da sola, e infila anche le calze.
Altre resta di umore nero, come stamattina che ha voluto essere vestita solo dal Cavaliere e basta. Che come coppia sono tutto un programma… ho temuto che uno dei due finisse strangolato nei meandri di una maglietta a fiori… Per non dire quando sono caduti uno sopra l’altro nel tentativo (vano) di infilare uno stivale.
Insomma, più o meno verso le 7:20 tutte le cose sopra descritte si realizzano, e possiamo finalmente ritrovarci tutti sul divano, per dire la preghiera tutti insieme, prima che “loro” escano, e io e il mio Elfetto ci godiamo la mattinata insieme (che lui per lo più al mattino dorme, tranquillo, da solo. Che caro: mi lascia il tempo per occuparmi della casa).
In tutto ciò, io ora ho imparato ad amare il tempo della colazione. Mi piace quando siamo tutti a tavola, un po’ assonnati e un po’ di fretta, mentre prendiamo ancora le misure con la realtà intorno a noi. Ritrovarli tutti, per un’altra giornata, è confortante…
Ho iniziato anche ad apprezzare una buona tazza di latte caldo (che poi adesso ti dicono che il latte vaccino sarebbe meglio evitare…). Non so, io sono grata di iniziare le mattine così!
Ecco io sono come la Polppetta...da notare il "sono", non "ero"!!
RispondiEliminaCerto che in 8 dev'essere un bel trambusto!