martedì 22 aprile 2014

Più Pasqua di così...


Con un po' di ritardo, d'altra parte non c'è stato tempo nemmeno per il pensiero di mettersi alla tastiera, è proprio obbligatorio testimoniare la bellezza eccezionale di questa Pasqua.
A partire dal fatto che siamo riusciti a partecipare con i bambini a gran parte della liturgia del triduo, e questa è una novità che ci ha fatto davvero contenti. Si tratta dei tre giorni dell'anno in cui più grande davvero è il desiderio di immedesimarsi con il Mistero di quel che è accaduto, dell'Avvenimento che ha cambiato la storia e le nostre vite.
Viverli con i bambini è una opportunità ancora più grande per la possibilità di riscoprirsi stupiti, ripresi noi stessi dal rischio di una routine "già vista" tante volte. 
Il Sant'uomo, tra l'altro, era stato via per lavoro tre interi giorni (la prima volta dopo tantissimi mesi che ci troviamo senza il papà per così tanto tempo), e il desiderio di stare tutti insieme era ancora più grande.


Ma lo stare tutti insieme non è l'unica grazia che ci ha portato questa Pasqua, perché la nostra famiglia è stata allietata dalla presenza, dal Sabato Santo al Lunedì dell'Angelo, di un'altra grande e bella famiglia, una famiglia conosciuta proprio tra le righe dei reciproci blog, conosciuta "per davvero" circa un'anno fa. Anche se la distanza tra noi non è del tutto impraticabile, Torino non resta esattamente dietro l'angolo, per cui in questi mesi non sono state moltissime le occasioni per trascorrere del tempo insieme. Eppure sento di poter dire che raramente nella vita della nostra famiglia abbiamo sperimentato una affinità simile con qualcuno. 
Da una parte, le età dei reciproci figli permette che tutti abbiamo una piacevole compagnia, per trascorrere il tempo, perciò le giornate insieme sono proprio semplici e serene, scandite dai pasti consumati intorno al nostro grande tavolo (che necessita di tutti gli allunghi possibili per ospitarci con comodità tutti quanti), i fiumi di "chiacchiere" tra gli adulti, il basket, il poker (!!) e i videogiochi per i maschi, il disegno e la condivisione di musica e letture, per le ragazze, e ogni attività che i più piccoli riescono ad inventarsi insieme. 
Un paio di momenti, poi, ci hanno visti riuniti di nuovo tutti intorno al tavolo, impegnati in giochi di società che hanno coinvolto grandi e piccoli insieme. Lunedì, per rendere il tutto ancora più bello, nel pomeriggio si sono aggiunti alla compagnia un altro nutrito numero di amici - conosciuti qui - altri grandi e altri piccoli che hanno portato chiacchiere, gioco, allegria (e una valanga di cioccolato...). Insomma, povera la nonna Gina, la signora che abita sotto casa nostra... sicuramente è stata costretta a partecipare alla nostra mobilitazione!


Non son poche (come si può vedere anche nella foto qui sopra) le cose che abbiamo in comune... e non si tratta solo di essere famiglie numerose (per sei genitori un totale di sedici figli generati!). Come avevo già scritto al nostro primo incontro, è impressionante la facilità con cui stiamo tutti insieme (figli compresi), la piacevolezza del dialogo, della condivisione delle ricette (e del buon cibo, oltre che del buon bere!), della responsabilità educativa, del cammino di fede, del giudizio sulla contemporaneità e la preoccupazione per la quotidianità.
Quel che più mi ha colpita ieri, e il sant'uomo concorda con me, è che ogni volta, dopo che tutti gli amici hanno lasciato la nostra casa, mentre ridiamo volto umano alle nostre stanze travolte dall'allegra compagnia dei bambini, quel che resta non è affatto la malinconia perché gli amici se ne sono andati. Certo, abbiamo fin da subito un gran desiderio di rivederci, tanto che sempre, sulla porta di casa, i discorsi vertono sulla possibilità di replicare, in qualche modo, quanto prima. 

Eppure, quel che ci stupisce di più, è ritrovarci anzitutto più grati per quel che abbiamo, e ci è stato dato incontrare, e perciò più certi, anche per il futuro, nostro e dei bambini. La nostra compagnia, l'esserci scoperti e riconosciuti così profondamente amici, è davvero segno grande e potente (carnale, direi) della Verità di quel che abbiamo celebrato la scorsa domenica. 
E' proprio vero che la Resurrezione è un fatto, nella storia, e che la compagnia umana che si è generata, tra coloro che sono stati scelti nel Battesimo porta con sé la possibilità di sperimentare, già in questa vita, quel centuplo promesso. Allora non sembra più una astrazione, una storiella, quel Paradiso, quella Vita Eterna, la cui certezza sostiene la speranza di ogni giorno. E allora possiamo solo ringraziare, ringraziare Daniela e Pierluigi, Jessica e Marco, le famiglie che hanno formato, le strade che hanno percorso, perché tutta la loro ricchezza diventa, giorno per giorno, parte anche di noi.
Così che ci viene quasi voglia di rassicurare il nostro "amico" MacIntyre: esistono, davvero, dei nuclei di umanità nuova, in cui la vita buona è già ben più che una speranza!
Più Pasqua di così...


6 commenti:

  1. Cristina cara,
    tre giorni sono passati come pochi minuti, ma la cosa che più ci ha fatto riflettere è il vostro modo veramente cristiano di aprire la vostra casa al prossimo, con generosità e calore. Inutile dire della bellezza delle ore passate insieme, ma vorrei fare un tributo pubblico all'ottima cuoca che sei: tutta la mia famiglia preme perché tenti di riprodurre le numerose cose buone che hai cucinato per noi. La cosa più importante, però, è che questi momenti di fratellanza ci fanno tornare ogni volta con la certezza che non siamo soli, che facciamo parte di qualcosa più grande di noi, che essere fratelli in Cristo non solo è possibile, ma è il Bello e il Bene che cerchiamo per le nostre vite.

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    1. Pizza, gnocco fritto, cotechino (provvidenzialmente ricevuto in regalo in quantità più che sufficiente per sfamare tutte le nostre bocche, e pure di più...), non è stato difficile soddisfare i nostri piccoli ospiti!
      Ma la cosa che resta più vera è quel che scrivi: i giorni passati insieme sono segno che non siamo mai soli. Perciò non si tratta di una parentesi nella quotidianità, ma del segno potente che investe tutto il reale!

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  2. O mammina però 16 figli...che allegro e felice trambusto!! :) Io davvero, vi ammiro tutti quanti! La famiglia Parolin non l'ho conosciuta di persona, leggo costantemente il loro blog, ma sono sicura che con loro mi troverei bene, esattamente come con voi!
    Bè ancora buona Pasqua e felice di leggere questi post ricchi di gioia!

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  3. Cara Cristina, come molte altre volte mi dai tanto coraggio, proprio stasera che certi pensieri un po' troppo "materiali" (la casa, il lavoro) mi stavano occupando la testa e mi davano qualche proccupazione di troppo! Avete ragione, non dobbiamo mai dimenticarci che non siamo soli e "che facciamo parte di qualcosa più grande di noi, che essere fratelli in Cristo non solo è possibile, ma è il Bello e il Bene che cerchiamo per le nostre vite"...
    Se teniamo questo pensiero fisso nella nostra vita nessuna paura potrà sopraffarci!!!
    Grazie grazie grazie!

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  4. che belli che siete ..!!!! un abbraccio da tutta la veroverofamily

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  5. Anche noi tutte le volte che torniamo ci stupiamo e ci rallegriamo di quest'incontro.
    Non (solo) perchè gli incontri sono perfetti, non (solo) perchè abbiamo dei punti in comune, ma perchè, come avete già detto voi, questi incontri investono tutto il reale, le parole diventano carne, lo stare insieme fraternità.

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