mercoledì 28 ottobre 2020

DIARIO DI BORDO: CHIAMATI

Apro dopo settimane e settimane blogger, e cosa trovo? La bozza di un post che sarebbe dovuto uscire il 28 aprile (data del compleanno della Viaggiatrice per caso), lasciato lì a metà perché... perché non lo ricordo nemmeno più. Meglio così, non era affatto un bel post... perché ad un certo punto del periodo di "chiusura" ero arrabbiata, delusa, anche un po' lamentosa.

Non si vedeva una luce. Poi la luce è arrivata - come sempre accade, lei arriva - e la nostra famiglia ha trascorso il periodo estivo forse più bello di sempre. E poi la lenta ripresa, le scuole che aprono, una dopo l'altra, con un significativo caotico tempo di "assestamento" per gli orari scaglionati di tutti. Chi entra, chi esce, c'è da andare a prendere qualcuno, altri finalmente si possono spostare in bicicletta: autonomia e libertà!

Non ci aveva nemmeno sfiorati il pensiero che saremmo tornati qui, al punto di chiederci come andrà domani. Al punto che stamattina un figlio è uscito per andare a scuola, nel dubbio che lo rimandino indietro... che qui in Lombardia par (ormai tutto "pare", o quasi) che la DAD riprenda al 100%. Ma perché le decisioni si prendono sempre di notte? basta questo "segno" per capire che qualcosa non va, che troppe cose non vanno.

E allora? nel giorno del compleanno dell'Elfo - son passati otto anni, otto, da quel "eccolo qui il tuo bambino" che ancora riecheggia nelle orecchie mie e, ho scoperto stamattina, pure del Sant'Uomo - dopo otto anni decido che oggi sarà festa grande, in casa. Il menù prevede polpette e torta giallo/rossa (rigorosamente Grifondoro!), regali e visita alla Madonna di Loreto, quella Madonna a cui l'Elfo è stato esplicitamente domandato - con tanto di pellegrinaggio - e che proprio oggi viene a farci visita qui a Crema, dove abitiamo da febbraio. 

E dopo la festa grande, come è giusto che sia, la decisione è di rispondere ad una chiamata. Siamo chiamati, i tempi stringono e non possiamo più tergiversare. Avevamo già deciso che quest'anno - come dovrebbe essere sempre - l'Avvento sarebbe stato penitenziale. Decidiamo oggi di anticipare l'Avvento. 

Già da settimane avevo messo Facebook in "quarantena", oggi ho deciso che posso farne a meno del tutto. L'app di Amazon Prime Video è stata rimossa dal cellulare - Netflix l'abbiamo disdetto già da tempo - posso tornare a fare le faccende di casa senza "The good Doctor" in sottofondo. Pensando al prossimo futuro mi vengono in mente solo tre parole: penitenza, preghiera, carità. Che è la stessa cosa che dire "responsabilità", siamo chiamati a rispondere, ciascuno nella sua particolare circostanza, ad una realtà che non sta facendo sconti. Penso agli amici impegnati in diverso modo in attività sanitarie, così come a quelli che stanno subendo gravi perdite economiche. A chi sta male perché è ammalato, e a chi sta male perché ha paura, o è arrabbiato, o spaventato e solo. E la responsabilità credo possa prendere forma e carne in una risposta importante al reale, che ciascuno davvero è chiamato a dare secondo le sue inclinazioni, le circostanze in cui si trova, i suoi desideri.

Risuona in me in continuazione la frase di Lacan, personalmente rivista "che ne sto facendo, ora, del desiderio che mi abita?". Come affronto il desiderio dei miei figli, dei miei amici? Mille volte nella giornata si fa strada la domanda "cosa devo fare?" e riguarda cose importanti e grandi, ma riguarda anche il quarto d'ora di tempo tra il pranzo di un figlio e l'andare a prendere l'altro. Non mi è dato cambiare il mondo ("rendete a Cesare quel che è di Cesare"), mi è dato, però, cambiar me stessa ("rendete a Dio quel che è di Dio"). Perciò, ho bisogno di purificazione, e offerta.

Che la responsabilità, nella vita, ho imparato essere anzitutto offerta di sé, per l'utilità del mondo e la perfezione del singolo. Essendo, il bene, la perfezione dell'essere.

Perciò l'Avvento inizia stasera, in casa nostra, dopo aver spento le otto candeline dell'Elfo. L'attesa della Salvezza. 


1 commento:

  1. Anche oggi Dio mi ha mandato la sua grazia: questo post che è luce nel buio di questo periodo. Sono veramente toccata da quanto Cristina ha scritto. Non mi resta che cercare di imitarla e ringraziarla.

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