giovedì 3 maggio 2012

Cubi e scale

Scale
Questa estate, dopo aver più volte letto i post de La casa nella prateria riguardati la pedagogia Montessori, (che onestamente non conoscevo affatto, se non per la classica frase “gli asili Montessori sono quelli con i mobili in miniatura, dove i bambini sono trattati come piccoli adulti”), ho deciso che questa mia lacuna andava colmata, e mi sono comprata “La scoperta del bambino” (M. Montessori, Grazanti). A parte il fatto che per me, che divoro i libri con una velocità notevole (ne leggo tranquillamente uno in un pomeriggio, soprattutto se si tratta di romanzi tipo Sophie Kinsella), trovarmi di fronte ad un volume del genere, che mi ha richiesto quasi un mese di impegno, è stato proprio interessante.
Torre rosaHo imparato un sacco di cose che non sapevo, anzitutto sulla vita, e poi sul metodo di questa donna eccezionale. E mi sono convita che su molte cose aveva ragione. Per la gioia del padre dei miei figli, la conseguenza per noi non è stata la ricerca di una scuola ad ispirazione montessoriana per la prole. La scuola che frequentano ci piace moltissimo, ne siamo davvero soddisfatti, e, tra le altre cose, uno dei capisaldi è proprio il riconoscimento dell’esperienza come punto di partenza per l’apprendimento (e l’educazione). Nella classe dell’Ingegnere, quando faceva la seconda elementare, sono stati allevati dei bachi da seta, per tutto il ciclo vitale, e tutte le materie di studio ruotavano intorno a questa esperienza. Mi hanno perfino invitata, con La Streghetta di pochi mesi, per osservare lo sviluppo dei bambini (prima di me era andata una mamma con un neonato, poi hanno visitato il nido e l’asilo).
Insomma, non useranno materiale “filologicamente” montessoriano, ma mi pare che molti giudizi siano condivisi.
D’altra parte, avendo io deciso di non mandare al nido i vari cuccioli che sono arrivati nella nostra casa, e avendo deciso addirittura di non anticipare il primo anno di asilo per La Poleptta (che essendo nata a gennaio avrebbe potuto iniziare nel settembre 2010), ho pensato che certi materiali potevano benissimo entrare nella nostra casa, ed essere utilizzati dalle piccole per “giocare” con me, e anche dai grandi, quando ne avessero avuto voglia. Un rapido sguardo nella rete, e ho capito velocissimamente che di acquisto non si parlava proprio. I costi dei materiali montessoriani sono proibitivi, e i fornitori pochissimi (ho trovato un sito con prezzi accettabili in America, ma le spese di spedizione bilanciavano ampiamente il risparmio!!). Perciò ho deciso: auto produzione. Alfabeti mobili, alfabeti tattili, fuselli per contare, tutto quello che potevo fare da me ho cercato di farlo. Ho prodotto delle spolette dei colori (ne vado particolarmente fiera!) usando il cartoncino bianco dell’imballaggio dei sacchi del Folletto…
Però, lavorare il legno, insomma… non è proprio il mio mestiere. Ho anche domandato al falegname che è venuto ad aggiustarci la porta del salotto se poteva realizzarmi dei cubi e dei parallelepipedi. Mi ha guardato un po’ strano, e poi ha detto: “provi a passare in laboratorio, ma non so cosa possiamo fare…”.
Non ho ceduto. Fortunatamente abbiamo un nonno che quanto a lavorazione del legno se ne intende. E se anche vive piuttosto distante, e ci vediamo molto poco, ha sempre dimostrato una evidente attitudine nel cercare di accontentare i suoi nipoti (ci ha “prodotto” una frusta – tipo Indiana Jones – due pugnali di legno fantastici, delle cerbottane, e altri vari oggetti con cui i bambini si sono divertiti parecchio). Perciò ho provato a chiedergli se aveva il tempo, e la possibilità, di realizzarmi “la torre rosa” e “le scale marroni”. Nonostante non fosse immediatamente evidente il tipo di gioco che i bambini avrebbero potuto farne, dopo un lasso di tempo veramente breve abbiamo ricevuto un enorme e pesantissimo pacco. Il nonno non solo aveva realizzato sia la torre che le scale, ma anche una fantastica scatola in legno per metterli in ordine. Ancora oggi mi domando quanto gli sia costata la spedizione… spero un pochino meno dell’acquisto dei prodotti già pronti!!
Ovviamente per noi quelli fatti dal nonno sono i più belli in assoluto. Anche perché erano ancora in legno grezzo, e ci siamo divertiti noi a colorarli (ecco perché la nostra scala è marrone, ma i cubi sono diventati azzurri – non avevamo il rosa, e poi l’azzurro ci piace di più!).
Ecco quindi La Streghetta all’opera:
002
prima li ha posizionati (sì, va bene, non sono proprio in ordine perfetto, ma lo scopo è proprio che facciano esperienza dei volumi e delle dimensioni, la “capacità” verrà col tempo).
007E poi ha iniziato a camminarci sopra. Non si tratta, infondo, di esperienze “sensoriali”? Con i piedini nudi, poi, è stato il massimo!
Stamattina ci siamo proprio divertite, sperimentando, impilando, e perdendo l’equilibrio (oh, oh, mamma, sono caduta!!).
Poi è subentrato il momento “danza”, e al grido di "mammaind, mammaind", abbiamo messo su gli Abba, e ci siamo messe a ballare (ovviamente La Streghetta in precedenza si era scelta un vestito con gonna lunga, necessario per poter sfoggiare al meglio le doti di danzatrice!).
Comunque, per tutto quel che riguarda il materiale Montessori, e i tutorial per farseli in casa, la mia “guida spirituale” resta Lapappadolce, un sito che apprezzo tantissimo, anche solo per l’abnegazione di chi lo cura, mettendo gratuitamente a disposizione di chiunque una enorme quantità di interessantissimi spunti e di tutto quel che serve per realizzarli. 
Penso che prima o poi arriveremo anche noi ad avere il nostro cubo del binomio (e del trinomio!?!), anche perché quelli non attirano solo me, ma anche quel sant’uomo di mio marito, che tra i suoi mille interessi ha una enorme passione per la matematica!! La domanda che rimane è: giocano più i figli, o i genitori?

9 commenti:

  1. Lettrice accanita eh! Un libro in un pomeriggo, uaoo!
    Bello il legame con il nonno lontano...
    Mi piace il tuo lato pratico. Io sono molto "cerebrale", mi interesso, leggo, studio ma poi quando si tratta di mettere i piedi per terra, sono una frana ;(!

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    1. Grazie Nicoletta! A me succede proprio così: leggo una cosa e mi penso subito a cosa "farne"... Fin troppo, a volte (quel sant'uomo confermerebbe!!)

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  2. Anche io invidio la possibilità di leggere un libro in un pomeriggio (davvero non mi è possibile, ovviemente non in ufficio, ma tanto meno a casa!!!).
    Invidio un pochino meno i Kinsella, passamelo ;-)
    I giochi di legno del nonno di matrice montessoriana sono deliziosi...

    Grazia

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    1. Non è che io abbia proprio tutto questo tempo per leggere... Il padre dei miei figli dice che mi devo astenere per non rischiare di dimenticare i figli, e probabilmente ha ragione!! Però quei pomeriggi piovosi di domenica, oppure quando non sto molto bene, onestamente a me la Kinsella fa troppo ridere. E soprattutto non mi "inchioda" come farebbero alte letture (cioè, è proprio la tipica lettura veloce, che anche se ti perdi i particolari, non è che sia Manzoni, insomma...).
      Il mio mito, però, è Jane Austen. Lì davvero dimentico i figli, ma anche il marito, e le mie necessità primarie. Mangio distattamente quello che mi capita pescato dal frigorifero, e per il resto... Bè, ci hai scritto un post, no??

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  3. in un certo senso ora è diverso leggervi associando contenuti a dei volti e a delle personalità :-)

    già che ci sono, qui c'è qualcosa che vi "coinvolge":

    http://diventaregenitori.blogspot.it/2012/05/camperismi.html

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    1. Hai ragione Max, è tutta un'altra cosa. Grazie, per quello che scrivi e per la preferenza che avete avuto per noi!
      In attesa di ricambiare (prestissimo) la visita, un abbraccio a tutti e quattro!!

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  4. Credo che sia impossibile per una mamma non amare la Montessori, il suo metodo secondo me è più da intendersi come uno stile di vita (almeno in casa, nelle scuole "a metodo" il rigore scientifico è d'obbligo). Io mi sono persino iscritta ad un corso e credo che continuerò la mia formazione è affascinante.

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    1. Bello un corso di metodo Montessori! E' una di quelle cose per cui penso: chissà, quando cresceranno... Mah, vedremo!

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  5. La mia bambina grande è in una scuola pubblica con metodo Montessori.
    Siamo migrati lì in prima elementare, dopo un trimestre da incubo in una scuola "normale" in cui le maestre erano isteriche ed i metodi mi lasciavano allibita.

    Mia figlia (indubbiamente un soggetto un po' complicato) nella prima scuola era stata subito definita dislessica, disgrafica e totalmente disorganizzata , ma nella scuola Montessori si è "normalizzata" (per cosi' dire) nel giro di poche settimane.

    La scuola che frequenta adesso usa ancora i materiali "antichi" perchè mancano i fondi per materiali nuovi e condivide le problematiche di tutta la scuola pubblica oggigiorno, però le maestre sono persone eccezionali, davvero capaci di accompagnare il singolo bambino alla scoperta delle sue potenzialità, puntando sulla gratificazione e non sulla "regola" fine a se stessa.

    sono grata al metodo Montessori.

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