venerdì 11 gennaio 2013

Fratelli 2: la fatica

Foto Titolo BlogDopo aver decantato la bellezza che vedo nel rapporto tra i miei figli, mi è capitato di incontrare diverse discussioni di mamme in attesa del secondo pargolo, tutte piuttosto spaventate per l’arrivo imminente del fratellino/sorellina. Non per niente la mia amica Giorgia ci ha appena scritto un libro.
Io intanto stavo proprio pensando, vista anche la giornata un po’ turbolenta trascorsa ieri, che insieme alle tante cose belle che racconto, ci sono anche momenti non così edificanti, per così dire.
La Sartina e L’Ingegnere, per esempio, tutti e due alle soglie della pre-adolescenza (ormai l’ho scritta e la lascio, ma fa un po’ paura questa definizione), sembrano davvero cane e gatto, immagine fedele dell’iconografia del fratello maschio che punzecchia e provoca e della sorella femmina un po’ saputella che si scoccia e lancia acute frecciate. A volte sono proprio, tra loro, inclementi, e colpiscono proprio dove fa male. Sono ancora piuttosto “bambini”, perciò mai realmente crudeli, ma devo dire che da mamma è doloroso sentirli quando si trattano proprio male.
Il Cavaliere non ha ancora superato la modalità “frigno”, spesso viene lamentarsi per le angherie che subisce dai più grandi, o il fastidio che deve sopportare dalle piccole. La cosa mi indispone da morire. Vorrei potergli dire “reagisci”, ma non posso proprio incitarlo alla violenza fraterna.
Le due piccoline sono quelle mi danno meno pensiero, è tutto un “lei ha detto, lui ha fatto…”, ma è tipico dell’età e dopo un minuto tutti si dimenticano di tutto. Non ci faccio quasi caso.
D’altra parte, soprattutto ai grandi, mi viene da ripetere molto spesso: “vogliatevi bene”.
E per me che non ho fratelli, è sempre uno stupore vedere che le cose non siano in contraddizione: litigano, si fanno dispetti, si lamentano l’uno dell’altro, ma la preoccupazione reciproca, il desiderio proprio evidente che l’altro stia bene e sia felice (quando questo non intralcia i propri piani) è sempre presente.
Quando qualcuno manca, a pranzo o a cena, perché magari è da un amico, tutti sinceramente non vedono l’ora che torni. Se ritarda, si preoccupano.
Le piccoline chiedono sempre dei fratelli più grandi: “dov’è? quando torna?”. Una volta ho sorpreso La Streghetta (che diciamo non ha proprio un temperamento sentimentale) seduta a tavola in una valle di lacrime. Alla mia richiesta preoccupata risponde: “gli altri hanno finito la merenda e mi hanno lasciata qui tutta sola!!!”. Gli altri erano sul tappeto nella stessa stanza…
Come dire: fanno proprio ontologicamente parte l’uno dell’altro. Magari dovrò ricredermi quando saranno grandi, perché non ho una mia esperienza personale con cui fare un paragone, ma ieri sera, guardandoli, ho pensato: “vi invidio, perché non sarete mai soli. In accordo o in disaccordo – come si diceva stamattina – vicini o lontani, non potrete non avervi sempre presenti, gli uni gli altri”.
E qui viene la questione della fatica, che mi è saltata in mente leggendo certi post stamattina: certo che un figlio fa fatica quando arriva un fratellino. Anche noi facciamo fatica, partorire è doloroso, la gravidanza è pesante, le notti in cui non si dorme interminabili e le giornate successive al limite dell’umana resistenza. Non poter fare quello che si ha in mente quando viene in mente (se si parla di rimandare una cena, un appuntamento, un film, ci sta anche , ma quando è da rimandare una puntatina sotto la doccia, o addirittura in bagno…) è una cosa che crea difficoltà in ciascuno.
Per cui quelle braccia che prima erano tutte nostre, e ora sono sempre occupate da quell’altro, far silenzio perché lui deve dormire, la mamma che non ha tutte le energie per saltare in piedi e giocare alle luci dell’alba, perché magari si era appena addormentata… Non sono cose facili da portare, soprattutto quando la differenza di età è molto poca.
Oppure, non essere accompagnati alla partita, non poter ripetere la lezione di storia, e magari sentirsi anche chiedere:”metti il pigiama a tuo fratello? mi vai a prendere i fazzoletti? puoi aiutarlo a lavarsi i denti?”. Anche questo non è facile.
Ma qui entra il gioco il nostro personale rapporto con la fatica, quella fatica che è chiesta a tutti, anche a chi si trovasse in condizioni in tutto e per tutto sempre favorevoli (sfido poi a  trovare qualcuno che ci si trovi davvero, comunque…). Noi mamme spesso temiamo la fatica per i nostri figli, cerchiamo di allontanarla da loro, facendola noi, quando è possibile, eliminandone la sorgente, quando si può. Ma è davvero cosa buona?
Io penso che un fratello sia un enorme regalo che possiamo fare ai nostri figli, proprio perché quella che è oggettivamente una causa di fatica, è contemporaneamente un oggetto di grande amore. Io penso che davvero noi genitori abbiamo questo potere, possiamo indirizzare lo sguardo che i nostri figli hanno sulla realtà: se di fronte al fratellino neonato siamo pieni di paure per quello che il nostro primogenito potrà subire, se per primi ci sentiamo in colpa per quello che siamo costretti a togliergli, e che ci sembra ingiusto, è molto probabile che il nostro bambino sarà smarrito.
Ma se condividiamo con lui la gioia per quello che oggettivamente è un “lieto evento”, se riusciamo ad essere un po’ ironiche quando non riusciamo “a fare tutto”, se riusciamo a sdrammatizzare anche i momenti più difficili, senza mai nascondere la fatica nostra e loro, davvero forse abbiamo raggiunto più di un obiettivo.
Il primo sta nel favorire l’amore tra fratelli, che non è poco. E il secondo, che mi pare assolutamente interessante, nell’imparare che spesso il frutto della fatica è cosa buona e che ci sono tanti motivi per cui vale la pena non sfuggirla. Perché vogliamo crescere uomini senza paura, che non abbiano il problema di difendersi dalla realtà, anche quando non è piacevole, ma siano capaci di affrontarla.
Sempre alla ricerca di quel bene  che, nascosto nelle pieghe della giornata, noi ne siamo certi: c’è!

15 commenti:

  1. molto molto bello questo post! sincero e mostra altri aspetti della realtà di essere plurimamma

    RispondiElimina
  2. Già, alle volte si pensa sempre alla propria di fatica, ma la loro? Penso alla mia Belva che per 14 mesi è stata sola e poi di punto in bianco è diventato tutto un "Aspetta...un attimo...adesso no...attenta..." ma so che le ho fatto un dono unico, anche se alle volte me ne dimentico :)
    Che strano dev'essere per te da figlia unica vedere le interazioni e l'amore tra i tuoi figli!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Pensa che anche quel sant'uomo è figlio unico...

      Elimina
    2. le famiglie numerose oggi nascono prevalentemente da figli unici. anch'io figlia unica e mi piacerebbe avere un altro figlio, ma mio marito sembra apposto così...chissà.

      Elimina
  3. anch'io sono una figlia unica, proprio come te.... invidio i fratelli e spero di darne presto uno alla mia bambina: forse i tuoi grandi non avranno le tue braccia sempre per sè e dovranno accontentarsi di poco tempo ma tu gli hai fatto un dono enorme: una famiglia grande piena di braccia e di tempo!
    Hai scritto un post bellissimo che mi ha fatto commuovere... grazie!

    RispondiElimina
  4. Grazie per questo post che mi è utilissimo questo periodo in cui mi chiedo cosa mi aspetterà.

    RispondiElimina
  5. nella mia esperienza un fratello è quella persona con cui litighi più facilmente ma con cui poi fai pace in un attimo. le cose che ci si perdona tra fratelli a volte non lo sono tra marito e moglie!

    RispondiElimina
  6. Ciao Cristina grazie per questo bellissimo e molto concreto post!io e mio marito abbiamo un fratello per uno e comunque lo consideriamo"poco",io avrei tanto voluto avere almdno un sltro frstello o meglio sorella ma e' andata cosi'.Quanto ai miei tre riscontro le cose che hai raccontato..e mi sei stata di conforto!ti abbraccio forte siete splendidi ,mammaSimo

    RispondiElimina
  7. Grazie anche da parte mia, Cristina!
    Le tue belle parole e il tuo messaggio sempre completo di positività, sono un grande esempio per me!
    ciao

    RispondiElimina
  8. Ciao Cristina, la mia 4 enne ha appena avuto un fratellino, ne è molto contenta e gli vuole molto bene, ma la sua "mammite" è diventata molto più acuta, già in gravidanza ma ora ancor di più, a volte mi fa scappare proprio la pazienza, il più delle volte ha comportamenti da bimba di 2 anni invece che di 4 e per quanto cerco di starle vicino e più mio marito, io sono molto concentrata sul piccolino che vive in simbiosi con me. M'immagino te con 6 figli la tua pazienza devessere infinta.. complimenti
    Erica

    RispondiElimina
  9. Io ho un fratello più grande e la mia vita senza di lui non sarebbe stata la stessa. Per cui sono felice di non essere figlia unica. Il mio ragazzo è figlio unico e più volte mi ha detto che in alcune occasioni della vita si è sentito solo. Ritengo che un fratellino o una sorellina sia il regalo più bello che due genitori possono fare al primogenito. Piacere sono Princi, se ti va passa a conoscermi.

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...