giovedì 7 febbraio 2013

Come è bravo il mio bambino!

Foto Titolo BlogQuando ho iniziato ad uscire i casa con L’Elfo (sempre stretto a me nella fascia), molti conoscenti, incontrandomi, mi hanno domandato: “com’è? è bravo?”. Altre volte, in cui mi capitava di avere qualcosa da fare insieme a qualche amica, visto che il ragazzo in fascia se la dorme anche tre ore di fila, o più, mi sono sentita dire: “come è bravo!”.
Alle domande dei conoscenti, devo dire la verità, ho avuto, questa volta, un po’ di imbarazzo, nel rispondere. Per carità, è la classica domanda di rito, che mi sono sentita fare con ogni figlio, ma questa volta mi chiedevo che cosa significa, per un bambino di qualche settimana, essere “bravo”. Ovviamente, si pensa ad un bambino che non pianga troppo, che dorma abbastanza, che lasci un po’ libera la mamma.
Per carità, nessuno desidera immolarsi su nessun altare, e anche a me piace non fare troppa fatica. Però, pensandoci bene, la mia risposta: “è un bambino bravissimo”, non è che corrispondesse al sentire comune: L’Elfo non si fa tre ore filate di sonno dopo ogni poppata (quando mai?), non mangia ogni tre ore. La notte si sveglia spesso, e contrariamente a tutti gli altri miei figli, per il momento staziona ancora nel lettone (non apro qui la questione sul co-sleeping). Io mi dedico a lui ancora oggi per la maggior parte del mio tempo (e lui si dedica con me alla cura della casa e dei suoi fratelli, per altro). Eppure non mi viene da dire che non sia un bambino “bravo”, o che mi stia facendo fare troppa fatica.
Qualche momentino di tensione c’è stato, soprattutto qualche notte in cui non ne voleva sapere di dormire nemmeno in braccio. Mille volte mi capita di dover rivoluzionare i miei progetti, perché quando sembra bello addormentato e io mi accingo a fare una torta, ad impastare il pane o che so io, d’un tratto si sveglia e devo occuparmi di lui. Insomma: normalità.
Poi però due giorni fa è accaduto che dopo cena dormisse, per più di tre ore, in carrozzina. Che è quello che ci si aspetta da un bimbo bravo (La Sartina era così: pappa, nanna, sveglia – senza pianto – cambio, pappa e nuova nanna. Non avevo mai niente da fare. E ovviamente non sapevo come occupare il tempo, cosa che adesso invece saprei benissimo fare!). La sera non era mai successo, è sempre in braccio e vuole ciucciare tantissimo. E a me sta anche bene, una volta che ho caricato la lavatrice!
Così non sapevo bene come impegnare quell’improvviso tempo libero gratis. Alla fine mi sono messa a letto e ho agguantato un libro, senza neanche guardare quale fosse, uno di quelli che giace sulla mensola sopra il nostro letto. L’ho aperto a caso e quello che ho trovato risponde pienamente alle domande che mi ero fatta sulla presunta “non bravura” dell’Elfo.
il bambino risponde al riconoscimento della madre nei suoi confronti e dell’ambiente circostante, sin dalla prima ora di vita. Perché l’unica possibilità che ha per crescere, parlo di crescere psicologicamente, è il legame di riconoscimento, non ce n’è un altro: come lui è guardato, lui è. Non ha un’altra possibilità. Il bambino è come viene guardato. (…) Lui riceve il suo patrimonio genetico, ma disorganizzato, un materiale disorganizzato. E possiede alcune idoneità: idoneità ad essere nutrito, ad essere curato, l’idoneità ad essere consolato e idoneità a ricevere riconoscimento. Ha idoneità a rispondere ad un riconoscimento che riceve. Per cui dipende tutto da come lo trattate, da come lo guardate e questo non solo nel neonato.
Sono rimasta proprio folgorata da queste parole, che per altro avevo già letto. Ecco perché tutto di me si ribellava all’idea di dire: “no, L’Elfo non è un bambino buono”. Anzitutto perché è il mio bambino e io quell’anima immortale che stringo tra le braccia ho proprio il desiderio, mi viene da dire, di venerarla. Come posso permettermi di dire che non è bravo? E poi, perché ho proprio chiaro il fatto che se io ora mi mettessi a definire quello che in lui “manca” (un bimbo di tre mesi!!), è come se appiccicassi questa definizione su di lui. Se fossi scontenta, o preoccupata, o anche arrabbiata, per come è fatto, gli starei già dicendo che non va bene, che non è giusto come lui è.
Il che non significa non essere stanca, o non tentare di raggiungere ritmi di vita più sereni (ora per esempio dorme in carrozzina e io ne sono contenta!). Ma altro è dire ad un bimbo: “la mamma sta con te, c’è quando hai bisogno, ti vuole bene. Certo a volte è stanca, e fa un po’ fatica, e magari vorrebbe riposare. Però non cederebbe mai al privilegio di stringerti tra le braccia”. Altro è dire “non sei bravo, non lasci dormire la mamma, non le permetti di fare quello che desidera”. Ovvio che non diremmo mai queste parole, ma i nostri atteggiamenti parlano, soprattutto ad un esserino così indifeso ed abbandonato a noi.
Perciò, sì, il mio bambino è tanto bravo. Poi ha un po’ di mal di pancia, ha il nasino tappato, o solo voglia di fare le coccole. Ma a me piace che dipenda così tanto ancora da me, anche se non ce l’ho più nella pancia! E col tempo impareremo a trovare i nostri ritmi. E col tempo lui imparerà a rispondere a questo riconoscimento, e poi, secondo il temperamento e le inclinazioni che gli sono date (non da me), sarà libero di rispondere, come vuole. Perché io vedo, soprattutto nei miei figli più grandi, come è vero il potere del nostro riconoscimento nei loro confronti, e come è imponente, d’altra parte, la loro libertà di risponderci. In modo per noi del tutto misterioso, perché di questi esserini che sono usciti dal nostro corpo, che vegliamo e accudiamo e osserviamo da anni, a cui offriamo una proposta su cui costruire la vita, infondo, davvero, non possiamo dire nulla. Il fondo del loro cuore resta anche per noi Mistero.
Il libro da cui ho tratto la citazione è Chi sei tu che mi guardi. Padri, madri, figli, di Vittoria Maioli Sanese (si trova in edizioni Marietti). La citazione è di pag. 113.
Piccola postilla: nella mia esperienza, che una donna possa guardare così il suo bambino, anche dentro l’enorme stanchezza dei primi mesi, dipende soprattutto da un terzo fattore.Il padre del bambino. Se c’è un uomo capace di guardarci, pensando: “come è brava mia moglie, fa tutto quello che deve fare per il nostro bambino, lo ama in ogni momento, anche quando vuol mangiare e lei ha sonno, anche quando va cambiato, e lei magari non ha ancora pranzato”, se c’è un uomo che ci guarda così, accettando i capelli spettinati, ma senza dimenticarsi di dirci “come sei bella” (così ci viene anche voglia di pettinarci un po’…), ecco, allora anche noi mamme troviamo la forza, alle tre del mattino, avendo dormito poco più di due ore, di alzarci ad allattare un’altra volta (o di farlo direttamente a letto…), sorridendo, nella stanchezza, a quel frutto meraviglioso del nostro amore.
Una mamma guardata così non può che dire: è un sant’uomo, mio marito!

31 commenti:

  1. Mi piace molto questo post! Ci ritrovo tanto di noi, della nostra famiglia che è cambiata molto più con l'arrivo del quinto figlio che con i primi quattro... eppure anch'io resto spiazzata quando mi si chiede di dare una definizione "buono-cattivo"...E poi mi piace da morire la tua postilla: trovo davvero che la differenza stia tutta lì, nello sguardo innamorato di un marito.

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    1. Brava mammaElly,è proprio quello sguardo innamorato di cui parlavo!

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  2. Il mio me lo ripete di continuo... sono io che non mi ci sento tanto :D pero' hai assolutamente ragione. I bimbi rispondono all'idea che ti fai di loro, come quel bimbo che avevo a scuola a cui tutti non facevano altro che ripetere quanto fosse agitato.

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    1. E allora ascoltalo, Lucy. E prenditi un po' di riposo!!!! :-)

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  3. :) Anche io mi sento un po' in imbarazzo quando mi chiedono se è un bambino buono, mi viene da chiedere come si possa pensare che un bimbo di 4 mesi possa essere cattivo. Certo è lagnone, strillone, ha avuto un sacco di coliche ed è molto meno indipendente della sorella, ma per questo dovrei etichettarlo come cattivo? Oppure dovrei etichettare mia figlia come cattiva solo perchè è un terremoto, con la testa dura e che vuole fare sempre di testa sua?? Alle volte impazzirei, ma quale madre non impazzirebbe?
    Ok, scusa, mi sono dilungata, ma mi trovi davvero molto d'accordo con questo scritto e poi mi perdo nelle chiacchiere :))

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  4. Ciao Cristina! Questo post sembra fatto apposta per raddrizzare questa giornata con la mia piccola di 6 mesi...
    Un sorriso a tutti voi!
    Letizia

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  5. Mi ritrovo proprio in quello che scrivi... con entrambe le bimbe la fatidica domanda è arrivata sovente e ancora adesso mi viene rivolta rispetto ad Elena (2 anni) vedendo che è una tipetta tutta pepe... come te anch'io ho sempre risposto che lo sono e che personalmente non ho mai conosciuto bambini cattivi, ma solo bambini con la loro personalità e bisognosi di contatto chi più chi meno... Grazie anche per la citazione.

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  6. Bellissimo post, mi ritrovo in ogni singola parola, potrei averlo scritto io (se sapessi scrivere bene come te...), compersa la postilla finale sul marito: quanto è vero!

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  7. Grazie Cristina è un post bellissimo e mi permetto di condividerlo...sono riflessione e condivisione di una mamma innamorata della Vita Eterna, dell'anima immortale che tiene in braccio. Un bacetto speciale all'Elfo da mammaSImo

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  8. Questo post mi fa sentire terribilmente incapace di guardare e voler bene ai miei bambini che pure non son più neonati..non perché non voglia fare la fatica di crescerli,ma perché non so come trattarli

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    1. Non dire così Sabi! Io sono certa che tu sei la mamma migliore possibile per loro.

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  9. (mi permetto una richiesta tra parentesi: ne parliamo del cosidetto co-sleeping? dicci, se e quando ti va, com'è andata la questione nanna con i tuoi figli. io sono incinta del secondo e la mia bimba di due anni e mezzo per buona parte della notte dorme ancora con noi..) baci, grazie

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    1. Parliamo di co-sleeping: la mia prima figlia non dormiva nemmeno in braccio a me, solo in carrozina. Si agitava, quando aveva sonno, e dormiva solo quando la mettevo giù. Perciò il problema non si è mai posto con lei: nella sua cameretta dal primo giorno. Con i successivi quattro non è stato proprio così, ma io non ho mai valutato necessario che i bambini dormissero con noi. Io mi sono sempre alzata per allattare, spesso ho dormito sul divano o sulla mia splendida "poltrona da allattamento" insieme a loro, ma in casa nostra c'è sempre stata l'idea del letto dei genitori e del lettino dei bambini. Non avevo mai sentito nemmeno parlare di co-sleeping, e per noi andava bene così. Ci sono stati momtenti faticosi, ma più o meno verso l'anno tutti i bambini hanno dormito tranquillamente nel loro letto, svegilandosi magari una volta per notte, e a quel punto, siccome mi è sempre capitato di smettere di allattare più o meno in quel periodo, ci si alzava alterantivamente, io e il papà (anche perché poi spesso c'era un altro neonato a cui badare...). Con L'Elfo devo dire che le cose sono cambiate. Io non ho più le energie per alzarmi tante volte durante la notte. Lui soffre molto per il nasino chiuso, non ha ancora imparato che può respiare anche con la bocca, per cui se di giorno dorme a volte in carrozzina anche per più ore, di notte ha proprio bisogno di me. Io tengo la carrozina vicina al letto, ma per lo più noi si dorme insieme.
      Io credo che non ci sia una ricetta ceh vale per tutti. Alcuni bambini hanno più bisogno, altri meno.
      Sono però dell'idea che se il bambino nel lettone compromette in qualche modo il rapporto tra mamma e papà (non accade per forza, ma in alcuni casi è così), meglio sottoporsi alla fatica di molte sveglie e di anche alcuni mesi in cui ci si deve alzare più e più volte, pur di custodire quel rapporto, che sotto ogni punto di vista "viene prima", perché è generativo del figlio.
      I miei bambini sono tutti dormiglioni, tranne L'Elfo qui a casa entro le 21:00 sono tutti a letto (le piccoline anche prima) e se non hanno malanni che in qualche modo interferiscono nel sonno, si svegliano serenamente al mattino, perciò non sono di molto aiuto per i problemi del sonno: non ne abbiamo mai affrontati.
      Auguri per il nuovo arrivo!!!

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  10. proprio oggi ho discusso con mio marito su quanto x me sia difficile far andare avanti "la baracca" quasi da sola senza non dico un suo concreto aiuto ma almeno un apprezzamento e un'attenzione ogni tanto. sono contenta di sapere che non sono proprio una pazza a pensare e volere certe cose....

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    1. Tutt'altro!Anzi, preferisco di gran lunga che mi sostenga, guardandomi come quando eravamo fidanzati, che neanche i tentativi di "fare al posto mio" (perchè poi sono una rompiscatole e non mi va mai bene niente!).
      A volte, però, noi mogli dobbiamo proprio imparare a domandare ai nostri mariti!!!

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  11. Grazie Cristina, un bellissimo post che fa scaturire molte riflessioni.
    Laura

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  12. Parole sante! condivido su tutta la linea, quando mi chiedono come faccio con quattro figli ad essere felice di farne un' altro, la mia unica risposta e'" perche' ho mio marito" !

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  13. condivido in pieno! stesse domande rivoltemi, e non solo sul piccolo di turno!
    -sono bravi i tuoi bimbi?- beh se ne hai fatti 4 (e ora il 5°) è perchè sono bravi per forza-. Ridicolo! i miei bimbi sono...bimbi! cosa vuole dire chieder se 4 maschi dai 6 anni in giù sono bravi?!?
    e poi: -ma come fai? hai qualcuno che ti aiuta-. Si, ho mio marito, i filgi li abbiamo fatti insieme!

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    1. Ma sono andata sul tuo blog!! Che bello! E che vicinanza di esperienza che viviamo. Non ho capito di dove siete: non è che riusciamo ad incontrarci???

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    2. noi siamo di milano e...anche se ancora non ho risposto al tuo post di invito in realtà ci stiamo pensando! al momento io sto ancora lavorando (stop il mese prossimo e termine il mese successivo) ma conoscendoci questo certo non ci ferma!

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    3. Milano?? Mio marito ci viene tutti i giorni a lavorare! A questo punto vi aspetto prestissimo, prima o dopo il lieto evento.
      Ci sentiamo in privato per i dettagli!!

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  14. condivido in pieno....quando lo chiedono a me, se il piccolo è bravo, io rispondo " è un neonato e fa il neonato...cosa posso chiedergli di più?"
    Un bacione, Annalisa semplicementeunamamma!

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    1. Dopo averne visti sette, di neonati, Annalisa sicuramente sa cosa aspettarsi!!
      Baci...

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